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Le pressioni delle regioni

Ristoranti, palestre, cinema e teatri: si abbozza un piano per le riaperture

Con ogni probabilità il primo passo sarà la riapertura dei ristoranti a pranzo all’aperto a fine aprile nelle regioni con i dati migliori. Il ripristino delle zone gialle dovrebbe avvenire a maggio, con riapertura possibile anche di cinema e teatri.

Già nei prossimi giorni dovrebbero cominciare a essere messe a fuoco le modalità di riapertura ristoranti, cinema, teatri, musei, palestre e delle tante altre attività da mesi chiusi o semichiusi quando va bene.

Domani, venerdì si riunirà la cabina di regia tra il presidente deel Conisglio e le forze di maggioranza per trovare un sofferto d’incontro fra i “rigoristi” (centrosinistra) e gli “aperturisti” (centrodestra). Tutto è legato ai numeri di contagi, ricoveri, decessi e vaccinazioni. Quindi si inizierà a mettere a punto il nuovo decreto legge che sostituirà quello attuale in scadenza a fine aprile.

Programma delle riaperture

Mentre è dato per certo il prolungamento dello stato di emergenza (in scadenza a fine aprile), probabilmente fino al 31 luglio, il governo lavora a un allentamento progressivo delle restrizioni, così come ribadito dal ministro della Salute Roberto Speranza nell’informativa alla Camera. Con ogni probabilità il primo passo sarà la riapertura dei ristoranti a pranzo all’aperto a fine aprile nelle regioni con i dati migliori. Il ripristino delle zone gialle dovrebbe avvenire a maggio, con riapertura possibile anche di cinema e teatri. Entro fine maggio ci potrebbe essere la novità della riapertura di bar e ristoranti anche di sera nei locali dotati di tavoli all’aperto.

Ristoranti

Sul tavolo del vertice tra governo e regioni, di giovedì, le proposte dei governatori, che hanno dato il via libera alle linee guida aggiornate, messe a punto dai Dipartimenti di prevenzione delle Regioni (su cui sarà ora chiesto il parere del Cts) per definire le riaperture delle prossime settimane. Poi si aprirà il confronto con l’esecutivo nazionale. Esteso anche al tema degli spostamenti tra territori, che le Regioni chiedono di consentire, almeno tra le zone gialle.

Le Regioni puntano a dare la precedenza alla riapertura dei ristoranti, sia perché “rappresentano le attività maggiormente penalizzate dal meccanismo delle chiusure”, sia perché “costituiscono settori in cui il rispetto delle misure previste è più concretamente realizzabile e controllabile”. Privilegiata la prenotazione, con regole più stringenti al chiuso: due metri di distanza tra i clienti di tavoli diversi, che all’aperto, almeno 1 metro. Va mantenuto per due settimane l’elenco di chi ha prenotato, per favorire l’eventuale rintracciamento dei positivi.

Si conferma l’obbligo di mascherina per i clienti (oltre che per i camerieri) quando non sono seduti. E l’invito a usare menù digitali. In bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e in tutti i locali dove non ci sono posti a sedere vanno limitati gli accessi (numero chiuso). Per la consumazione al banco bisogna assicurare la distanza interpersonale di almeno 2 metri tra clienti non conviventi. Nei locali che dispongono di posti a sedere «dopo le 14 sono consentite solamente la consumazione al tavolo». Ok poi ai giochi di carte in ristoranti e bar. Si sottolinea inoltre che le misure previste sono compatibili anche con l’apertura in zona arancione purché «integrate con strategie di screening periodico del personale non vaccinato».

Palestre e piscine

Nelle palestre vanno evitati assembramenti. La distanza di sicurezza deve essere almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica e almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa) e negli spogliatoi. Va mantenuto l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Potrà essere inoltre rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso quando supera 37,5 °C. Macchine e attrezzi vanno disinfettati dopo ogni singolo utilizzo. Va favorito il ricambio d’aria negli ambienti interni.

Mentre nelle piscine la densità di affollamento in vasca si calcola assicurando almeno 7 metri quadri di superficie d’acqua a persona. Tra le attrezzature (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 metri. Gli ingressi vanno calcolati e gestiti in base a questi indici.

Cinema e teatri

Nei cinema e teatri i posti a sedere dovranno prevedere un distanziamento minimo di un metro tra uno spettatore e l’altro. E almeno 2 metri se si consente di stare seduti senza mascherina. Va privilegiata la prenotazione e va mantenuto l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Sparisce nella nuova bozza l’obbligo di tampone  o di completamento del ciclo vaccinale per poter accedere a cinema, teatri, arene e spettacoli. La misura era prevista nella prima bozza. Era stato del resto lo stesso ministro della Cultura Dario Franceschini ad assicurare, rispetto alle ipotesi circolate, che non sarebbe servito il tampone per tornare al cinema o al teatro. Franceschini ha inoltre inviato al Comitato tecnico scientifico un documento in cui chiede di aumentare i posti a sedere, con un pubblico “raddoppiato” rispetto alle regole adesso in vigore: fino a 500 persone al chiuso e 1000 all’aperto.

Le precauzioni ulteriori, l’ipotesi di richiedere un tampone, come hanno fatto in questi giorni i parchi olandesi o com’era stato per il concerto ‘apripista’ di Barcellona, entrerebbero in campo invece – questa l’idea del ministro – per eventi particolari, situazioni speciali la cui organizzazione verrebbe lasciata alla valutazione delle Regioni, concerti o manifestazioni da tenersi rigorosamente all’aperto ma aperti anche a qualche migliaia di spettatori. E il costo di queste garanzie aggiuntive, dai tamponi alle mascherine distribuite in loco, potrebbe essere sostenuto dallo Stato o dalle regioni o magari da uno sponsor, in modo da non pesare ne’ sugli spettatori, ne’ sugli organizzatori. Anche se l’ultima decisione spetta ai tecnici e al governo.

 

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