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Centro Salesiano DON BOSCO

La testimonianza

Il sindaco di Aviatico agli allievi dei Salesiani: “Cosa significa governare ai tempi del Covid”

Mattia Carrara, primo cittadino del Comune seriano, ha incontrato gli studenti delle classi quinte del Centro Salesiano "Don Bosco" di Treviglio

Mattia Carrara, primo cittadino del Comune seriano, ha incontrato gli studenti delle classi quinte del Centro Salesiano “Don Bosco” di Treviglio: ecco la testimonianza di un allievo.

Venerdì 5 febbraio il Centro Salesiano ha festeggiato come ogni anno la festa del suo fondatore, San Giovanni Bosco, anche in circostanze non del tutto agevoli a causa del continuo propagarsi della pandemia da COVID-19. Nonostante ciò è stata garantita la presenza in sicurezza, secondo i protocolli vigenti, di tutte le classi quinte, dato che sarebbe stata l’ultima festa di don Bosco prima della maturità e della fine del loro percorso di studi. La festa è stata caratterizzata dalla possibilità di assistere a vari “workshop”, ovvero momenti di riflessione in cui un esponente della società civile, del mondo dello sport, della realtà dei social racconta la sua esperienza e il percorso che lo ha portato a raggiungere determinati risultati.

Quest’anno ho avuto il privilegio di poter ascoltare il sindaco di Aviatico Mattia Carrara, che ci ha raccontato cosa significhi amministrare e governare la ”cosa pubblica” in un periodo di pandemia e di crisi economica e sociale. Aviatico è un piccolo paese di poco più di 500 abitanti nella provincia di Bergamo, in val Seriana. Insomma possiamo dire che si tratta di una realtà piccola, semplice e tranquilla, ma tutto ciò non l’ha resa estranea alla crisi in atto. Il sindaco Carrara in quella mattinata ci ha raccontato come poco meno di un anno prima anche il suo comune, come tutta la Lombardia, stava per conoscere un nuovo nemico, sconosciuto, invisibile, mortale. Inoltre la val Seriana con i comuni di Nembro e Alzano fu una delle prime zone ad essere colpite, si discusse a lungo di un’eventuale zona rossa per questi comuni oppure addirittura per tutta la valle; queste misure non vennero mai attuate in quanto prima tutta la regione e successivamente tutta Italia divennero “zona protetta”; era l’inizio di un lungo e doloroso calvario che a distanza di un anno stiamo ancora vivendo, forse intravedendo una luce in fondo al tunnel grazie ai vaccini e alla loro somministrazione.

Mattia Carrara ci ha raccontato di quei mesi e di come lui in qualità di primo cittadino abbia governato il paese in un tempo difficile, il più complicato dal secondo dopoguerra. La prima fase è stata caratterizzata da un susseguirsi di emergenze: il reperimento di mascherine, la tutela degli anziani e dei più fragili, il coordinamento della protezione civile, la possibilità di eseguire tamponi, il controllo del territorio comunale per assicurarsi il rispetto e l’attuazione dei Dpcm e delle ordinanze regionali. Di fronte a tutte queste emergenze la collaborazione interistituzionale, in primis a livello comunale con i propri assessori e collaboratori sino ad arrivare a livello regionale, è stata fondamentale. È facile comprendere come nel reperire mascherine e per il controllo del territorio sia stata di straordinaria importanza la collaborazione con il prefetto, in quanto rappresentante territoriale del governo, e con i vertici delle forze dell’ordine a livello locale.

Col passare dei mesi nel frattempo, una volta arrivato giugno, tutti hanno incominciato ad uscire: era l’inizio dell’estate e anche in quei mesi estivi così caldi l’attività del sindaco non si è potuta fermare, perché bisognava capire come si sarebbero riaperte le scuole, come si sarebbe riorganizzato il trasporto pubblico locale, con quali mezzi, risorse, fermate. In autunno invece Mattia Carrara, come tutti gli amministratori locali d’Italia, ha dovuto affrontare la risalita della curva dei contagi e la cosiddetta “seconda ondata”, che comunque ha “risparmiato” in parte la provincia di Bergamo rispetto alla durissima e inaspettata prima ondata; vi è stata poi la chiusura della scuole e il conseguente ritorno alla dad, acronimo che ormai tutti noi abbiamo imparato a conoscere. Inoltre in autunno con un nuovo Dpcm si è introdotto un “sistema a colori” che a seconda di determinati parametri riguardanti i posti letto occupati, le terapie intensive, l’indice di trasmissione Rt colloca la regione in una determinata fascia con conseguenti limitazioni e restrizioni; dunque il sindaco ci ha anche ricordato come, soprattutto in questa fase, sia fondamentale comunicare alle autorità competenti il numero di contagi effettivi, il numero di tamponi effettuati…

Alla fine dell’incontro col Sindaco Mattia Carrara sono convinto che tutti coloro che lo hanno ascoltato si siano resi conto dell’importanza di un sindaco, di un amministratore locale, di un rappresentante dello Stato che in momenti così drammatici ha a cuore i destini della propria comunità e che non pensa solamente a sé e ai propri interessi, bensì a qualcosa di più grande, ovvero il bene comune, la salute collettiva e il benessere della propria comunità.

Marco

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