• Abbonati
Il caso

Gasperini, insulti a un ispettore dell’antidoping: chiesti 20 giorni di squalifica

L’episodio contestato risale al 7 febbraio scorso. A rischio le ultime tre partite di campionato e la finale di Coppa Italia contro la Juventus

Venti giorni di squalifica. Sono quelli che il procuratore antidoping Pierfilippo Laviani ha richiesto per il tecnico dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini.

La motivazione? Avrebbe “insultato un ispettore durante un controllo a sorpresa” e “inveito contro l’intero sistema antidoping, interrompendo un test in corso su un calciatore dell’Atalanta e obbligando il giocatore ad andare ad allenarsi”.

L’allenatore sarà giudicato dal tribunale nazionale antidoping il 10 maggio. Nel caso venisse sanzionato, non potrebbe avere contatti con tesserati per tutta la durata della sospensione, saltando anche le ultime tre partite di campionato e la finale di Coppa Italia contro la Juve.

L’episodio contestato risale al 7 febbraio scorso. Quando – come riporta la Gazzetta dello Sport – al campo di allenamento dell’Atalanta si era presentato un ispettore di Nado Italia per un controllo antidoping a sorpresa su 4 calciatori.

I test dei calciatori sono evidentemente risultati negativi, dato che non ci sono state comunicazioni a riguardo. Ma il comportamento del mister ha comunque indotto il procuratore a contestargli l’infrazione, proponendogli un patteggiamento (per la violazione dell’art.3 comma 3 del codice antidoping di nado Italia il tecnico rischia fino a sei mesi di squalifica) per una sanzione di 10 giorni di stop.

Gasperini non ha accettato il patteggiamento e ha chiesto un’udienza dibattimentale fissata il prossimo 10 maggio davanti al tribunale nazionale antidoping.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI