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L'analisi

Il cambio di passo di Malinovskyi: ora per Gasperini è un titolare dell’Atalanta

L'ucraino nelle ultime settimane ha convinto con gol e assist: da inizio marzo è uscito solo una volta dall'undici iniziale

Ruslan Malinovskyi piace, e anche tanto, a Gian Piero Gasperini. Lo avevamo capito nella passata stagione, soprattutto nella seconda parte, quella della ripresa del campionato: l’ucraino spesso partiva dalla panchina ma era considerato il dodicesimo titolare, il primo cambio da giocarsi a partita in corso.

Ruslan nella scorsa stagione ha ripagato alla grande la fiducia del suo tecnico, chiudendo la sua prima annata in Italia con 9 gol e 7 assist tra Serie A e coppe. La svolta con l’arrivo del 2020, quando l’ex Genk è stato impiegato con molta più frequenza mettendo a referto 6 delle 9 marcature totali e realizzando 5 passaggi vincenti.

Quest’anno la situazione si sta ripetendo, con Malinovskyi che si sta ritagliando un suo spazio importante nel girone di ritorno: da marzo in poi, quando è stato schierato titolare a Genova contro la Samp (era il 3 marzo per la precisione), l’ucraino ha sempre giocato titolare, eccezion fatta per Atalanta-Spezia 3-1, quando è entrato in campo a metà ripresa.

Dopo la vittoria (con gol, bellissimo) di Marassi il numero 19 ha effettuato un vero e proprio cambio di passo, convincendo poco solo a San Siro contro l’Inter, dove è stato – non a caso – sostituito all’intervallo.

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Sei partite (5 di Serie A e una di Champions col Real) nelle quali Malinovskyi ha dato il suo prezioso contributo fatto di 2 gol e 3 assist. Una bella sterzata a una stagione che era iniziata parecchio male, tra Covid e infortunio che per lungo tempo l’hanno costretto a giocare a mezzo servizio (nei primi tre mesi e mezzo solo tre partite da titolare).

L’ucraino è stato particolarmente bravo a sfruttare le vicissitudini avvenute da dicembre in avanti a Zingonia: prima l’addio di Gomez, poi il vistoso calo di rendimento di Ilicic.

Malinovskyi oggi è da considerare un titolare dell’undici di Gasperini, e contro Verona e Udinese ha dimostrato di trovarsi a meraviglia nel modulo proposto dal tecnico per ovviare alla mancanza di esterni, quel 4-2-3-1 che ha esaltato il suo estro palla al piede e la sua visione di gioco.

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