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Bergamo

Scritte no vax, alcune già rimosse. Il Comune: “Tante su edifici privati, solleciteremo i proprietari” fotogallery

L'assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla: "Dove potremo intervenire, lo faremo". Si valuta anche un'ordinanza

Casualità o meno, le prime scritte sono già state cancellate. Come quelle al civico 14 di via Clara Maffei, che se la prendevano con i tamponi e i vaccini. La parete (come testimonia l'immagine qui sotto: scorrendo il cursore potete vedere la differenza tra com'era prima e come è adesso) è praticamente rimessa a nuovo.

"Ho guardate con attenzione tutte le scritte che avete fotografato, la stragrande maggioranza sono su edifici privati - ha sottolineato l'assessore ai Lavori Pubblici di Bergamo, Marco Brembilla -. Il Comune non può obbligare i proprietari ad intervenire, ma con l'aiuto del segretario comunale stiamo pensando ad un modo per sollecitarli". Per adesso, non scende nei dettagli. "Non escludiamo un'ordinanza - si limita a commentare -, ma valuteremo con attenzione".

L'articolo pubblicato lunedì 26 aprile da Bergamonews mostrava decine e decine di scritte no vax comparse sui muri della città. Almeno una quarantina, scovate nel giro di poche ore. Una sorta di censimento che abbiamo realizzato per facilitarne l'individuazione, e permettere a chi di dovere di rimuoverle qualora ne avesse la possibilità.

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In media, Palafrizzoni spende 15 mila euro l'anno per ripulire gli edifici e le strutture pubbliche della città. "Dove potremo intervenire, interverremo - assicura Brembilla -. Lo abbiamo già fatto sulla facciata della biblioteca del parco Locatelli e nella zona della stazione, dov'erano comparse altre scritte di questo genere. Ma convincere i privati a pagare per qualcosa che non hanno fatto non è semplice. L'unica cosa che ottengono questi vandali, è quella di far spendere soldi a persone che spesso nemmeno si possono permettere di rimediare al loro danno. Se ne rendono conto?".

Negli ultimi mesi le scritte (molte contro i vaccini, altre che minimizzano o negano la pandemia) sono comparse un po’ ovunque: dalle vie più centrali a quelle più periferiche di Bergamo. Uno sfregio, per molti, che rischia di andare oltre il senso del decoro, visto l'impatto che il Covid-19 ha avuto sulla città, soprattutto durante la prima ondata.

 

 

 

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