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L'opinione

Erdogan e Michel: questo e quello per me pari son…

Intervento di Pia Locatelli già deputata al Parlamento europeo e presidente onoraria dell'Internazionale socialista delle donne, sullo sgarbo istituzionale all'incontro che doveva tentare di ristabilire rapporti tra Turchia e Unione europea su alcuni temi.

Quando ieri, ricordando l’aria del Rigoletto di Verdi, ho messo su Tweet e Facebook il mio giudizio, negativo, che pareggiava i comportamenti del Presidente turco Erdogan e del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, qualcuno mi ha detto di non esagerare ma sono convinta di non aver esagerato.

Mi riferisco all’incontro di due giorni fa ad Ankara tra il Presidente turco Erdogan e i rappresentanti massimi di due istituzioni europee, Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione UE e Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. Il vertice è stato organizzato dopo che Bruxelles ha accettato di riaprire le porte alla Turchia nonostante la situazione del Paese in tema di stato di diritto e rispetto dei diritti umani e delle libertà continui a suscitare forti preoccupazioni in Europa, non ultima la decisione di ritirarsi dalla Convenzione Istanbul sulla violenza contro le donne.

Cosa è successo nell’incontro che doveva tentare di ristabilire rapporti tra Turchia e Unione europea su alcuni temi a partire dal sostegno europeo ai milioni di rifugiati siriani residenti in Turchia, e del cui esito non sappiamo nulla?

È successo che non è stata prevista una posizione alla pari per i due rappresentanti massimi delle istituzioni europee che in situazioni analoghe “siedono” in posizioni alla pari essendo, appunto, istituzioni alla pari. Uno sgarbo diplomatico serio nei confronti della Commissione Ue e della sua Presidente per il quale non si può far finta di nulla: è un affronto che riguarda tutte le istituzioni europee e non solo la Commissione.

Cosa c’è di sbagliato nella vicenda di Ankara oltre allo sgarbo diplomatico?

Ci sono tante cose, a partire dalla scelta politico-istituzionale precisa della Turchia di privilegiare l’istituzione espressione della somma di singoli Stati, rappresentati dal Presidente Michel, mettendo in second’ordine la Commissione cioè l’istituzione espressione in qualche modo di integrazione e potere federale perché i Commissari non rappresentano i Paesi di provenienza ma l’istituzione.

C’è il “momento” perché il vertice coincide temporalmente con un’azione grave di quel governo contro le donne: la Turchia qualche giorno fa ha comunicato il ritiro dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante, voluto da Consiglio d’Europa e firmato proprio dieci anni fa ad Istanbul. Nonostante le centinaia di donne turche uccise e vittime di violenza, il vice presidente turco ha affermato che la soluzione per elevare la dignità delle donne turche sta nelle tradizioni e nei costumi turchi, non nell’imitazione di esempi esterni. Le tradizioni e i costumi turchi quindi prevalgono sulle regole del protocollo quindi in poltrona Charles Michel, sullo strapuntino Ursula Von der Leyen.

C’è che questo è l’ultimo di una serie di episodi di mancanza di rispetto verso l’Unione europea in cui alcuni Paesi extra-unione si rivolgono alla Ue con comportamenti e atteggiamenti di scarso rispetto e considerazione, se non di delegittimazione. Ricordiamo tutti l’espulsione di funzionari europei mentre l’alto rappresentante Borrel era in visita a Mosca.

C’è che non era successo in precedenza perché la situazione si era già verificata in Turchia alcuni anni fa in occasione di un vertice delle stesse figure istituzionali -Presidente turco, Presidente del Consiglio e della Commissione europei- tutti fatti accomodare alla pari ma allora entrambi i Presidenti europei erano figure maschili. Sarà una pura coincidenza?

E tanto altro ancora….

Ha fatto bene Ursula Von der Leyen a partecipare all’incontro in “posizione subordinata”? Credo di sì, non si abbandona il campo durante una battaglia, ma credo anche che la vicenda debba avere un seguito, e non solo nei confronti della Turchia e del suo Presidente. Penso che ci debba essere un seguito anche nei confronti del Presidente del Consiglio europeo che di fronte a quanto avvenuto non ha fatto una piega, mostrando di accettare un atteggiamento discriminatorio verso le istituzioni europee e nei confronti di una figura femminile discriminata da Erdogan, che pochi giorni prima, firmando il decreto di recesso dalla Convenzione di Istanbul, aveva dichiarato pubblicamente misoginia, disprezzo e discriminazione nei confronti delle donne.

Di cos’altro aveva bisogno Charles Michel per reagire? Per queste ragioni non penso di aver esagerato giudicando con severità il suo atteggiamento di connivenza se non di complicità con Erdogan, e mi auguro che qualche iniziativa venga presa nei suoi confronti perché non posso pensare che l’imbarazzo lo abbia paralizzato. A meno che non sia ….inadatto al ruolo che ricopre e allora bisogna trarre le conseguenze del caso.

Ps: mi permetto di aggiungere un post scriptum a conferma del mio “pari son”. Secondo quanto riferito da Mariano Giustino, il corrispondente da Ankara per Radio Radicale, sembra che nel tentativo di riparare all’errore, i funzionari turchi abbiamo tentato di riaggiustare il tavolo del pranzo che ha fatto seguito all’incontro ma che il Presidente Charles Michel abbia preteso lo stesso posizionamento privilegiato.

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