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Arte

Bergamo

L’avanguardia “aerea” delle sculture di Regina alla Gamec

Un evento atteso, sia perché segna il riavvio della stagione espositiva in quest’epoca di chiusure protratte degli spazi museali, sia perché condivide con il Centre Pompidou la valorizzazione di un’artista italiana poco conosciuta al grande pubblico.

Non delude le aspettative la seducente mostra “Regina. Della scultura” che apre alla Galleria d’arte moderna e contemporanea (Gamec) di Bergamo il 28 aprile. Anzi, stupisce chi in questi mesi si era preparato all’evento.

Un evento atteso, sia perché segna il riavvio della stagione espositiva in quest’epoca di chiusure protratte degli spazi museali, sia perché condivide con il Centre Pompidou la valorizzazione di un’artista italiana poco conosciuta al grande pubblico. Il prossimo 5 maggio, infatti, apre a Parigi la rassegna “Elles font l’abstraction”, che indaga l’apporto di cento artiste, tra cui Regina Cassolo, al linguaggio dell’astrazione tra il 1860 e il 1980.

La Gamec di Bergamo e il Centre Pompidou hanno recentemente acquisito due nuclei importanti dell’opera di Regina. E mentre il museo parigino propone un focus sulla produzione anni Cinquanta, quando l’artista aderì all’eterogenea realtà del MAC (Movimento Arte Concreta), la Gamec presenta l’intero suo percorso dagli anni Trenta ai Sessanta: praticamente, la maggiore retrospettiva su Regina, grazie a prestiti importanti tra cui la collezione del museo di Mede Lomellina qui proposta nella quasi totale interezza.

Un percorso di scoperta e di meraviglia lungo nove sale, tra 250 pezzi che raccontano l’autonomia espressiva di una personalità stravagante e libera, trasversale a linguaggi e avanguardie, davvero sovrana – com’era nel destino del suo nome – di uno spazio costellato di segni, presenze, visioni di immaginifica risonanza e incontenibile suggestione.

La mostra è interamente sostenuta dal Comune di Bergamo, il cui patrimonio si arricchisce con questa donazione di una quarantina di opere tra sculture e disegni dalla Collezione-Archivio Gaetano e Zoe Fermani di una scultrice di grande interesse estetico ma anche di originale, esemplare percorso bio-artistico. Lo sottolinea l’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti, orgogliosa del lavoro svolto dalle istituzioni dietro le quinte, in questo anno di emergenza pandemica. “Regina è un’artista poliedrica, difficile da inquadrare in una scuola. Anche in questo senso può essere di ispirazione ai giovani, per la sua indipendenza ideologica dalle grandi correnti”.

E che sia una figura difficilmente incasellabile, sia nel quadro dei “ruoli” di genere dell’epoca sua, sia nella scena artistica a lei contemporanea, ci sono pochi dubbi. Scultrice quando la scultura non era considerata un linguaggio per donne, jeune femme agghindata in trine e cappellini ottocenteschi o fasciata in aerodinamiche tute da aviatore mentre sfrecciava in Lambretta con una piccola gabbia al collo per far prendere aria ai suoi amatissimi canarini, artista affascinata tanto dalle geometrie metafisiche di un soffione (il tarassaco officinale) appuntato a lapis o scomposto in tridimensione, quanto dall’anatomia umana, colta nel realismo di giovanili studi fisiognomici in gesso e in marmo o abbreviata in leggiadre sintesi in latta e in cartone di acuta intuizione formale. Di più: moglie di un “ottocentesco” pittore paesaggista, Luigi Bracchi, Regina riceveva in casa a Milano i collezionisti di lui nascondendo i propri piccoli lavori negli armadi, ma mentre i suoi gesti amministravano il quotidiano, i suoi pensieri esploravano orizzonti d’avanguardia.

regina mostra gamec

Di questa ricerca indipendente e aggiornata, colta ed estrosa, seguiamo non la parabola ma la traiettoria sempre tesa, grazie anche all’allestimento del designer Francesco Faccin che lascia “lievitare” le opere dell’artista in tutta la loro aerea risonanza. “Aerea”, non a caso, è l’aggettivo per eccellenza per qualificare Regina, un’artista per la quale l’aria è davvero tutto. Più che l’aria-vento-velocità che tutto travolge e potenzialmente tutto incenerisce del verbo marinettiano, che pure Regina avrà respirato frequentando il cosiddetto “secondo futurismo” , nelle sue opere si respira piuttosto un’aria che tutto libra e costruisce. E nei lavori in mostra, come nei suoi taccuini, Regina sembra individuare nell’elemento dell’aria – proprio come facevano i filosofi presocratici – il principio e l’arché di tutte le cose. Un’aria generatrice, un’aria che si muta in fuoco, in vento, in nuvole, acqua e terra. Un’aria generatrice, che sostiene il nostro pensiero e la rappresentazione del medesimo in bi e in tri-dimensione.

Percorrendo i due piani Gamec restano negli occhi le imbastiture in carta, le pagine in alluminio, gli equilibrismi in plexiglass, le tavole di poesia visiva, i cartamodelli e i “mobiles” , strutture cinetiche soggette al più piccolo soffio d’aria, un’intera costellazione di equilibri statici e dinamici che raccontano di una vocazione all’astrazione già presente intuitivamente agli esordi e declinata per tutta la vita con approccio personalissimo e “intimista”.

regina mostra gamec

I saggi in catalogo (edito da GAMeC Books ed Éditions du Centre Pompidou) di Christine Macel, Chiara Gatti, Lorenzo Giusti, Paolo Campiglio, Paolo Sacchini, completano il profilo di Regina con un ricco apparato critico e storico che aiuta a valutare con giusto peso il portato artistico di questa figura così vivace e singolare.

“Al netto del secondo piano su cui finora è stato relegato il suo lavoro” – scrive Lorenzo Giusti, curatore della mostra con Chiara Gatti – “dei suoi mezzi sempre limitati e del suo carattere riservato (tant’è che, a quanto si racconta, nelle occasioni che le si presentarono sempre fu invitata e mai si propose) quella di Regina ci appare oggi come una delle vicende più libere e affascinanti del Novecento artistico”.

La mostra è aperta fino al 29 agosto nei seguenti orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì: ore 15:00-20:00. Ultimo ingresso: ore 19:00. Aperto al mattino per scuole e gruppi prenotati. Sabato e domenica: 10:00-18:00

Ultimo ingresso: ore 17:00. Per la visita durante i fine settimana prenotazione obbligatoria e acquisto esclusivamente online sul sito gamec.it, da effettuarsi entro 24 ore dall’orario prescelto.

Biglietto: 6 euro. Ridotto e gruppi: 4 euro. Scuole: gratuito.

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