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Intervista all'influencer

Human Safari, da Bergamo al mondo con 899mila seguaci: “Viaggiano con me”

Di Fara Gera d'Adda, Nicolò Balini oggi è influencer, fotografo, videomaker. Collaborando con enti del turismo, compagnie aeree e realtà legate al mondo travel e lavorando come tour operator, è arrivato a visitare 86 Paesi

Un lavoro, una passione, uno stile di vita. Per il bergamasco Nicolò Balini, alias Human Safari, il viaggio è questo e molto altro. È una scelta. Anzi, un credo. “Il non viaggiare è per me l’antitesi di ciò che voglio fare nella mia vita – spiega il famoso travel blogger – La pandemia mi ha aiutato a capire che ho bisogno di questo per stare bene, di andare sempre oltre e scoprire qualcosa di diverso”.

Da Fara Gera d’Adda Nicolò ha percorso tantissima strada, letteralmente e metaforicamente. Ha osato e ottenuto risultati. Nel 2012 ha aperto il canale Human Safari – che conta 889.000 iscritti – diventando negli anni un punto di riferimento per il settore travel di YouTube. Nel 2013 è poi arrivata la svolta: Nicolò lascia il lavoro e diventa un professionista autonomo. Oggi è influencer, fotografo, videomaker. Collaborando con enti del turismo, compagnie aeree e realtà legate al mondo travel e lavorando come tour operator, è arrivato a visitare più di ottantasei paesi nel Mondo.

Non solo, Nicolò è anche un comunicatore di rarissima specie. Con contenuti di altissimo livello, ma con una “contagiosa” semplicità nel veicolarli, riesce ad arrivare dritto al cuore di chi lo sta guardando o ascoltando. Chi segue Human Safari non lo fa solo per conoscere luoghi mai visti prima, ma per viaggiare con lui, tra sacchi a pelo e lunghe camminate in buona compagnia, sperando di vivere l’avventura più emozionante di sempre.

Il mondo è quindi la sua casa, ma tra tutti i luoghi visitati, c’è un posto che per Nicolò non perderà mai il suo fascino “le mura di Città alta sono un patrimonio che dovrebbe essere conosciuto da tutti, il mio impegno – spiega il videomaker – è quello di farle conoscere a più persone possibili attraverso il mio lavoro”.

Con il suo lavoro riesce ad arrivare dritto ai cuori delle persone. Da dove nasce questa sua rara capacità innovativa?

La verità è che sono sempre stato un ragazzo estremamente timido. Le cose sono cambiate in terza superiore, dopo aver seguito un corso per animatori di villaggi turistici. Ho imparato questo mestiere facendolo. Il mio stile comunicativo attuale è frutto dell’esperienza degli ultimi sette anni di uso della piattaforma YouTube. Con il tempo ho sconfitto ogni timidezza – all’inizio non mi facevo vedere nei video, ora sì – e appreso il modo migliore di rivolgermi alle persone, senza mai risultare banale o volgare. Ed è una attività che mi mette sempre alla prova, soprattutto quando mi capita di essere ospite in radio o televisione, dove spesse volte non ho nulla di preparato e mi ritrovo a improvvisare.

human safari nicolò balini ok

Viaggiare vuol dire incontrare realtà differenti dalla propria. Quanto è importante per lei la diversità?

La diversità ha un valore non misurabile. Per crescere e ampliare i propri orizzonti è importante esplorare ciò che è differente da noi. La diversità che vedo nei miei viaggi mi fa capire che esiste un mondo completamente opposto al nostro che devo andare a scoprire. Questo è fondamentale: che senso ha andare in Messico e stare in un villaggio turistico italiano in cui mangio solo cibi italiani? Non è questo il bello di viaggiare. Scoprire, andare alla ricerca di posti sempre più particolari, vivere le avventure più belle … è questo che vale la pena fare!

Oltre alla diversità, le sue avventure vanno alla ricerca delle cose autentiche…

Nella ricerca della diversità scopri l’autenticità di luoghi e persone. Il mio ideale di viaggio è proprio quello più autentico, in cui “ci si sporca un poco le mani” e si vive anche in sistemazioni spartane. Così si creano le situazioni più divertenti, quelle che piacciono di più agli utenti che seguono. È bello andare oltre la propria zona di comfort, come quando lo scorso sono andato in Islanda in macchina. È il mix di “disagio” e avventura che rendono un viaggio memorabile.

Viaggiare è anche cambiare. La sua esperienza lungo il cammino di Santiago de Compostela, da cui è nato il libro “Todo Cambia” è stata forse la più trasformativa…

Esatto, è il viaggio che mi ha cambiato più di tutti. Qui mi sono sentito protagonista di tutto ciò che accadeva, non soltanto un attore. Il cammino è stato il viaggio per me più lungo, durato quaranta giorni, in cui ho conosciuto moltissime persone che mi hanno arricchito. Ed è anche questo il motivo per cui ho deciso di condividerlo nel libro “Todo Cambia”.

human safari nicolò balini ok

Cosa ha imparato nei suoi viaggi riguardo all’ospitalità?

L’ospitalità è la componente più umana dei viaggi, l’elemento caratterizzante quei viaggi in cui si punta molto sul conoscere la popolazione locale. Non in tutti i Paesi danno la stessa importanza alla cultura dell’ospitalità. Ad esempio, nel Nord Europa non sono mai stato colpito dall’ospitalità dei locali. Sono luoghi in cui sperimenti altro, come il senso di libertà o il fascino del remoto. Diverso dall’India, dove mi è capitato di essere ospite di persone umili, con poco da poter condividere. È un aspetto a cui tengo molto: quando sono le persone a conquistarti., il viaggio diventa indimenticabile. Infatti, ho avuto modo di fare la mia parte grazie a un progetto di Regione Lombardia, che mi ha portato a fare da guida a ragazzi stranieri, travel blogger e influencer, visitando i luoghi della nostra regione. Ho capito che mi piace raccontare i nostri luoghi, tra cui Bergamo e portare in giro le persone nei viaggi.

Il viaggio è per lei passione e lavoro. Cosa significa, invece, per lei il non viaggiare?

È una cosa a cui sinceramente non avevo mai pensato prima della pandemia. È stata la prima volta in cui mi sono fermato, in dieci anni di attività. Nel primo periodo ho ripreso in mano il mio tempo, anche riflettendo sulla direzione che stavo prendendo. Ma alla lunga il non viaggiare è una cosa che mi mette in difficoltà. Da qui la voglia di ricominciare a fare il mio lavoro. Ho bisogno dei miei orari folli, dei voli e di tutto il resto. Il non viaggiare è quello che vorrei non fare. Io penso che, rispettando le regole, si possa ritornare a viaggiare e a vivere. Dall’inizio di quest’anno sono stato in luoghi in cui, ad oggi, è possibile viaggiare per turismo, come le Canarie e in Lapponia. E poi sono andato dai nostri “vicini”, in Francia, Svizzera e Slovenia dove è tutto diverso. Ora sto per partire per la Turchia. Del resto, è questo il mio lavoro.

 

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