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L'intervista

Daniele Belotti e l’indagine migranti: “Convinto della buonafede della Caritas”

Il deputato della Lega si dice “arrabbiato per il caos prenotazioni sui vaccini, ma la nostra sanità è eccellente”

Daniele Belotti, 53 anni, deputato di Bergamo, è stato recentemente nominato segretario organizzativo della Lega Lombarda. In un momento particolarmente delicato per tanti motivi, non solo legati alla pandemia da Covid, come lui stesso ci spiega in questa lunga intervista.

Cosa vuol dire essere responsabile organizzativo lombardo?

Iniziamo col ricordare che la Lombardia per la Lega è la regione più grande, con quasi 9.000 militanti, centinaia di sezioni, 120 solo a Bergamo. Questa nomina arriva dopo un anno particolare in cui abbiamo dovuto cambiare modalità di approccio con elettori e militanti: sedi chiuse, niente feste. Per noi, che abbiamo sempre vissuto di contatti diretti, di gazebo, non sul web come i 5 stelle, è stato complicato. Inoltre dobbiamo rimettere in moto il movimento che passa da Lega Nord a Lega Salvini Premier. Diciamo che è una fase di ripartenza completa.

Cosa dovrà gestire?

A ottobre ci saranno oltre 200 comuni al voto tra cui Milano, Varese, Busto Arsizio; quasi quaranta in Bergamasca, e alcuni grossi come Treviglio e Caravaggio. Per un movimento che ha fatto del contatto con la gente la sua forza vanno ripensati i metodi della campagna elettorale. Stiamo organizzandoci sui social, consapevoli però che alcuni non funzionano con i nostri simpatizzanti: ad esempio Instagram per i più anziani non esiste. Quindi social sì per i più giovani e smart, mentre torneremo ai volantini per i più tradizionali dei nostri aficionados. E speriamo presto di poter ripartire coi nostri gazebo. Di certo le feste estive saranno penalizzate. Le ultime sono state la Berghém Frecc tra Natale e Capodanno 2019 e quella di Palazzago a metà febbraio 2020, prima dell’esplosione del virus.

Dovrete inventarvi qualcosa di nuovo…

Più che inventare qualcosa vanno riannodati i fili: è naturale il distacco che si è creato tra tutti. Non solo nei partiti, anche nelle associazioni. Quindi la prima fase: riallacciare rapporti. Insieme a Fabrizio Cecchetti, segretario nazionale, stiamo confrontandoci online, poi appena si potrà incontreremo i militanti di persona.

Le mancano i contatti?

A me la strada manca tanto. Da una vita le mie serate erano in giro sul territorio.

Più lo stadio o le serate politiche?

Tutte e due. Certo aspetto 113 anni per vedere l’Atalanta col Real, a Madrid sarei andato anche in autostop. Invece…

Da quanto tempo è un attivista della Lega?

Dal 1989. Avevo 21 anni, elettore dall’87 sempre e solo votato Lega. A Bergamo nell’’87 avevamo il 4%, avevamo preso tanto a Gandino e in alta Valseriana, ma in città…

Quali ruoli ha ricoperto all’interno del partito?

Nel ’90 fondatore del movimento giovanile, del quale sono diventato responsabile nel ‘93. Segretario provinciale dal 1994 al ’99, poi dal 2013 al 2018, quattro volte in tutto. L’anno scorso coordinatore della Toscana…

Non è andata benissimo.

Un’esperienza molto formativa per uno abituato a stare in trincea sì, ma in un fronte facile. In Toscana ero in trincea oltre le linee nemiche. Ho visto cose incredibili: ristoranti minacciati e boicottati perché ospitavano pranzi della Lega. In un periodo difficile come quello della pandemia, nella zona attorno a Firenze e Pisa alcuni hanno dovuto disdire le prenotazioni

A livello amministrativo invece?

Consigliere comunale a Bergamo dal 1995 al 2014. In Regione consigliere dal 2000 al 2013, assessore negli ultimi tre anni (2010-2013). Sono deputato dal 2018.

Ci riassume i momenti salienti della storia della Lega dal suo punto di vista?

