“Il palazzo più fastoso della città”: era questa la descrizione utilizzata nel tardo Medioevo per descrivere la “Casazza”.
L’edificio, posto a cavallo fra via Bartolomeo Colleoni e Piazza Lorenzo Mascheroni, risalirebbe attorno alla prima fase del Trecento quando Baldino Suardi decise di acquistarlo e renderlo dimora del proprio casato.
Sfruttando la posizione strategica dello stabile e il frangente politico, il nobile ghibellino decise infatti di posizionare la propria dimora nei pressi della Cittadella voluta dal signore di Bergamo Bernabò Visconti con il quale si era imparentato tramite il matrimonio fra i rispettivi figli Giovanni e Bernarda.
L’avvento della Repubblica di Venezia non fu particolarmente alla casata orobica che fu costretta a cedere lo stabile al governo lagunare che decise di destinare quest’ultimo al deposito del sale e al servizio postale della Serenissima.
I Suardi acquisirono nuovamente la proprietà della “Casazza” prima nel 1509 e poi nel 1598 prima di cederla definitivamente nei decenni successivi ai Benaglio.
Costruita interamente nell’autoctona pietra arenaria di Sarnico, la struttura è caratterizzata dalle aperture architravate visibili al pianterreno che tanto ricordano le botteghe medievali, mentre nella sezione superiore presenta finestre ad arco ribassato o rettangolari con davanzale sagomato.
A colpire i passanti rimangono però le sculture in bronzo di Gianfranco Defendi inserite in piccole fessure preesistenti.
Raffiguranti una serie di allegorie, il ciclo realizzato dall’artista bergamasco rappresenta infine i quattro elementi naturali (acqua, aria, fuoco e terra) oltre al Sole e Luna che da millenni scandiscono le nostre giornate.
Fonti
Angela Prato Gualteroni, Anna Roncelli; Bergamo : tempi e luoghi della sua storia incisi nella pietra; Bergamo; Grafica & arte; 1989
Marcella Cattaneo, Tosca Rossi; Bergamo Scolpita. Percorsi nella storia di Bergamo attraverso le voci delle sue pietre; Bergamo; Grafica & Arte; 2017
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