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Addio tabù

Convinta, concreta e forte: questa Atalanta doveva proprio battere la Juventus fotogallery

Ecco perché i nerazzurri erano destinati a sfatare la maledizione che li tormentava da vent'anni esatti

La legge dei grandi numeri è chiara: prima o poi doveva succedere. Ma non è stato un caso se proprio questa Atalanta, quella del Gasp che corre spedita verso la terza qualificazione in Champions League consecutiva (pazzesco!), è stata quella che è riuscita a battere la Juventus vent’anni dopo l’ultima volta.

Da quel 3 febbraio 2001 sembrava passata una vita. Il gol di Lorenzi e la rete decisiva di Ventola sotto la curva Pisani avevano dato il via a quella che pareva a tutti gli effetti una maledizione, almeno in campionato: dopo quella notte magica erano arrivati 24 sconfitte e 8 pareggi in Serie A. Mai più una vittoria.

Ma questa volta le cose dovevano andare diversamente. Per la legge dei grandi numeri, sì, ma anche per quello che rappresenta oggi l’Atalanta, non più una squadretta in cerca dell’ordinaria salvezza ma, al contrario, un grande undici che sa come preparare e affrontare questo tipo di partite. Non è un caso, infatti, se degli otto pareggi che per la Dea sono stati l’unica alternativa degli ultimi vent’anni alla sconfitta con in bianconeri, ben cinque erano arrivati nell’era Gasperini.

Oggi l’Atalanta è una squadra convinta, concreta. Forte.

In panchina, nel match di domenica 18 aprile, c’erano nomi del calibro di Ilicic, Miranchuk, Malinovskyi. Gente che in Serie A giocherebbe titolare in 15-16 squadre diverse dalla Dea.

Gasperini ha trasmesso a questo gruppo una mentalità che a Bergamo nessuno aveva mai visto: oggi qui si gioca per vincere, non per mettere insieme i punti necessari per ottenere la salvezza, e poi vivacchiare. Si gioca per vincere contro l’Inter – che probabilmente cucirà il prossimo scudetto sul petto -, contro il Milan, contro il Liverpool, contro il Real Madrid e contro la Juve.

A volte non va bene, com’è naturale che sia, altre volte è un trionfo. Quel che è certo, però, è che non può piovere per sempre, e anche i bianconeri adesso lo sanno. Finalmente.

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