L’exploit del ’90 quando, da sconosciuti, entriamo in massa nei Consigli comunali e in Consiglio regionale. Con una inesperienza pesante. Tutti i movimenti nuovi hanno vissuto questa situazione, vedi i 5 Stelle e l’Italia dei valori di Di Pietro. Noi abbiamo maturato esperienza sul territorio. Abbiamo creato una classe di amministratori che han fatto esperienza per poi arrivare a livelli più alti. Poi la vittoria da soli alle provincaili del 1995. Il periodo più entusiasmante sono stati gli anni tra il ’96 al 2004 (quando poi Bossi si è ammalato): facevamo iniziative quasi ogni settimana. Era la fase secessionista. A cui ha fatto seguito la fase governativa, sia in Regione Lombardia che a Roma con Berlusconi. Nel 2012 invece il momento difficilissimo con la sostituzione di Umberto Bossi, l’arrivo di Roberto Maroni, gli scandali, il cerchio magico… se la Lega si è salvata lo deve solo alla sua base: siamo sprofondati al 3%. Infine Matteo Salvini che ha portato l’ultima svolta dal dicembre 2013: in 7 anni ci ha fatto risalire dal 3 al 34% (europee 2019).

Qual è stato il periodo migliore?

Per me gli anni dal ’96 al ’99, da segretario provinciale: elezioni padane, gazebo per l’indipendenza. La gente era proprio entusiasta. Da soli contro tutti abbiamo superato il 10% nazionale (che poi erano due regioni soltanto), in Bergamasca il 43%.

Anche sua figlia è impegnata in prima persona nel partito: le fa piacere? 

Ho due figli. Una ha fatto i 18 anni ed è abbonata all’Atalanta da quando ne aveva 6. Partecipa al movimento giovanile da 3-4 anni e ora è diventata militante. Lei è sempre stata libera di scegliere: certo se fosse entrata in un centro sociale, ne avremmo parlato. Approfonditamente. Poi ho un figlio di 15 anni: mai stato atalantino, mai stato leghista. Mia moglie mi assicura che sia mio.

Qui nella sua Lombardia la gestione sanitaria che fa capo alla Lega (e a Forza Italia) non sta funzionando: perchè?

All’inizio siamo stati travolti. Tutti. La prima ondata in Occidente è stata vissuta qui. Eravamo tutti impreparati. E poi, diciamo la verità: anche quelli che sono stati colpiti dopo di noi hanno vissuto grossi problemi. Prendiamo la Svezia, mai fatto lockdown, a volte leggevi: che bello il modello svedese, poi no, tracollo del modello svedese… E infine, alcune situazioni messe alla berlina come errori non lo erano.

Quali?

Una, enfatizzata: i morti nelle Rsa. La tanto contestata delibera dei ricoveri post Covid nelle Rsa non è quella che ha portato i morti.

Ma se li porti senza dispositivi di protezione, come è successo in Lombardia…

I dispositivi di protezione allora erano introvabili, in Lombardia come in tutto il mondo. Gli unici che avevano le mascherine erano i cinesi, perché le producono e perché già le usano in Cina.

Dei dati sballati su contagi per le zone rosse e arancioni che mi dice?

Sa, l’algoritmo è un punto di domanda, personalmente non mi sento di criticare nessuno per questo, perché non si sa davvero cosa si sia inceppato in quel meccanismo.

E sui vaccini? Il caos prenotazioni?

Questo sì, è l’errore che mi ha fatto inc…. È evidente che qualcuno non è stato in grado di fare funzionare il sistema come si deve.

Non ha funzionato soprattutto coi più deboli: venerdì scorso è stato un disastro per i caregiver e per disabili adulti.

La disfunzione però qui è legata a un problema di passaggio di dati tra Inps (che con quei dati certifica i disabili in base alla legge 104) e Ats. Evidentemente i sistemi non sono compatibili, oppure ci sono troppe banche dati. Questa esperienza porta a rivedere tante cose, a decidere di modificare le programmazioni, l’anagrafe.

Eppure la Lombardia è tra le regioni che hanno mostrato di più le pecche in questa fase. Non sarà che il sistema sanitario lombardo fa acqua?

Le difficoltà derivano non dal sistema sanitario lombardo, che è eccellente sotto vari aspetti, ma dalla carenza di medici. Problema nazionale: in Italia però abbiamo il numero chiuso nelle facoltà di medicina. Nel 2022 quattromila medici andranno in pensione e non saranno sostituiti. E c’è carenza soprattutto nelle zone più difficili, quelle di montagna. Il numero chiuso va rivisto, è un impegno.

Non è piuttosto un problema di assenza di presidi ospedalieri nei territori più disagiati?

Guardi, i tagli agli ospedali di periferia c’è stato ovunque. Anche in Toscana. Quello che è mancato in questo anno è la medicina di base. Dobbiamo potenziare i servizi di base.

Perché lei, così brillante e puntiglioso a segnalare (giustamente) problemi ed errori della maggioranza di centrosinistra in città o al Governo, sta così zitto da mesi sul caos regionale che tocca Bergamo, la sua Bergamo colpita, quella per cui ha pianto alla Camera?

