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Anva confesercenti

Più di 100 ambulanti in piazza: “Settore in ginocchio, riaprite mercati e fiere”

A Bergamo la manifestazione di ambulanti e fieristi. In piazza, più di 100 ambulanti con i loro furgoni per chiedere la riapertura dei mercati e delle fiere

Ammettono che il loro settore è in ginocchio e chiedono soluzioni immediate.

Sono le imprese del commercio su area pubblica, aderenti ad Anva Confesercenti Bergamo, che scese in piazza a Bergamo nella giornata di venerdì 9 aprile.
Una manifestazione pacifica per chiedere misure urgenti che permettano la riapertura di tutti i mercati e fiere all’aria aperta, la ripresa del comparto e la garanzia di ristori veri ed immediati.

Più di 100 ambulanti con i loro furgoni di lavoro spenti – in rappresentanza di tutti i colleghi del settore (circa 2.000 le micro imprese famigliari bergamasche) – si sono ritrovati nella piazza di uno dei principali mercati della città, per rivendicare il superamento di una situazione che non è più sostenibile: mercati fermi da settimane, se non da mesi, a causa delle zone rosse; imprese e famiglie senza reddito da tempo; sagre e fiere completamente ferme da più di un anno (febbraio 2020).

“Il commercio su area pubblica è in ginocchio da troppo tempo, servono ora soluzioni immediate – afferma Giulio Zambelli, presidente Anva Confesercenti Bergamo -. Come rappresentanti della categoria non possiamo che evidenziare con responsabilità, consapevolezza della gravità della situazione e nel rispetto di tutti, un disagio che rischia di trasformarsi in un sentimento di rabbia ormai ampiamente diffusa, conseguenza estrema del continuo apri e chiudi e dei pochissimi ristori ricevuti. Noi oggi siamo scesi in piazza per far sentire civilmente la nostra voce stanca e logorata, dissociandoci unanimemente dagli episodi di rabbia dei giorni scorsi – prosegue Zambelli -. Chiediamo alle Istituzioni di agire in modo tempestivo con proposte serie e concrete che sostengano la drammatica situazione degli ambulanti e dei fieristi su area pubblica: un’estrema richiesta di ascolto di queste micro imprese che parte da Bergamo, ma che ha, evidentemente, contenuti e rilievi nazionali”.

protesta ambulanti

Conclusa la manifestazione di piazza, una delegazione di ambulanti e fieristi, presieduta dal presidente Anva Confesercenti Bergamo, Giulio Zambelli, ha poi incontrato il Sindaco Giorgio Gori perché possa farsi portatore nelle sedi competenti delle necessità e delle richieste sempre più urgenti di questo settore.

“A nome di tutti i colleghi, desidero ringraziare sentitamente il sindaco Giorgio Gori per l’ascolto e la vicinanza che ci ha dimostrato e che saprà dimostrarci nel confronto con Anci e il Governo. Speriamo davvero che a breve si possa tornare all’amata normalità e a svolgere il nostro bellissimo lavoro” conclude il presidente Giulio Zambelli.

Vicinanza agli ambulanti ha espresso il sindaco Giorgio Gori, che ha “ascoltato con attenzione e compreso le istanze dei commercianti” nel corso dell’incontro avvenuto a Palazzo Frizzoni. “Mi farò certamente portatore dei problemi e delle proposte della categoria nelle sedi opportune, chiedendo adeguati e rapidi sostegni alle categorie penalizzate”.

protesta ambulanti

LE RICHIESTE DI AMBULANTI E FIERISTI
Certezza delle aperture
Non è più sostenibile aprire e chiudere a intermittenza, così non è possibile fare impresa, qualunque attività imprenditoriale ha bisogno di programmare, sia per la gestione dei dipendenti, sia per l’approvvigionamento delle merci e l’organizzazione della struttura.

Velocizzare la vaccinazione
Siamo convinti e consapevoli che l’unica arma veramente efficace, al di là del rispetto delle regole di sicurezza, siano i vaccini. La gestione della distribuzione dei vaccini a oggi è risultata poco organizzata e distorta da alcuni comportamenti regionali, che anziché favorire gli anziani o le categorie con patologie maggiori, hanno favorito categorie o privati che non erano prioritarie.
Chiediamo quindi di migliorare e soprattutto velocizzare la distribuzione delle dosi, affinché le attività possano ripartire e la popolazione ritorni alla sognata normalità il prima possibile.

Sostegni adeguati
Per i periodi di obbligo di chiusura non sono arrivati sostegni adeguati, e nemmeno immediati, che potevano garantire la sopravvivenza dell’impresa. È evidente che se perdura questa situazione i sostegni debbono continuare, al fine di non distruggere un patrimonio di imprese ambulanti, che è tipico della cultura e della storia della nostra Nazione. Teniamo conto che da inizio 2020 ad oggi hanno già chiuso o cessato 15.600 attività.

Prestiti a lunga scadenza
Al fine di favorire la ripartenza, dopo una situazione così drammatica che ha messo a dura prova la resistenza delle attività, è necessario prevedere dei prestiti fino a 30.000 euro, con la garanzia dello Stato da restituirsi a partire dal quarto anno dall’erogazione.

Parità di trattamento tra le attività
L’allegato n. 23 del DPCM 2 marzo 2021 consente, anche in zona rossa,  il commercio al dettaglio “ambulante itinerante” e nel commercio fisso oltre che di prodotti alimentari e fiori, anche di profumi e cosmetici; saponi, detersivi ed altri detergenti; biancheria; confezioni e calzature per bambini e neonati ma incredibilmente, non permette la vendita dei beni di prima necessità agli operatori che esercitino all’interno dei mercati, né “al chiuso” né all’aperto, tutto ciò genera confusione e incomprensione tra operatori oltre che ingiustizia tra imprenditori. (Ora assistiamo al paradosso di un marchio come Decathlon aperto e un banco di scarpe del mercato chiuso!).

Mercati “Rionali” nelle città e mercati nei Comuni sotto i 5.000 abitanti completi
Il mercato con i suoi folkloristici banchi di merci varie è innanzitutto un importantissimo servizio di prossimità per tutti i cittadini; su questo ragionamento chiediamo alla Politica di modificare le ordinanze e prevedere la possibilità di far svolgere i mercati con tutti i banchi, anche in zona rossa, almeno nei Comuni con popolazione sotto i 5.000 abitanti o come nel caso dei mercati cittadini prevedere tale possibilità per i mercati “Rionali”; questo genererebbe beneficio alle imprese coinvolte, ma soprattutto eviterebbe maggiori spostamenti di popolazione fragile per gli approvvigionamenti.

Fiere Istituzionali e fieristi
È urgente infine dare una risposta alla categoria dei fieristi che sono fermi da più di un anno e soprattutto non hanno la speranza di una data per la ripartenza. Dietro a un banco di una fiera c’è una famiglia che non chiede altro che poter tornare all’aria aperta e “vendere” sorrisi ai bambini. Su questo settore urge una riflessione ad hoc e un ripensamento generale delle prescrizioni. Le linee guida per la ripartenza ci sono già; se serve ridiscuterle siamo pronti, ma facciamo presto e facciamo tutto il possibile per far ripartire il motore di queste imprese.

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