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Bergamo

L’infermiere di famiglia arriva per la prima volta nei quartieri: al via a Valtesse

Attraverso la vicinanza, la proattività e l'approccio multi professionale, promuove un'assistenza di natura preventiva e curativa differenziata per bisogno e fascia d'età.

Giovedì 22 aprile è stato inaugurato l’ambulatorio dell’infermiere di famiglia e di comunità nel quartiere di Valtesse, a Bergamo.

Sede “distaccata” di quella centrale in via Borgo Palazzo, la realtà inaugurata fa parte del disegno portato avanti dall’amministrazione comunale: incentrato sull’importanza del decentramento dei servizi nei quartieri, come più volte ricordato dall’assessore alle Politiche Sociali Marcella Messina, presente all’evento insieme, tra gli altri, a Fabrizio Limonta, Direttore Socio Sanitario ASST Papa Giovanni XXIII.

L’infermiere di famiglia e di comunità è responsabile della gestione dei processi infermieristici in ambito comunitario. Attraverso la vicinanza, la proattività e l’approccio multi professionale, promuove un’assistenza di natura preventiva e curativa differenziata per bisogno e fascia d’età.

Un ruolo importante e fondamentale per la promozione dei bisogni di salute dei cittadini che, ora, troverà la propria sede per la prima volta anche in un quartiere con la concessione in comodato d’uso gratuito dal Comune di Bergamo alla ASST Papa Giovanni XXIII dell’ambulatorio già presente nel CTE – Centro per Tutte le Età di Valtesse, in via Biava 26. La convenzione durerà due anni.

Infermiere di famiglia Valtesse

L’ambulatorio ospita la prima sede del servizio degli infermieri di famiglia e comunità con la presenza, in questa prima fase, di un infermiere il martedì e il giovedì, dalle 9 alle 15. Sempre attiva, comunque, sarà la sede centrale a Bergamo, in Via Borgo Palazzo, contattabile al numero 0352676494.

La sede rappresenta il punto di partenza per l’effettuazione dei tamponi a domicilio per il territorio cittadino e dei comuni dell’hinterland. L’infermiere collaborerà, inoltre, al monitoraggio delle persone in isolamento domiciliare e all’educazione sanitaria per i comportamenti utili a ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione da coronavirus in ambito domiciliare.

Se quindi inizialmente sono previste azioni preventive al diffondersi del contagio da coronavirus, a regime l’ambulatorio sarà un punto di riferimento per il cittadino che abbia necessità di ricevere consulenza e indicazioni sanitarie. Inoltre, nei casi di fragilità sanitaria o sociale, questa figura è in grado di allertare il medico curante e, nel caso, i servizi sociali di riferimento e pianificare interventi condivisi con gli altri attori della rete socio sanitaria territoriale.

Niccolò Carretta, Consigliere Regionale e membro della Commissione Sanità, ha commentato: “Si tratta di un bellissimo servizio che va nella giusta direzione e che rafforza le cure primarie sul territorio, un tema che dovrà essere stella polare nel percorso di revisione della legge regionale 23.”

Infermiere di famiglia Valtesse
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