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Il comandante nervi

‘Ndrangheta e usura a Bergamo, i carabinieri: “Bisogna fare rete per sconfiggere questo cancro”

Gli arresti di questa settimana sono la conferma della presenza in Bergamasca di questi due fenomeni: "Difficile stabilirne la portata prima delle denunce, ma la nostra attenzione è alta"

Le due operazioni portate a termine questa settimana dai Carabinieri del Comando provinciale di Bergamo hanno dato solo la conferma della presenza di due fenomeni in Bergamasca: ‘ndrangheta e usura.

Se il primo è ormai radicato da anni sul nostro territorio, il secondo è emerso ancora di più con la crisi economica provocata dalla pandemia.

A favorire la loro diffusione è, anche al Nord come al Sud, l’omertà, spesso associata alla paura di denunciare. Nonostante ciò i carabinieri, come le altre forze di polizia, si battono ogni giorno per contrastare episodi come quello di Seriate e di Bergamo.

Lo conferma il comandante provinciale dell’Arma Alessandro Nervi: “Queste operazioni mostrano ancora una volta quanto sia alta la nostra attenzione nei confronti della criminalità, anche quella organizzata, che va a inquinare l’economia locale e a rovinare la vita dei nostri cittadini”.

Si può stabilire quanto sia diffusa la ‘ndrangheta a Bergamo?

La sua pervasività si può solo intuire dalle operazioni di polizia, quelle concluse e quelle in corso, ma è difficile dire se sia elevata o meno finché non emerge. Sicuramente possiamo rilevare la presenza di soggetti che gravitano attorno alla malavita calabrese.

Perché proprio qui da noi?

Il motivo è da ricondurre alla semplicità di ottenere guadagni, in virtù della situazione economica locale che è una delle più floride dell’intero territorio nazionale. Almeno lo era prima della pandemia e speriamo lo sia anche dopo.

In quali zone della provincia è più radicata la ‘ndrangheta?

Non ci sono aree definite. È una presenza a macchia di leopardo. Di certo la concentrazione più alta è dove ci sono più siti industriali, proprio per la maggiore possibilità di portare a termine affari sporchi. Poi ci sono altre organizzazioni criminali del Sud che sfruttano questi canali di approvvigionamento di denaro per i loro traffici illeciti.

Capitolo usura: la pandemia può aver accentuato il problema?

Sicuramente le difficoltà economiche di molti nostri commercianti, come quelli che operano nel settore della ristorazione, possono spalancare le porte agli strozzini. Anche qui, però, lo possiamo capire solo a fronte di chi denuncia.

Sono molte le persone che si rivolgono a voi?

Mi astengo dal commentare, dico solo che la nostra attenzione è sempre alta e costante. Dopo questi arresti il lavoro continua. Non si tratta di un punto di arrivo ma di partenza, come in tutto ciò di cui ci occupiamo ogni giorno.

Vuole dire qualcosa ai bergamaschi vittime di questi tipi di reato?

Chiedo loro di affidarsi alle associazioni che si occupano di raccogliere le segnalazioni a riguardo. Lì possono trovare la forza della collettività per uscirne e risolvere il problema. Noi forze dell’ordine rappresentiamo la repressione ma non siamo la sola soluzione. Bisogna fare rete per debellare questo cancro. L’unione fa la forza.

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