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Camera di commercio

L’anno del Covid ha portato a Bergamo un saldo negativo per le imprese: 991 in meno

Il confronto tra il primo trimestre 2021 e quello del 2020: crescono i servizi e le costruzioni, calano manifattura, commercio e agricoltura

L’Osservatorio sulle imprese della Camera di commercio di Bergamo analizza il primo trimestre del 2021 che si chiude con 94.006 sedi di imprese registrate in provincia di Bergamo.

I dati di flusso mostrano un calo su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 1.721 (+13,7% su base annua) e le cessazioni sono 1.737 (di cui 1.724 non d’ufficio) con un calo pari a -16,7% su base annua. Il saldo complessivo tra iscrizioni e cessazioni risulta negativo con -16 unità (-573 nel corrispondente periodo del 2020).

Il tasso di natalità delle imprese registra l’1,8%, con una crescita di +0,2 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2020. Il tasso di mortalità, invece, segna l’1,8%, segnando una diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Le imprese attive (84.076) risultano in aumento (+266 posizioni pari al +0,3% su base annua) rispetto allo stesso trimestre del 2020.

Confrontando i 13 mesi da marzo 2020 a marzo 2021 con i dati di un anno prima, Unioncamere stima in 63.000 le mancate iscrizioni, mentre a Bergamo il Covid ha significato 991 imprese in meno. Rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, il tasso di natalità è in crescita mentre il tasso di mortalità è in diminuzione, probabilmente per via dello stato di emergenza. Le iscrizioni sono quindi aumentate e le cessazioni hanno subito una battuta d’arresto, ma queste potrebbero quindi realizzarsi in tempi successivi.

Nella Bergamasca tra i settori economici i servizi rappresentano il 38,2% delle imprese attive, seguiti da commercio (22,4%), costruzioni (20,7%) e manifattura (12,8%).

In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, i servizi crescono del +1,2% (+413 pari a +1,3% su base annua) e le costruzioni (+8 pari allo 0,0% su base annua). Sono, invece, diminuite la manifattura (-156 pari a -1,4% su base annua), il commercio (-23 pari a -0,1% su base annua) e l’agricoltura (-15 pari a -0,3% su base annua)

Molto positivi i tassi di natalità delle costruzioni (1,9%), dell’agricoltura (1,7%) e dei servizi (1,5%). In diminuzione il tasso di mortalità della manifattura (1,5%), mentre cresce nelle costruzioni (2,2%), nei servizi (1,9%), nel commercio (1,7%) e nell’agricoltura (1,6%).

Quanto alla classe di natura giuridica si conferma la tendenza in atto nell’ultimo decennio: l’impresa individuale risulta la forma giuridica maggiormente diffusa nella provincia con un’incidenza del 52,9% sulle imprese attive totali. A seguire le società di capitali (29,5%), le società di persone (15,4%) e le altre forme giuridiche (2,2%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, le società di capitali registrano la crescita maggiore (2,3%). Sono, invece, in flessione negativa le società di persone (-2,1%), le altre forme giuridiche (-0,2%), mentre le imprese individuali sono costanti (0,0%).

Le imprese straniere attive sono 9.302 pari a 11,1% delle imprese attive totali con una variazione tendenziale su base annua pari a 2,2%. Le imprese femminili attive sono 17.022, con una variazione tendenziale pari a 1,0% su base annua, e rappresentano il 20,2% delle imprese attive totali. Le imprese giovanili attive sono 6.887, con una variazione tendenziale pari a -0,3% su base annua, e rappresentano l’8,2% delle imprese attive totali.

Nel primo trimestre 2021 sono 29.996 le imprese artigiane registrate. I dati di flusso mostrano un calo su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 675 (-2,5% su base annua) e le cessazioni sono 770 (avvenute non d’ufficio) con una variazione pari a -7,7% su base annua. Il saldo complessivo risulta negativo con -95 unità (-142 nel corrispondente periodo del 2020). Il tasso di natalità delle imprese registra l’3,3%, mentre il tasso di mortalità segna l’2,6%.

Le imprese artigiane attive sono, invece, 29.926 e riportano, in relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, una perdita di 119 posizioni con una variazione tendenziale pari a -0,4%.

L’analisi dei settori economici mostra che il numero maggiore di imprese artigiane attive si concentrano nell’ambito delle costruzioni (13.381 pari al 44,7% delle imprese attive totali), dei servizi (8.268 pari al 27,6%), della manifattura (6.610 pari a 22,1%) e del commercio (1.542 pari al 5,2%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno precedente, crescono i servizi (+54 pari a +0,7% su base annua). Diminuiscono, invece, l’agricoltura (-25 pari a -17,7% su base annua), la manifattura (-101 pari a -1,5% su base annua), il commercio (-11 pari a –0,7% su base annua) e le costruzioni (-41 pari a -0,3% su base annua).

Analizzando la forma giuridica, invece, il 74,1% delle imprese artigiane sono imprese individuali. Seguono le società di persone (15,5%), le società di capitali (10,3%) e i consorzi (0,04%).74,3% delle imprese artigiane sono imprese individuali. Seguono le società di persone (15,6%), le società di capitali (10,0%) e i consorzi (0,04%).

Le procedure concorsuali, gli scioglimenti e le liquidazioni sono 319, in diminuzione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+417).

Le 107 mila imprese attive tra sedi e unità locali, aumentate rispetto a un anno fa (+441), impiegano 395.402 addetti (di cui 325.847 dipendenti e 69.555 indipendenti). Rispetto allo stesso periodo del 2020 si registra pertanto una diminuzione di 1.288 addetti, con una variazione tendenziale del -0,5%.

Tra i settori economici si riscontrano incrementi di addetti delle localizzazioni attive nelle costruzioni (+1.690) e nella manifattura (+474), nel commercio (+317) e nell’agricoltura (+261). Rilevanti perdite di addetti su base annua si rilevano nei servizi (-4.251).

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