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L'incontro

Il futuro digitale dell’energia e sostenibilità delle aziende: le pmi a scuola da Abb e Confindustria

A loro il compito, con il supporto di partner d'eccellenza, di sensibilizzare i colleghi imprenditori sui temi energetici, per conoscere e approfondire i trend legati alla sostenibilità e fornire gli strumenti giusti per ottimizzare la gestione energetica.

È iniziato giovedì 29 aprile, con un incontro dedicato ai valori del futuro digitale dell’energia, il ciclo di appuntamenti a cadenza settimanale gratuiti inseriti all’interno del progetto Innoveas, che vedono la partecipazione di partner di eccellenza e si rivolgono alla piccola e media impresa.

Ad affiancare le imprese Abb, che ha promosso i “Transformation Talks” in collaborazione con Confindustria Bergamo: a loro il compito di sensibilizzare i colleghi imprenditori sui temi energetici, per conoscere e approfondire i trend legati alla sostenibilità e fornire gli strumenti giusti per ottimizzare la gestione energetica.

Un tema, questo, strategico nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che contiene il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 dove sono previsti 7 miliardi di euro per le imprese orientate a investire su green, innovazione, ricerca e sviluppo macchinari e impianti, con particolare attenzione per hardware e software di base, attrezzature e beni strumentali d’impresa e tecnologie digitali, compresi investimenti in cloud computing, big data, robotica avanzata, banda ultralarga e ammodernamento digitale.

È stata l’occasione per scoprire le diverse soluzioni che permettono concretamente alle aziende di ridurre i costi attraverso l’efficientamento energetico, attraverso per esempio dispositivi intelligenti e strumenti di misura per avere la propria azienda sotto controllo dal punto di vista energetico, riducendo i costi e aumentando l’efficienza degli impianti elettrici.

Come quella presentata da Olivo Foglieni, presidente del gruppo FECS, vice presidente di Confindustria Bergamo e membro del tavolo tecnico dedicato all’Energia di Confindustria: “Sento tante aziende che guardano con un po’ di sospetto agli audit energetici – ha sottolineato – Ma pochi sanno che potrebbe generare ricchezza, evitando quegli errori grossolani che a volte si commettono e che costano un grande dispendio di energia. Poter risparmiare energia significa guadagnare competitività: nelle mie aziende è bastato installare audit non invasivi per capire le best practice da applicare. Ad esempio inserendo lampade a led per una superficie di 7-8mila metri quadrati, con un costo importante è vero, ma recuperato nel giro di 10 mesi e che oggi mi dà un vantaggio competitivo. Oppure con degli inverter su compressori, che in 6 mesi mi sono valsi in termini di valore energetico l’esborso fatto”.

Tema caldo anche quello dell’impatto del digitale nei sistemi aziendali, in una logica di indipendenza energetica: come recupero l’energia, come ottimizzo i consumi, come posso allargare i concetti alla supply chain?

La sostenibilità ambientale che oggi è un’opportunità domani sarà sicuramente un must ed è quindi fondamentale che diventi un modello per tutti, non solo di pochi singoli.

A spiegare la possibile integrazione tra energia e digitale è stato Fabio De Felice, presidente di Protom: “Sono due componenti essenziali della sfida alla sostenibilità e andiamo incontro a sistemi di economia circolare, adattando i cicli economici a quelli naturali. Implementare un modello di economia circolare non è semplice, perché va ripensato tutto. E qui possiamo parlare di economia digicircolare, dove la sostenibilità sa che non può fare a meno delle nuove tecnologie e le nuove tecnologie, nonostante le rapide evoluzioni, si devono sviluppare in modo sostenibile. Ciò che manca è una misurabilità universale di impatto ambientale e consumo energetico: dovremo trovarla anche per le soluzioni digitali. Dovremo avere un approccio tolemaico al processo, mettendo l’uomo al centro: perché solo l’uomo può fare le domande giuste, alle quali le macchine rispondono. I grandi problemi e le sfide per l’umanità non verranno risolti da un algoritmo, ma dalla mente umana appassionata e che si è posta un grande obiettivo”.

Tra chi si sta da tempo muovendo in direzione della sostenibilità, dell’efficienza energetica e dell’utilizzo di tecnologie che abbattono consumi e sprechi è Abb che a Dalmine ha una delle prime light house plant accreditate dal Mise, tra le altre cose la più grande fabbrica al mondo per la produzione di interruttori di media tensione.

“Essere una light house – spiega Fabio Golinelli, Advanced Processes and Technologies Manager di Abb – Significa essere dimostratore reale delle soluzioni digitali che proponiamo al mercato. È importante far crescere anche i nostri fornitori insieme a noi. Un processo che dal punto di vista energetico ci porta diversi vantaggi, come il controllo remoto dei consumi e il monitoraggio dello stato degli impianti. Possiamo vedere, prevedere e anticipare eventuali sprechi energetici, per una vera e propria manutenzione predittiva. I benefici? Sostanzialmente due: il controllo da remoto ci consente grandi risparmi sui costi operativi e il monitoraggio dei consumi energetici ci fa risparmiare un 20% in bolletta”.

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