La Food and Drug Administration ha chiesto una sospensione nell’uso del vaccino Janssen di Johnson & Johnson negli Stati Uniti, interrompendone la somministrazione nei siti federali così come fatto dai Centers for Disease Control in attesa di ulteriori indagini sulla sicurezza.
Il caso è scoppiato proprio nelle ore in cui erano attese in Italia le prime dosi del vaccino (184mila), in seguito alla scoperta negli Usa di sei persone (su circa 6,8 milioni che hanno ricevuto Johnson & Johnson) che hanno sviluppato una malattia rara che coinvolge coaguli di sangue nelle due settimane successive alla vaccinazione: si tratterebbe, secondo quanto riferito dal New York Times, di donne tra i 18 e i 48 anni, una delle quali sarebbe morta e una seconda ricoverata in gravi condizioni.
Una decisione presa in via precauzionale e che ha indotto anche la casa farmaceutica a ritardare le consegne in Europa: “Siamo a conoscenza dei problemi estremamente rari avuti da un piccolo numero di persone che hanno ricevuto il nostro vaccino – ha spiegato l’azienda – Stiamo rivedendo questi casi con le autorità europee e abbiamo deciso in via proattiva di ritardare le consegne in Europa”.
Gli Stati Uniti hanno già affermato che l’imprevisto non impatterà in modo significativo sul piano vaccinale, in quanto gli accordi sottoscritti con Pfizer e Moderna consentono di mantenere l’attuale velocità di vaccinazione, offrendo un’immediata alternativa a chi avrebbe dovuto ricevere il vaccino Johnson & Johnson.
Già nel pomeriggio di martedì l’Italia ha immediatamente organizzato un incontro tra i rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Comitato Tecnico Scientifico.
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