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Operazione handbrake

Barista in crisi per la pandemia finisce nella morsa degli usurai: arrestati video

Nel corso dell’attività investigativa dei carabinieri sono stati individuati altri imprenditori della Bergamasca vittime di analoghi reati commessi dagli stessi soggetti

I carabinieri di Bergamo arrestano 2 persone e ne denunciano altre 4 a piede libero per usura. Tuttora un altro soggetto da arrestare è ricercato e sono in corso perquisizioni in provincia con il sequestro di proventi illeciti.

Si tratta dell’indagine “Handbrake”, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bergamo, che nasce a marzo del 2020 e che ha consentito di accertare l’esistenza di più soggetti dediti ad attività usuraria che hanno approfittato della situazione pandemica per stritolare commercianti in crisi.

Quasi tutta l’attività d’indagine ruota intorno alla figura di un piccolo imprenditore bergamasco, tra l’altro Consigliere provinciale di ASCOM che, per cercare di risolvere le sue difficoltà economiche, non potendo ricorrere al credito tradizionale per pregresse problematiche, si è rivolto a diversi usurai “di professione” della zona e a diversi “amici” i quali, allettati dalla promessa di un facile compenso, gli hanno prestato denaro con tassi altissimi.

L’attività d’indagine ha ricostruito come l’imprenditore si sia rivolto “in primis” a un suo vecchio conoscente, D.M.P.L. classe ’51, soggetto sulla carta nullatenente e titolare di reddito di cittadinanza, oggi destinatario di misura cautelare in carcere nonché di un sequestro per equivalente di 194.000 euro.

L’indagine ha dimostrato che il rapporto tra loro era nato già circa 4 anni orsono con un prestito iniziale di 20.000 euro, lievitato nel tempo fino a 100.000, che l’imprenditore avrebbe dovuto restituire in rate con un tasso mensile del 12% circa.

Nel giro di poco tempo, anche a causa della pandemia e del primo lockdown totale che ha coinvolto questa Provincia, la già grave situazione economica dell’imprenditore si è ulteriormente aggravata e lo stesso, al fine di riuscire a reperire il denaro per il pagamento delle rate ed evitare che le minacce si tramutassero in rischi per la propria incolumità, si è rivolto ad altri usurai.

Ha contattato un soggetto della zona, N.D. classe ’87, anch’egli titolare di reddito di cittadinanza, che gli ha prestato 1.000 euro da restituire la settimana successiva al tasso del 100%; ha contattato un altro suo “amico”, T.R. classe ’68, che l’ha messo in contatto con un altro finanziatore, N.E. classe ’84, il quale dietro garanzia di un assegno di 7.500 euro ha prestato all’imprenditore 5.000 euro da restituire a un tasso d’interesse del 50% mensile; sempre con l’intermediazione di T.R. ha ottenuto un altro prestito usuraio da P.G. classe ’61, anch’egli destinatario di misura cautelare in carcere ed al momento ricercato, che dopo aver ricevuto in garanzia l’attività commerciale dell’imprenditore gli ha consegnato dapprima 20.000 euro e successivamente altri prestiti fino ad arrivare ad una quota capitale di 85.000 euro che l’imprenditore avrebbe dovuto restituire in rate con un tasso mensile ancora del 12%.

Quasi contestualmente, per tentare di pagare le diverse rate dei debiti usurari, l’imprenditore, preso dalla disperazione, ha contattato addirittura un suo “amico”, M.O. classe ’64 che, attratto dalla proposta dell’imprenditore di ottenere in poco tempo un profitto sul capitale, gli ha prestato 5.800 euro con l’accordo per la restituzione maggiorata di 1.000 euro in più dopo una decina di giorni.

Pian piano la situazione economica dell’imprenditore è divenuta insostenibile tant’è che lo stesso ha accumulato debiti per circa un milione di euro. Addirittura ha dovuto consegnare il proprio veicolo a D.M.P.L. (che l’aveva minacciato diverse volte anche con una pistola), ha dovuto svendere i propri gioielli, ha dovuto consegnare una scrittura privata con la quale si impegnava a cedere la propria attività commerciale e ha dovuto consegnare anche i gioielli della propria compagna.

Per quanto attiene il creditore P.G. classe 61 invece, per riottenere i propri soldi, aveva assoldato M.V. classe  ‘84, pluripregiudicato bergamasco di origine siciliana impiegato quasi esclusivamente nell’attività di “recupero crediti” su commissione di vari mandanti.

Nel corso dell’attività investigativa sono stati individuati ulteriori imprenditori della bergamasca vittime di analoghi reati commessi dagli stessi soggetti. Tra questi appare significativo un episodio in cui uno degli arrestati, convinto un usurato a salire in auto con l’intenzione di portarlo in un garage e picchiarlo per fargli rispettare un pagamento, ha indotto la stessa vittima a fuggire lanciandosi dal veicolo in corsa mentre viaggiava in autostrada.

E’ ancora in corso l’identificazione di altri soggetti che, grazie all’operazione di oggi, potranno essere meglio individuati con il materiale reperito durante le perquisizioni.

L’operazione, scattata all’alba di lunedì, ha portato quindi all’arresto degli indagati che sono stati condotti in carcere, al sequestro per equivalente pari a 194mila euro per D.M.P.L. (al quale è stata decretata anche la sospensione del Reddito di Cittadinanza), oltre 10.000 euro degli altri indagati che sono stati trovati su conti correnti a loro intestati in due banche.

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