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Ex candidato sindaco

Ddl Zan, Anesa: “Necessario. Vorrei tanto passeggiare mano nella mano col mio compagno…”

Nicholas Anesa ora abita a Londra. Ha una bambina di 4 anni nata con l'utero in affitto: spiega perché il disegno di legge contro l’omofobia è importante

La Commissione Giustizia del Senato ha calendarizzato la discussione del disegno di legge Zan (che prende il nome del deputato del Partito Democratico che lo aveva presentato, Alessandro Zan) contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo.

Dopo settimane di discussioni e di accuse di ostruzionismo, è il passaggio che avvia l’iter perché sia discusso e messo ai voti anche al Senato (era già stato approvato alla Camera), dopo il passaggio in commissione, anche se non è stata ancora fissata una data. Il 28 aprile la commissione Giustizia ha votato una serie di provvedimenti da calendarizzare e il ddl Zan ha ottenuto 13 voti favorevoli e 11 contrari, quelli del centrodestra.

I primi due articoli del ddl Zan introducono l’orientamento, il genere sessuale e l’abilismo, che riguarda la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, negli articoli del codice penale, il 604 bis e ter, che puniscono la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione. Il terzo, il più importante, modifica il decreto legge 122 del 1993, la cosiddetta legge Mancino.

All’articolo 1, la legge Mancino prevede il carcere per “chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Il disegno di legge Zan la estende ai reati di violenza fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’abilismo. Includendo anche il genere, il ddl Zan estende la legge Mancino anche alla violenza esercitata sulle donne in quanto donne, prevista già da alcune leggi come quella sul femminicidio.

Un disegno di legge fondamentale che non solo deve essere al centro della politica nazionale, ma anche locale. Lo sa bene l’ex candidato sindaco alle elezioni amministrative di Bergamo del 2019 con il Movimento 5 Stelle, Nicholas Anesa, omosessuale, insieme al suo compagno da 16 anni e con una bambina di quattro anni nata con l’utero in affitto.

Nel corso della campagna elettorale Anesa ha sempre portato avanti il suo disegno politico per creare una Bergamo città del mondo, più inclusiva e in grado di “dare una risposta agli elettori che non si sentivano rappresentati”, come aveva dichiarato lui stesso nel corso dell’intervista rilasciata a Bgnews per la sua candidatura.

Da quel 2019 la vita di Anesa è radicalmente cambiata: con la decisione di trasferirsi a Londra con la famiglia, abbandonando il consiglio comunale e la pasticceria a Bergamo di cui era titolare. Ma la sua battaglia per un’uguaglianza di diritti non si è di certo fermata.

L’abbiamo intervistato in merito all’approvazione del Ddl Zan.

Nicholas Anesa

Dopo la campagna elettorale Lei ha lasciato Bergamo… 

Sì, la mia vita in breve tempo è stata stravolta. Lasciare il consiglio comunale così presto è stata una scelta molto sofferta, ma dovendomi allontanare dalla città non trovavo corretto ricoprire il ruolo di consigliere comunale senza vivere la città nel quotidiano. Essere consigliere comunale è un onore ed un dovere che deve essere compiuto con tutta la serietà e l’attenzione che merita. C’è chi ricopre anche più ruoli, io personalmente non lo trovo corretto. Ora vivo a Londra e sto seguendo un progetto italiano nell’ambito della gastronomia molto interessante. Ma a Bergamo ho lasciato un bel pezzo del mio cuore.

Recentemente ha festeggiato i 16 anni di anniversario con il suo compagno. Ha mai  subito episodi di omofobia? 

Singolarmente mai nulla di serio: ci sono stati micro episodi durante le scuole specialmente gli anni delle superiori dove il bulletto di turno (presente purtroppo in ogni classe) non mancava di sottolineare ogni tanto l’omosessualità di chi vedeva più debole, più eccentrico o semplicemente più effemminato. A volte rispecchiando semplicemente una sua latente omosessualità che, troppo spesso, se soffocata, si trasforma in odio e omofobia. Non c’è peggior omofobo di un omosessuale represso e soffocato da se stesso.

E come coppia?

Come coppia sinceramente non ci è mai successo nulla di eclatante. Noi abbiamo sempre vissuto apertamente la nostra relazione, non l’abbiamo mai nascosta e ne siamo sempre andati fieri. L’unico gesto che a me piace molto e di cui soffro la mancanza è il tenersi per mano. Quando andiamo al cinema mediamente ci diamo la mano quando nella sala è calato il buio, stando ben attenti a lasciarci non appena le luci si riaccendono con un’ansia che nemmeno un ladro in piena rapina probabilmente prova.

Avete una figlia, lei ne è stata vittima?

