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Il progetto

Campi da basket come tele: a Bergamo, Valtrighe e Gorle il risultato è straordinario fotogallery

Lo Streetartball project prosegue a gonfie vele: risultato ben oltre le già alte aspettative e ora si attende di scoprire cosa succederà ai playground di Casnigo e Treviglio.

Potremmo chiamarlo senza timore “Effetto wow”: perchè quando si è alzato il velo sui tre campetti di Bergamo, Valtrighe e Gorle era difficile immaginarsi un risultato simile.

Partendo dall’immaginario di lavori simili, con esempi da tutto il mondo, le aspettative per lo StreetBallArt Project erano già alte: l’idea nata da HG80, Pilo Agency/King Of The Pilo, Pianura Urbana e Nuvole in Viaggio puntava tutto sulla rigenerazione urbana, fondendo arte e sport.

Per farlo, grazie al fondamentale sostegno della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus e a una campagna di crowdfunding, sono stati ingaggiati alcuni tra i migliori street-artist italiani.

Tra loro anche Paolo “Il Baro” Baraldi, firma nota di HG80, che ha messo le mani sul playground di via Rosolino Pilo in città, trasformandolo in un “Nuraghe al contrario” che simboleggia un’esperienza di vita personale, un buco nero nel quale tutti potremmo finire ma dal quale si può riemergere più forti e solidi di prima.

A Gorle, invece, ha lavorato Fabio Petani, artista urbano originario della provincia di Torino, che ha dato vita a  una rappresentazione che richiama anche il tema della sostenibilità ambientale, scegliendo il simbolo di una pianta come la Calathea Makoyana che è grande purificatrice dell’aria dalle sostanze nocive (il titolo dell’opera è appunto “Carbon Dioxide & Calathea Makoyana”).

Ultimo tra quelli finora realizzati il campetto di Valtrighe, frazione di Mapello: qui idea e colori sono di Manu Invisible, misterioso artista sardo che ha trasformato l’asfalto in un gigantesco schermo di pc in versione “wallpaper”, dando una sua personale interpretazione di una delle immagini più iconiche della fine del secolo scorso.

“L’ho reinterpretato ispirato alla ‘teoria delle finestre rotte’ dato che si tratta di un progetto di rigenerazione urbana – spiega sul suo profilo Instagram – L’ho raffigurato come se fosse preso a pallonate, offrendo una finestra su un mondo fantastico che simboleggia il sistema operativo e allo stesso tempo il nostro stesso sistema, quello in cui tutti viviamo. Le pallonate da basket rompono i vetri delle finestre passate e fanno scorgere il futuro, il colore e la rinascita, in un unico punto di vista che è quello rinascimentale, dal cielo, in cui gli artisti si rapportavano con ‘l’altezza’ e la dimensione, ciò che io assieme a ‘Senso’, ‘Il Baro’, ‘Fabio Petani’ e ‘Giulio Vesprini’ abbiamo fatto in questo progetto diffuso. In tutto questo si sente un grido da lontano: ‘Mi raccomando!’, un’ultima raccomandazione di una madre di famiglia chiamata ‘Italia’, che augura ai propri figli di evitare di rompere i vetri delle finestre di casa dall’entusiasmo”.

Il risultato finale su tre dei cinque campetti coinvolti nel progetto non può che far venire l’acquolina in bocca per quello che saranno le ultime realizzazioni.

Una è quasi pronta per essere svelata: a Casnigo, dove il campetto sarà dedicato a Emiliano Perani, ragazzo di 37 anni morto a causa del Covid-19 che amava giocare lì con gli amici, mancano infatti solo gli ultimi dettagli che dovrebbero essere ultimati entro il fine settimana.

Poi c’è Treviglio, dove i lavori inizieranno invece giovedì 29 aprile.

“Sta andando tutto alla grande – commenta entusiasta Alberto Savi di Pilo Agency, che negli anni ha ideato e seguito diversi progetti legati al basket, come King of the Pilo, Gigione Day con Gigi Datome e Enjoy Nba con la stella Nba Danilo Gallinari – Guardavamo in particolare all’impatto sociale della nostra iniziativa e il riscontro della gente ci sta dando grandi soddisfazioni. Ci fa piacere anche notare come campetti lasciati da parte o poco utilizzati, in questi giorni abbiano attirato grande interesse, anche solo per fare qualche fotografia. Ciò che è ancora più bello è che abbiamo attivato un effetto domino, con tantissime realtà del territorio che si sono messe in contatto con noi per replicare il progetto. Non pensavamo di fermarci a questa prima fase, ma ogni step successivo dovrà ovviamente essere valutato dal punto di vista della sostenibilità”.

 

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