Il prossimo dei “33 itinerari e innumerevoli varianti, 115 strade, scalette, funicolari e sentieri per salire alle porte di Città alta, rigorosamente a piedi o in bicicletta” ci porta ad Astino e alla valle della biodiversità, dopo aver visitato le Porte e la Conca d’Oro.
La conca di Astino, spiegano gli autori, Valentina Bailo, Roberto Cremaschi e Perlita Serra, con le immagini di Arturo Arzuffi, è forse l’ultimo angolo della città rimasto quasi immutato nei secoli.
Per questo è ancora abbastanza facile “leggere” la rete dei collegamenti tra la pianura e il colle, la presenza di corsi d’acqua e di antichissime rogge, che documentano la sapienza delle opere idrauliche necessarie all’agricoltura e il sistema difensivo creato ad ovest della città tutto intorno all’ex monastero di Astino.
L’antico monastero era uno snodo della strada proveniente dalla bassa val Brembana: ponte di Briolo, Rizzolo del Pascolo, sella di Madonna del Bosco, discesa per l’antica via Bagnada e l’Allegrezza. Dal monastero, con via Lavanderio, si risaliva alla Botta di San Sebastiano e da lì a San Vigilio e alla Città Alta.
Oggi il collegamento più immediato è con via Sudorno e la frequentatissima strada dei Torni.
Un altro successivo asse è quello costituito da via San Martino della Pigrizia che da via Longuelo o da Strada Vecchia saliva a confluire in via Borgo Canale, antico confine tra le vicinie.
La funzione di confine della zona è dimostrata dalla presenza di numerose fortificazioni e di tracce di case fortificate: basti citare la Stongarda di Longuelo, le torri di via Astino e di via Lavanderio, la cascina Bechéla, il castello dell’Allegrezza, Castel Presati fino alla residua torre individuabile tra le case popolari di Longuelo, di fronte al golf, per avere un’idea della fitta maglia esistente di presidi fortificati in vista l’uno dell’altro.
La valle di Astino, dominata dall’ex monastero recuperato al degrado e destinato a nuove funzioni civiche, è un ambiente splendido, ancora fortemente caratterizzato dall’agricoltura, punteggiato da case rurali spesso sapientemente ristrutturate, giardini e orti. A fianco, sta crescendo in meraviglia la sezione dell’Orto Botanico.
Gli itinerari partono da Longuelo: già nel secolo IX è documentato in Bergamo un prato Longo. Nel 1256 Longuelo, contrada della città, fu dichiarato appartenente al suburbio urbano (la parte edificata in pianura, frutto dell’espansione edilizia e demografica da Città Alta). Da questa zona si sale ai colli e – tramite via Sudorno, oppure raggiungendo Borgo Canale – si entra in Città Alta da porta Sant’Alessandro.
Con diversi itinerari si sale anche alla sommità di San Vigilio e al suo intrico di stradine, che offrono numerose opportunità di scendere sul versante settentrionale dei colli. Una partenza più lontana è offerta dal colle di Mozzo, il monte Gussa, ultimo avamposto dei Colli verso est. Sei le passeggiate proposte. I punti di partenza sono raggiungibili con le linee 8, 9 e 10 dell’ATB.
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