Mai direttamente, la cosa che più mi faceva nervosamente ridere era, prima ancora che nascesse, la domanda: “ma se gli altri bambini la prenderanno in giro?” Come se il problema fossi io che mettevo al mondo una creatura innocente e non gli altri genitori pronti a giudicare criticare e schernire tutto ciò che questa terra ha da offrire di diverso. Ricordo un episodio, nulla di grave, in cui io stavo camminando per Borgo Palazzo con mia figlia nata da pochi mesi. Una signora che conoscevo era in difficoltà nel venirmi a salutare mentre avevo il passeggino insieme al mio compagnoperché la situazione per lei era troppo strana. Un esempio semplice, ma che chiarisce il dove sia il punto di partenza di tutto questo problema: la paura del diverso. Spesso noi coppie omosessuali con figli veniamo visti come i distruttori della famiglia, come un’entità pronta a distruggere il termine mamma e il termine papà. Tutto questo è sbagliato, noi siamo un ampliamento all’idea di famiglia, non togliamo nulla, semmai il contrario, andiamo ad aggiungere.

Perché ci sono ritrosie nell’approvare il Ddl Zan in Italia? E perché, invece, è fondamentale che venga approvato?

Il problema fondamentale è sempre la paura e l’ignoranza di fronte a tematiche che vogliono essere viste come scomode. La domanda è: “vuoi che le persone possano aggredire e denigrare qualcuno perché diverso?” Se la risposta è no, allora sai benissimo che questa legge non solo è giusta. Ma è fondamentale.  Non è un attacco alla destra, perché non è un problema solo di destra, io ero nel Movimento 5 stelle e anche li ho avuto messaggi: anche se non diretti, ma molto chiari. Mentre la sinistra per quanto possa sembrare la più interessata, a volte lo fa solo per un’ acchiappa voti. Fortunatamente conosco anche realtà ben diverse e realmente interessate alla giustizia e ai diritti, anche se ancora troppo spesso proprio queste persone vengono viste come le pecore nere.

Sulla battaglia all’omofobia, trova delle differenze rispetto a Londra? Ma, più in generale, anche sulla libertà di vivere liberamente la propria vita e le proprie scelte…

Ora vivo in una Paese in cui c’è molta più libertà e dove la legge è meno tollerante contro le discriminazioni, qui le prime leggi in merito risalgono addirittura al 1999. So già che ci sarà chi leggendo dirà: “Se là stai meglio lascia noi qua in pace col nostro diritto di schifarci alla visione di due uomini mano per la mano”. A queste persone dico che mai smetterò di amare il mio paese e che lotterò sempre affinché in ogni posto ci sia il diritto ad amare ed ad essere amati Qui le adozioni sono aperte alle coppie dello stesso sesso, come anche la maternità surrogata è permessa e regolamentata. Il matrimonio è uguale sia per coppie dello stesso sesso che per coppie eterosessuali. Addirittura è permesso anche in alcune chiese. Sì, quindi, c’è una profonda differenza, ma sono sicuro che anche l’Italia arriverà a questo magnifico risultato. Ci vorrà tempo, forse troppo, ma c’è la farà. Sai perché? Perché la politica viaggia su un binario totalmente diverso rispetto alla società, viaggiando ad una velocità molto più lenta rispetto a quella richiesta e necessaria. Ma prima o poi questo treno arriverà in stazione.

Nel 2019 Lei si è candidato a sindaco a Bergamo: da un punto di vista locale, quali politiche sarebbero da applicare per contribuire ad interrompere la spirale d’odio?

Ovviamente a livello locale non si ha potere di sviluppare e velocizzare le leggi a Roma, però quello che si può fare è sempre un grande lavoro di comunicazione. Parlarne è sempre la scelta migliore, perché finché le cose restano nell’ombra e le realtà come la nostra (presenti ormai molto sul territorio nazionale) verranno ignorate, non potrà esserci sviluppo. Poi ovviamente c’è quella parte politica che fa sempre muro a tutto ciò è da quello che so, nel nostro consiglio comunale spesso danno spettacolo non da poco. So che sono apparse anche mozioni in questa materia.

C’è un messaggio che vorrebbe lanciare, destinato in particolare alle nuove generazioni?

Certo, siate fieri di voi stessi, siate orgogliosi di ciò che siete. Vivete la vostra vita amando chi volete perché la migliore arma che possiamo usare contro chi ci odia è esistere. Non abbiate paura! Siete tutti splendidi e tutti perfetti esattamente così come siete. Vorrei lanciare un messaggio anche a chi ci ostracizza: venite a conoscerci, frequentate le nostre famiglie, vivete il nostro quotidiano senza chiudervi nella vostra paura e nella vostra intolleranza. C’è tutto un mondo fuori dalla vostra testa e vi assicuro che vale la pena scoprirlo. Noi siamo qui che vi aspettiamo e speriamo di incontrarvi presto.

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