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Li eliminiamo?

Il centro di Bergamo invaso da slogan “no vax”: la mappa dei muri imbrattati fotogallery

Decine di scritte negazioniste macchiano la città simbolo della prima ondata Covid. Uno sfregio, per molti, che rischia di andare oltre il senso del decoro. Qualora il Comune o i privati abbiano la possibilità di eliminarle, potranno individuarle partendo dal censimento che abbiamo realizzato e che trovate in fondo all'articolo

Dagli slogan zeppi di fake news urlati sui social network agli atti vandalici che imbrattano i muri delle città il passo, purtroppo, appare piuttosto breve.

Ma se le idiozie virtuali si possono cancellare in un clic, per quelle su muri e pareti il discorso è diverso: la macchina della manutenzione ordinaria può essere lenta, e per farla andare ci vogliono soldi. Tanti o pochi, non importa.

“In media, il Comune di Bergamo spende 15 mila euro l’anno per ripulire gli edifici e le strutture pubbliche della città”, aveva spiegato qualche mese fa l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla, furioso dopo aver visto gli “scarabocchi” (così li aveva definiti) comparsi sui pilastri appena tinteggiati del viadotto di Boccaleone. “Deturpare il contesto urbano è stupido, oltre che un costo per la collettività – aveva commentato -. Bergamo nei prossimi anni sarà Capitale italiana della Cultura, vediamo di meritarcelo sin da subito”.

Alle parole dell’assessore poco da aggiungere. Ma se le cosiddette ‘tags’ (ovvero le firme dei graffitari che quasi nessuno riesce a decifrare) affollano da decenni i muri della città, l’ultima piaga sono diventate le scritte che minimizzano o addirittura negano la pandemia. Che se la prendono con i vaccini e i tamponi, considerati strumenti della “dittatura sanitaria”. Insomma, tutte quelle teorie care a no-vax, no-mask, cospirazionisti e negazionisti del virus.

Scritte peraltro comprensibilissime, impresse con vernice spray sullo sfondo della nostra città. Quella che nella prima ondata ha versato più lacrime di tutti. Uno sfregio – per molti – che rischia di andare ben oltre il senso del decoro.

Per questo motivo, abbiamo pensato di svolgere un buon servizio nel ‘censire’ queste scritte, comparse negli ultimi mesi un po’ ovunque. Dalle vie più centrali a quelle più periferiche di Bergamo: via Baioni, Borgo Palazzo, Frizzoni, Palazzolo, Pignolo, Sant’Orsola, Suardi e tante altre. Una quarantina scovate nel giro di poche ore.

Il filo rosso che le lega è chiarissimo: dagli insulti alle case farmaceutiche che hanno prodotto i vaccini all’accostamento con la tecnologia 5G, fino agli immancabili “No Vaccini Ogm”. Niente di nuovo per chi ha una certa dimestichezza e familiarità coi social network, dove la disinformazione ha trovato terreno fertile.

Prendiamo l’ultimo slogan che abbiamo citato, solo a titolo esemplificativo: la tesi secondo la quale il vaccino a Rna messaggero possa modificare il nostro Dna non trova alcun fondamento scientifico, ma è tornata in auge dopo che l’Unione Europea ha allentato i limiti riguardo le tecniche di produzione. E soprattutto dopo che l’estate scorsa sui social è diventato virale un video di una fantomatica “tv tedesca”, che raccontava “ciò che in Italia non ci diranno mai”. In realtà era un sito svizzero, di proprietà del leader di una setta fondamentalista chiamata Organic Christ Generation, già noto per la diffusione delle più disparate teorie del complotto.

Il vaccino a Rna messaggero, tornando alla scienza, non ha la capacità di integrarsi con il nostro Dna.

Il suo compito, come spiega chiaramente il sito dell’Istituto Superiore di Sanità, “è solo quello di trasportare le istruzioni per la produzione delle proteine da una parte all’altra della cellula, per questo si chiama ‘messaggero’. In questo caso l’Rna trasporta le istruzioni per la produzione della proteina utilizzata dal virus per attaccarsi alle cellule, la proteina denominata Spike. L’organismo grazie alla vaccinazione produce anticorpi specifici prima di venire in contatto con il virus e si immunizza contro di esso”.

Ovviamente, non abbiamo la pretesa di aver trovato tutte le scritte di questo tipo presenti in città (ulteriori segnalazioni sono ben accette) ma l’obiettivo – o almeno la speranza – sono chiari: qualora l’amministrazione o il privato di turno abbiano la possibilità di eliminarle, potranno farlo partendo dalla mappa che abbiamo realizzato qui sotto. Sperando che anche le telecamere di sorveglianza, laddove ci sono, possano ogni tanto dare una mano ad identificare i responsabili e limitare il fenomeno.

Come funziona? Ogni “X” colorata sulla mappa indica un luogo in cui abbiamo trovato una o più scritte: cliccando sull’icona è possibile scoprire il civico approssimativo e vedere le immagini a esso collegate (se sono più di una viene indicato nella finestra che si apre).

La lista delle scritte censite è consultabile aprendo il menù a comparsa dall’icona che precede al titolo.

La mappa

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