L’autocritica l’ho fatta, rispondendo alle sue domande. Io sono di parte e gioco in una squadra. Critico all’interno.

Ci sono discussioni al vostro interno? Non esce mai nulla…

Sì, discutiamo al nostro interno.

Non l’abbiamo mai sentita dire una parola neanche sui famigerati 49 milioni o sull’inchiesta Lombardia film commission che vede indagati (e agli arresti) alcuni bergamaschi. Eppure non è così garantista e silenzioso quando un’indagine tocca la Caritas o i migranti…  

Domanda giustissima. Ma non ho mai sentito nessuno vicino all’ambiente dell’accoglienza criticare il sistema dell’accoglienza.

Entriamo nel merito

Inchiesta dei 49 milioni: cavolata gigantesca. La tesi è: c’è un tesoro della Lega da qualche parte nel mondo. Ebbene, noi abbiamo fatto la campagna elettorale europea del 2014, quando i sondaggi ci davano al 3%. Se avessimo avuto dei soldi in questa fase di sopravvivenza li avremmo usati. Invece è stata una campagna al minimo. Vorrei ricordare che poi, nel 2017, ci sono stati sequestrati tutti i soldi. A Bergamo 400mila euro frutto di piccole donazioni, tesseramenti, feste… dalla sera alla mattina sono spariti, alla fine con quelli delle sezioni i soldi sequestrati in Bergamasca sono stati 770mila.

E sulla Lombardia Film Commission?

Quella non è una roba della Lega: sono persone indicate dal nostro movimento per alcuni compiti, non militanti. Quanto alle inchieste che coinvolgono la Caritas…

Ecco, mi spieghi, visto che è sempre pronto a puntare il dito.

Non ho mai detto che erano colpevoli. C’è un’indagine e io non mi pronuncio. Dico solo: tu, ente pubblico, come fai a fare delle convenzioni con un’associazione che è accusata di truffa? E se vuole gliela dico tutta.

Dica.

Sono amico di don Claudio Visconti (già direttore Caritas Bergamo). Suo e di altri: no, non mi sembrano truffatori. Sulla Caritas ci metto la buona fede. Ma a questo proposito ho presentato un progetto di legge.

Quale progetto?

Pubbliche scuse in caso di ingiusta accusa. Prendiamo la Caritas. Salta fuori che don Claudio non ha fatto niente di illegale. Intanto è finito su tutti i giornali, la sua immagine ne esce danneggiata. Qualcuno perde anche il lavoro per accuse poi rivelatesi infondate. Certo, prima o poi avranno la soddisfazione di essere assolti, ma nessun risarcimento perché non sono stati incarcerati. Almeno abbiano pubbliche scuse.

Parliamo della Lega a Bergamo che sembra un po’ spenta. È andata avanti a suon di commissari, poi a marzo la nomina del deputato Cristian Invernizzi. Ma senza una scelta della base: Invernizzi è stato nominato da Salvini. Come un commissario… cosa succede? 

Invernizzi non è infatti segretario. Però la situazione oggi è davvero particolare. E cade proprio mentre la Lega sta facendo un passaggio da un movimento all’altro (diventa Lega per Salvini Premier), con tutto quello che comporta a livello legale, a cominciare dallo statuto. Dovevamo fare i congressi l’anno scorso: a febbraio, aprile e nell’autunno 2020. Ma dobbiamo continuare a rinviare. Stiamo rimandando anche la campagna tesseramenti.

E su Bergamo città? Lei, che è stato per tanti anni in Consiglio comunale, come vede il sindaco Giorgio Gori e la maggioranza di centrosinistra?

Gori è sicuramente un personaggio, il primo sindaco di Bergamo con una decisa notorietà nazionale. L’ho toccato con mano quando l’ho visto in prima fila al Festival di Sanremo. È molto conosciuto dai media. Questo l’ha avvantaggiato. Ha indubbie capacità comunicative di cui a volte però abusa. A volte tira fuori argomenti divisivi, cosa che un sindaco non dovrebbe fare. Perché, per esempio, in piena pandemia, mentre la crisi attanaglia i cittadini e le attività, perché dico parli di immigrati?

Che problema le crea?

Il problema è che lancia proposte irrealizzabili. Come ottenere un permesso di soggiorno dopo che hai pitturato due panchine. Sono messaggi sbagliati che invitano a venire qui come se fosse facile. Mentre di problemi economici ce ne sono tanti anche da noi.

Concluderei con uno dei temi caldi e divisivi: chiede riaperture immediate? 

Le chiedo in modo progressivo, in sicurezza e con darte certe.

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