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L'iniziativa

Rotary Festival della cultura, a Romano conversazioni online sul contemporaneo

Dal 23 aprile al 7 maggio sono in programma tre appuntamenti, il venerdì sera sotto la direzione di Fabio Cleto

Quali sono le parole che danno forma a questo tempo di crisi e di passioni? Era questa la domanda a cui la prima edizione del Rotary Festival della Cultura di Romano di Lombardia provava a rispondere alla fine del 2019 discutendo di Amore, Felicità, Odio, Desiderio e il tutto avveniva poco prima del cambiamento storico dettato dalla pandemia.

Il Festival torna dal 23 aprile al 7 maggio con tre appuntamenti, il venerdì alle 20.30, sempre sotto la direzione di Fabio Cleto.

Ancora una volta il Festival prova a confrontarsi con il presente e a indagare l’universo passionale per cercare di comprenderlo. Per l’edizione 2021 il focus si sposta però dalle passioni come pure dinamiche emotive a quanto è oggetto, strumento e motore di passione.

Protagonisti degli appuntamenti saranno Fausto Colombo (Verità), Stefano Laffi (Sperimentare), Nicoletta Vallorani (Cura): interpreti ideali delle tre parole simbolo, ne illustreranno le declinazioni contemporanee, i modi e le condizioni d’esistenza.

Questa volta gli incontri si terranno in streaming sul sito www.rotaryromano.it, la partecipazione è gratuita, e avranno una durata di circa 45’.

Le registrazioni e il montaggio audio-video sono stati curati da Alberto e Carlo Valtellina. Particolare cura è stata messa nella realizzazione dei video con scelte narrative sorprendenti, scorci dietro le quinte e un senso di immediatezza che si stabilisce con il relatore.

L‘iniziativa, promossa dal Rotary di Romano di Lombardia, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e la Fondazione Rubini, gode del patrocinio dei sette Club Rotary del Gruppo Orobico 2.

“Siamo orgogliosi – spiega Chiara Brignoli assessore alla Cultura del Comune di Romano – di avere in calendario anche quest’anno una rassegna di così alto profilo, che andrà ad inserirsi nel programma di eventi proposti per celebrare gli 850 anni dalla fondazione del borgo di Romano di Lombardia. La professionalità dimostrata nell’organizzazione della kermesse e il successo ottenuto nella prima edizione, ci porta a proseguire con entusiasmo sulla strada della collaborazione. Complimenti al Rotary Club di Romano che, nonostante il periodo difficile, ha con decisione realizzato il progetto, dimostrando che la modalità online, oltre che la soluzione per un periodo di emergenza, può diventare una risorsa per mettere la Cultura a disposizione di tutti”.

Il Festival nasce dalla forte volontà del Rotary di Romano di Lombardia che con coraggio ha deciso di dare seguito alla prima edizione, promossa dal pastpresident Mirko Rossi: «Il nostro desiderio è quello che gli incontri possano essere momenti di riflessione, ma soprattutto di valorizzazione del capitale umano, di stimolo intellettuale e un’occasione di ritrovo così come lo erano in presenza», spiega Iva Schivardi presidente del Club di Romano.

“Abbiamo ripensato in una forma diversa, grazie al direttore scientifico Fabio Cleto, perché era fondamentale dare vita alla seconda edizione. Il motto del mio anno da presidente è stato La cultura è reale solo se condivisa. Desiderio del Rotary – continua – è infatti dare spazio alla cultura, che deve vivere in ogni luogo e in ogni modo, nonostante le limitazioni del periodo, perché è parte irrinunciabile del vivere di una comunità”.

La direzione artistica spetta a Fabio Cleto,docente di Storia culturale all’Università di Bergamo: “Il nostro è un tempo spaesato, disordinato, disilluso, eppure attraversato da spinte emotive che lo rendono ancor più territorio in larga misura inesplorato, se non addirittura minaccioso”.

Al centro del Festival, oggi come poco più di un anno fa, la sfera passionale come strumento per fare i conti con il nostro essere nel tempo: “Nella prima edizione abbiamo discusso di passioni fondamentali come amore, odio, felicità e desiderio: di petto, puntando al cuore della questione. Ora raccontiamo delle passioni come motore, come strumento, oggetto e fine. Tutto ciò che il sonno della ragione, il balbettio della lingua, l’affanno del presente sembrano spiazzare e disattendere”.

Ciascuna parola è affidata a scrittori e studiosi di fama internazionale quali Fausto Colombo, Nicoletta Vallorani e Stefano Laffi, l’incontro con i quali ne illuminerà la contemporaneità: “Le parole chiave si collegano al tempo che stiamo vivendo. La verità è ciò che ci sfugge, che sembra essere convocata solo nella sua negazione, come post-verità o verità alternativa; se il protagonista del nostro tempo pare essere il fake, laverità rimane il motore delle nostre azioni e delle nostre passioni, e in questa sua centralità negata va ripensata. È del resto un tempo, il nostro tempo pandemico, in cui la nostra sofferenza e il nostro desiderio (ossia la nostra passione) sono stati dettati dalla necessità di sperimentare: ovviamente dal punto di vista scientifico, nella ricerca medico-scientifica, ma anche e soprattutto nella vita quotidiana. Le nostre condizioni di vita sono drasticamente cambiate e abbiamo dovuto cercare nuovi modelli per adattarci a una realtà inedita.Il fallimento è avvenuto dove non c’è stata la possibilità, o la volontà, di sperimentare il nuovo, nella speranza che l’incubo si concludesse con un immediato ritorno al passato pre-pandemico. La cura è infine una delle chiavi del nostro contemporaneo. Il prendersi cura e l’essere oggetto di cura sono elementi centrali dell’oggi e si legano entrambi al vivere con passione la situazione presente. Il desiderio – continua Cleto – è quello di ridare forma a questi oggetti di passione per riprendere il controllo del nostro tempo. Non per tornare come prima piuttosto per ritrovarci, diversi, e sorprenderci”.

PROGRAMMA E RELATORI

A discutere di Verità per l’apertura di venerdì 23 aprile alle 20.30 sarà Fausto Colombo professore ordinario di Sociologia dei processi culturali all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove dirige il dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo, ed è delegato rettorale alla comunicazione.

Venerdì 30 aprile alle 20.30 sarà la volta di Stefano Laffi chiamata a discutere attorno al verbo Sperimentare. Laffi è ricercatore sociale presso l’agenzia di ricerca Codici (Milano).

La chiusura di venerdì 7 maggio alle 20.30 sarà dedicata alla Cura del quale discuterà Nicoletta Vallorani: professoressa, ricercatrice, scrittrice e traduttrice (esattamente in quest’ordine.

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