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Grazie alla mia bambina ho riscoperto Picasso

Grazie alla mia Greta eccomi qui a valutare ciò che non volevo e con piacevole interesse

Pablo Picasso nasce a Malaga nel 1881. I primi insegnamenti di pittura li riceve dal padre ma già a 7 anni, da solo, usava tempere ad olio per dipingere in particolare tori e colombe. Appena a 19 anni Picasso sviluppa il suo stile personale. Contesta fin da subito l’Arte tradizionale, ha la necessità di sviluppare e creare qualcosa di nuovo.

I suoi esordi non sono fortunati, soffre la fame e il freddo, si sente emarginato. Si trasferisce a Parigi dove fa amicizia con altri artisti e qui nasce la sua idea di arte primitiva, dove dipinge maschere tribali molto affini ai bambini. Incontra Braque e con lui nasce il Cubismo.

Poi nel 1936 scoppia la guerra civile in Spagna, mentre Picasso si trova a Parigi. Dopo un attacco aereo, la cittadina di Guernica viene distrutta e Picasso decide di dipingere un quadro in segno di protesta, un’opera ancora oggi tra le più famose del mondo.

Spesso, guardando una sua opera, può capitare di pensare che l’abbia fatta un bambino. Forse per questo risulta essere uno dei pittori più studiati fin dalla primaria ed è per questo motivo che ho deciso di scrivere qualcosa su di lui, perché ho constatato che piace molto a mia figlia.

Personalmente non sono una sua estimatrice. Negli anni ho visitato alcune sue esposizioni, sono stata a Barcellona dove ho visto alcuni suoi lavori, ma non mi ha mai coinvolto totalmente, per cui non è per merito mio se Greta l’ha conosciuto, ma è grazie alla sua maestra. Per fortuna non esiste solo la mamma a dare informazioni utili ai bambini, spesso imparano di più a scuola insieme ai compagni.

Io sono un esempio di mamma che, seppur abbia visto il film dedicato al pittore, abbia letto una sua biografia, visionato dal vivo diverse sue opere, non ha trasmesso nulla ai suoi figli a riguardo. Ne comprendo il talento, gli intrinsechi significati del suo lavoro, il suo genio! Ma è solo grazie alla scuola se Greta l’ha conosciuto ed apprezzato. Per cui mi baso sull’opinione di una bambina che pare abbia amato e compreso lo stile di questo artista più della sottoscritta.

Partendo da questa base scolastica, Greta ha riprodotto su consiglio della maestra, un ritratto cubista e si è interessata ai libri riguardanti Picasso che abbiamo in casa. Esistono una serie di libri per bambini davvero stupendi scritti da Patricia Geis che stimolano la creatività e spiegano con semplicità il lavoro e la vita di famosi artisti, uno è dedicato a Pablo Picasso.

Ho già scritto un articolo basandomi su un libro di questa collana, quello su Alexander Calder, un artista a me più affine e che stimava anche la signora Peggy Guggenheim. Devo ammettere che nella collezione esposta a Venezia della mitica Peggy, ci sono anche dei Picasso, ma anche in quel caso li ho un po’ snobbati concentrandomi su altro, Pollock in primis.

Grazie alla mia bambina, invece, eccomi qui a valutare ciò che non volevo e con piacevole interesse. Bisogna saper ascoltare i nostri figli perché spesso sono loro a farci aprire gli occhi, a spingerci più in là dei nostri limiti culturali.

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