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Davide casati

Il Pd dopo gli scossoni: “Ripartiamo senza puzza sotto il naso”

L'intervista a Davide Casati, sindaco di Scanzorosciate e segretario provinciale del Pd di Bergamo

Tra le improvvise dimissioni dell’ex segretario Nicola Zingaretti e la nomina del nuovo, Enrico Letta, le proposte dedicate alla campagna vaccinale, la scuola e il lavoro ai tempi del Covid e l’ambiente, il Partito Democratico si trova disorientato e al centro della cronaca.

Localmente, un altro scossone, il Pd bergamasco l’ha vissuto con il posto vacante e in bilico lasciato a Montecitorio in seguito al passaggio di Maurizio Martina alla vicedirezione della Fao. Il primo nome doveva essere Giovanni Sanga che, alla fine, ha deciso per rimanere a Bergamo, a timone di Sacbo. Il testimone è quindi passato a Leyla Ciagà, già assessora all’Ambiente a Bergamo per il Partito Democratico nella prima giunta Gori.

Ora che le acque (forse) sembrano essersi placate all’interno del gruppo politico, è tempo di tornare al lavoro.

Ne abbiamo parlato con Davide Casati, sindaco di Scanzorosciate e segretario provinciale del Pd di Bergamo.

Grandi cambiamenti all’interno del partito. Come lo state vivendo?

Abbiamo aperto una nuova fase con il nuovo segretario nazionale. Svolto ben 40 incontrando tutti i nostri 2mila iscritti nel giro di 15 giorni. E dopo una prima fase di rabbia e sconforto per le dimissioni di Zingaretti, il nuovo corso ha assunto un aspetto di positività e di voglia di ripartire e riscattarci dopo la caduta forte che abbiamo avuto.

La definisce rabbia…

Sì, perché quando cambi 7 segretari nazionali in 14 anni non è sicuramente positivo. E poi perché in mezzo ad una pandemia la gente non riesce a capire dinamiche partitiche politiche. A Bergamo eravamo concentrati sul fare le cose, come proposte sulle scuole, incontri per modificare la legge regionale sulla sanità e stavamo lavorando ad una serie di contenuti. La dimissione di un segretario ha suscitato oltre che dispiacere anche rabbia. Ma si è trasformata subito in voglia di riscatto e ci dobbiamo dare un anno e mezzo, durata della legislatura, per ritrovare una classe dirigente nuova: credibile, appassionata e che trova un’empatia con le persone. Solo con empatia e credibilità, infatti, il Pd può ambire a d un suo consenso.

Quindi solo appassionata ed empatica?

No, anche radicata, che non ha paura del confronto e che sta vicino alle persone nel quotidiano, senza puzza sotto il naso.

Come fare per far ritornare un partito che ora è al 18% come il PD ad avere appeal?

Distinguendosi dagli altri. L’identità di un partito la crei agendo e distinguendoti dagli altri. Quello che quindi dobbiamo fare è far capire chi siamo, cosa vogliamo e far vedere concretamente che siamo del Pd.

E cosa significa esserlo?

Vuole dire essere il partito della scuola, del lavoro e dell’ambiente. Ma non è sufficiente dirlo, bisogna farlo con leggi, regolamenti e delibere. Per questo si deve investire su una classe dirigente dal locale al nazionale coerente capace e competente.

E Davide Casati in questo nuovo volto del PD dove si inserisce?

Fa il sindaco di Scanzo fino al 2024 e fino alla fine del 2022 segretario provinciale. Poi valuterò.

Un passo in avanti, invece, l’ha fatto Leyla Ciagà…

Sì e le auguro un buon lavoro. Sono certo che porterà le sue competenze specifiche di architetto e del mondo ambientale paesaggistico. Sarà sicuramente protagonista degli aspetti ambientali del Recovery Fund. Saranno il suo tratto distintivo: ambiente e sviluppo sostenibile.

Per quanto riguarda Sanga, invece?

Lo ringrazio di essere rimasto in aeroporto raccogliendo anche le istanze degli azionisti e dei sindaci del mondo aeroportuale. Una scelta che premia il territorio. Grazie, davvero, per questa scelta non facile e non scontata.

E Lei non ambisce a Roma?

Uno che ama far politica ha l’ambizione di portare le sue competenze in qualsiasi livello istituzionale in cui è più utile. Le ambizioni sono dentro di me, mi piacerebbe sicuramente fare politica. E comunque fare il sindaco è così bello.

Quindi alle prossime elezione penserà a Bergamo come primo cittadino?

Non ci ho mai pensato. Non è oggetto dei miei pensieri

C’è da pensare, invece, al consiglio provinciale le cui elezioni sono state ancora prorogate…

Sì, ad ottobre. Siamo un po’ tutti fermi. I sindaci sono concentrati sull’emergenza, ma l’obiettivo è creare un’unica lista di amministratori sia civici che democratici al di là della tessera partitica, che però si riconoscano nel mondo del centro sinistra a livello valoriale. Spero che i sindaci si uniscano per dare un nuovo slancio alla provincia dei prossimi anni.

C’è qualche nome nell’aria?

No, è troppo presto. Anche perché forse cambierà anche il quadro normativo delle province.

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