• Abbonati
L'esperto

Smartworking e dad pericolosi per gli occhi: “Cibo e buone pratiche per difenderli”

Fabio Mazzolani, direttore sanitario del Centro Oculistico Bergamasco, spiega come non peggiorare la vista

La didattica a distanza, lo smartworking e più in generale il lockdown ci portano a trascorrere più tempo a casa davanti agli schermi di computer, tablet e smartphone. Le restrizioni anti-Covid hanno modificato le abitudini quotidiane di tante persone: sono cambiati il lavoro, la scuola, le relazioni sociali… e stiamo maggiormente incollati al monitor del pc o al display del cellulare.

Ci sono conseguenze per la vista? E cosa possiamo fare per tutelare la salute dei nostri occhi in questa situazione? Abbiamo chiesto un parere al dottor Fabio Mazzolani, medico chirurgo, specialista in oftalmologia, direttore sanitario del Centro Oculistico Bergamasco.

Smart-working, lockdown e dad hanno o possono avere ripercussioni sulla vista?

La vista risente molto della nostra condizione psicofisica e delle sollecitazioni più o meno positive che riceviamo sia a livello psicologico sia funzionale. Gli stravolgimenti che hanno cambiato le nostre abitudini quotidiane a causa della pandemia da Covid comportano una nuova forma di stress visivo riferibile alla didattica a distanza e all’utilizzo intensivo, quasi esclusivo, dei dispositivi da vicino come computer, tablet o smartphone. Si sta configurando – e ne abbiamo una prova clinica pressochè giornaliera visitando i pazienti – una serie di alterazioni funzionali dell’occhio dovute a una sollecitazione che prima non era così intensa.

Quali sono queste alterazioni?

Sono alterazioni di natura fisica. L’occhio fa tanta più fatica quanto più deve mettere a fuoco e quanto più il tempo di messa a fuoco è prolungato in maniera continuativa: si tratta sicuramente di un affaticamento muscolare che riguarda sia i muscoli della convergenza dell’occhio sia quelli della messa a fuoco. Utilizzare i presidi da vicino, a prescindere dall’età, è senza dubbio un elemento stressante e di forzatura rispetto alla naturale alternanza della visione che avevamo prima del condizionamento domiciliare che stiamo vivendo a causa dell’epidemia. Per rendere l’idea adopero sempre una similitudine con la pratica sportiva: così come i muscoli di una persona che frequenta abitualmente la palestra ed è molto allenata risultano affaticati quando arrivano all’ottava o alla decima ora di allenamento, lo stesso accade con quelli dei nostri occhi.

E quali sono i campanelli d’allarme?

I principali campanelli d’allarme possono essere individuati abbastanza precocemente e consistono fondamentalmente in tutti quei segni riferibili all’affaticamento visivo che avvertiamo quando dobbiamo utilizzare un presidio da vicino che precedentemente non usavamo così a lungo. Mi riferisco, in modo particolare, alla percezione di una visione non più stabile ma fluttuante nel corso del tempo indipendentemente dalla giornata, al mal di testa oppure alla percezione di avere l’occhio.

Cosa intende?

L’occhio è un organo che quando funziona bene non si sente. Un’alterazione della superficie lacrimale, la secchezza della stessa oppure una dislacrimia (un’eccessiva evaporazione lacrimale, ndr) possono portare a una serie di fenomeni infiammatori che con il passare del tempo si cronicizzano e danno la loro dimostrazione attraverso la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio o un senso di secchezza oculare.

In questi casi bisogna recarsi dall’oculista?

È un’osservazione giustissima. Rivolgersi all’oculista è sicuramente il punto di partenza di quella che può essere l’impostazione terapeutica per affrontare e risolvere la problematica. Non necessariamente si dovrà ricorrere a farmaci: potrebbe bastare semplicemente un’integrazione con sostituti lacrimali oppure osservare alcuni consigli comportamentali come fare pause compensative ogni 2 o 3 ore, cercare di alternare la visione da vicino con quella da lontano e ricreare un ambiente domiciliare il più consono possibile non solo per il nostro occhio ma per l’intera postura, quindi assicurare la comodità del nostro corpo se dobbiamo stare seduti davanti allo schermo varie ore. Inoltre è utile adottare diversi accorgimenti per rendere la nostra postazione di lavoro a casa più adeguata alla tutela della salute dei nostri occhi, ossia dotarsi di una corretta illuminazione e porsi alla giusta distanza dal monitor.

Quanto deve essere?

Non c’è una misura standardizzabile per tutti: dipende dai caratteri di scrittura, dalle dimensioni che siamo abituati a osservare o che dobbiamo vedere e dalla grandezza dello schermo. In linea generale la miglior distanza è quella che ci permette di avere una buona visione mantenendo la postura il più possibile corretta e confortevole. Altre indicazioni comportamentali di carattere generale afferiscono l’uso di occhiali che siano dotati di filtri idonei a schermare determinate radiazioni che possono essere potenzialmente nocive nel lungo periodo. Mi riferisco, in modo particolare, alla luce blu e all’uso di lenti antiriflesso o polarizzate in grado di ridefinire e ripulire i raggi luminosi che penetrano nel nostro occhio e non sempre sono utili, anzi a volte possono essere potenzialmente nocivi.

L’alimentazione può essere d’aiuto?

Il consiglio è quello di privilegiare anche attraverso l’alimentazione un buon equilibrio psicofisico, una buona omeostasi dell’organismo. Bisogna assicurarsi un’abbondante idratazione, quindi bere molta acqua, specialmente in questo periodo dell’anno, con l’avvicinarsi dei mesi più caldi. Inoltre è necessario mangiare tanta frutta e verdura che consentono di mantenere il corretto equilibrio idrosalino e vitaminico.

Mirtilli, carote, le bacche di goji e alimenti antiossidanti aiutano la vista?

Una ricchissima letteratura scientifica rileva come l’alimentazione abbia un ruolo determinante per il benessere dell’occhio, per tutte le sue componenti: mi riferisco soprattutto al cristallino, alla retina e al corpo vitreo. La corretta assunzione di vitamine è essenziale perché gli occhi utilizzano queste componenti come elementi fondamentali per il proprio corretto funzionamento. Facendo un esempio con le auto, se non fornissimo un afflusso sufficiente di benzina al motore non è detto che si spenga ma può rallentare le sue caratteristiche di marcia e ridurre le sue prestazioni.

Per concludere, a livello educativo, ma anche per preservare la vista, ai bambini si dice di non stare vicini alla tv o al computer e di trascorrere poco tempo davanti al monitor. Cosa consiglia ai genitori al tempo della didattica a distanza?

Ci sono evidenze scientifiche molto interessanti sulla correlazione fra il tempo trascorso davanti al monitor del computer o più in generale in attività definita da vicino e l’insorgenza o la progressione della miopia. Altre evidenze scientifiche, poi, attestano che trascorrere tempo all’aria aperta può concorrere a contrastare la miopia. In termini pratici e quotidiani, dunque, il suggerimento è cercare di ridurre più che si può il tempo di utilizzo dei presidi da vicino e, per quanto possibile in questo periodo storico segnato da forti limitazioni, far rivivere l’emozione e l’esperienza di uscire e stare all’aria aperta non solo per un benessere psicologico e psicofisico ma anche visivo.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI