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Il comitato di longuelo a bergamo

Astino, lavori anti allagamenti: “Ancora lontana è la fine”

Il commento del comitato di quartiere di Longuelo in seguito all'esposizione dei lavori anti allagamenti ad Astino del Comune di Bergamo e del Consorzio di Bonifica

In seguito al nostro articolo e video dedicato ai lavori anti allagamenti nella Val d’Astino a Bergamo, al fine di scongiurare i disastrosi eventi del 2016, il comitato del quartiere di Longuelo (uno dei più colpiti nell’estate di cinque anni fa) ha voluto dare un proprio commento alle dichiarazioni dell’assessore Marco Brembilla e del presidente del consorzio di bonifica Franco Gatti. 

Ecco la lettera completa:

Sin dal giorno successivo agli eventi del 2016, abbiamo scelto di intavolare un confronto positivo e propositivo con gli Enti coinvolti nella realizzazione degli interventi di messa in sicurezza idrogeologica e idraulica della Valle di Astino e del quartiere di Longuelo, con la sola finalità di agevolare la loro realizzazione nel minor tempo possibile.

Fedeli a tale atteggiamento, scriviamo quindi questa lettera con la volontà di stimolare Comune di Bergamo e Consorzio di Bonifica nel focalizzare energie e risorse al fine di garantire la necessaria accelerazione degli iter progettuali e realizzativi degli interventi di messa in sicurezza, fornendo al tempo stesso alcune precisazioni.

In primo luogo, dobbiamo puntualizzare che i lavori sulla Roggia Curna, a differenza di quanto più volte affermato, non sono purtroppo completati.
Ad oggi l’alveo della roggia presenta infatti in corrispondenza della cascina Bechela una ostruzione che impedisce completamente il deflusso dell’acqua. A differenza dell’incuria e dell’assenza di manutenzione che nel corso degli eventi del 2016 avevano contribuito a causare gli allagamenti, si tratta in questo caso di una vera e propria opera di sbarramento, non è dato sapere se abusiva o regolarmente autorizzata, così come ignoti risultano essere gli autori.

Nonostante il parere unanime dei tecnici degli Enti circa la necessità di ripristinare il deflusso originale delle acque, dopo oltre quattro anni di sopralluoghi, verifiche e ipotesi, senza una apparente ragione l’ostacolo rimane imperterrito al suo posto. Oltre al mistero della sua realizzazione, vi è dunque quello della sua mancata rimozione.

A valle della proprietà della cascina Bechela, la Roggia Curna riprende il suo corso e dopo circa 200 metri il suo alveo viene intubato all’ingresso della proprietà del Golf Club: il tratto che attraversa il Golf rappresenta la seconda criticità, al pari della prima, nota ed irrisolta. I rilievi effettuati mostrano infatti come questo tratto risulti non adeguato a garantire il regolare deflusso delle acque; nonostante ciò, non ci risulta siano stati realizzati interventi, né vi siano soluzioni allo studio.

Entrambe le problematiche potrebbero, o forse meglio dovrebbero, essere affrontate nell’ambito dello studio in corso per la fattibilità della seconda vasca. A questo aspetto si collega la seconda puntualizzazione che ci sentiamo di dover fare, quest’ultima relativa alle tempistiche.

Al netto delle difficoltà intrinseche alla progettazione di queste tipologie di interventi, delle particolari tutele cui è soggetta l’area oggetto di studio e della tristemente nota burocrazia, riteniamo comunque che il bilancio delle opere realizzate a distanza di quasi cinque anni dagli allagamenti del 2016 non possa essere considerato positivo.

Giudizio che ci sentiamo di esprimere in opposizione alle parole di soddisfazione ed entusiasmo pronunciate invece da Brembilla e Gatti. Gli interventi sinora realizzati annoverano esclusivamente la pulizia, il ripristino della funzionalità idraulica e l’adeguamento del reticolo idrico, peraltro, come descritto in precedenza, nemmeno nella sua interezza. Sia chiaro, tutte attività di fondamentale importanza, ma volte a sanare una situazione ormai cronica e sedimentata in decenni di abbandono, mancanza di cure e interventi manutentivi. Interventi di per sé insufficienti a garantire la messa in sicurezza.

Come ben rappresentato dallo studio dell’Università di Pavia, concluso nel 2017, la messa in sicurezza necessita infatti della realizzazione di volumi di laminazione nell’ordine dei 45000 metri cubi. Ad oggi di questi interventi vi è solo il cantiere della prima vasca, installato a fine 2020 e da allora rimasto sostanzialmente fermo, i cui tempi di esecuzione sono incerti, ma sicuramente nell’ordine di molti mesi. Per quanto riguarda la seconda vasca si sta procedendo solo ora allo studio di fattibilità, si prospettano dunque anni per la sua realizzazione. Poiché ciascuna vasca sopperisce alle criticità idrauliche di bacini diversi, solo alla realizzazione di entrambe il territorio potrà considerarsi presidiato e protetto nella sua interezza e purtroppo questo obiettivo sembra ancora molto lontano.

Per le ragioni sopra esposte fatichiamo a comprendere e quindi a condividere, il tono e i contenuti della comunicazione adottata dall’Assessore Brembilla e dal Presidente Gatti, ai quali rinnoviamo cortesemente l’invito a concentrare gli sforzi verso l’obiettivo di completare la messa in sicurezza del territorio nel minor tempo possibile.

Per il comitato di Longuelo
Gigi Passera

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