Il Parco Ovest a Bergamo (tra via San Bernardino, via Moroni, Villaggio Sposi e Colognola) è oggetto di un acceso dibattito pubblico tra amministrazione comunale, cittadini, abitati dei quartieri interessati, comitati e partiti politici.
Dopo i dubbi espressi da parte del Partito Democratico di Bergamo (tra i partecipanti al tavolo di lavoro per la stesura del nuovo Piano Governo del Territorio), anche la lista dell’ex candidato sindaco alle amministrative del 2019 Francesco Macario (Rifondazione Comunista), “Bergamo In Comune”, ha pubblicato sul proprio blog un’ampia analisi, firmata dall’ingegnere Marco Brusa, sul Parco Ovest, paragonandolo all’ “Isolotto” a Ponte San Pietro.
“Un’ oasi di biodiversità e di naturalità con caratteristiche analoghe a quelle del Parco Ovest 2, anche se all’opposto dal punto di vista dell’umidità trattandosi di prateria arida, è il cosiddetto Isolotto del Comune di Ponte San Pietro”, si legge nel documento.
“In questa area, solo in parte storicamente coltivata – spiega Brusa – è stata identificata la presenza di almeno otto specie di Orchidee spontanee e di un ecosistema molto particolare noto come “prateria arida” dove è presente la biodiversità di centinaia di specie floricole ivi giunte al termine dell’ultima glaciazione”.
Come spiegato nel testo, attualmente il PGT di Ponte San Pietro “inserisce l’intero Isolotto nel sistema delle aree verdi pubbliche e in corrispondenza di questo colloca un corridoio di connessione ecologica. In particolare il PGT individua il Parco dell’Isolotto quale ambito strategico di riequilibrio ambientale, finalizzato alla formazione di un parco naturalistico ed agricolo, con obiettivi di valorizzazione delle risorse ambientali e di conduzione di attività pedagogiche. Il Parco dell’Isolotto costituisce un ambito di straordinario valore naturale e paesaggistico che, per le proprie eccezionali peculiarità e le notevoli potenzialità da sviluppare, assume una rilevanza sia comunale che provinciale”.
L’ottenimento dello status di oasi di biodiversità per l’Isolotto da parte delle varie pubbliche amministrazioni non è stato un procedimento immediato e scontato, ma è stato il risultato della lotta di cittadini e di comitati locali.
“In origine anche qui le iniziative di tutela si sono sviluppate spontaneamente tra la popolazione in seguito ad un progetto di lottizzazione che prevedeva la realizzazione di un intero quartiere di villette a schiera “immerse nella natura, con tanto verde fruibile e con piste ciclabili”. Ovviamente il “verde fruibile” nei progetti iniziali sarebbe stato ottenuto con una idonea trasformazione della prateria arida dalla stupenda fioritura tardo primaverile di orchidee in un parco urbano povero di biodiversità con giochi per bambini ed area cani”, continua il documento.
“Solo l’iniziativa autonoma e pluridecennale della popolazione residente ha permesso di tutelare questa area di naturalità fino al suo inserimento nelle aree protette. Non ci fosse stata questa iniziativa popolare l’area dell’Isolotto sarebbe ora come la maggioranza delle aree circostanti: una periferia urbana diffusa”, aggiunge Brusa, trovando delle analogie tra la condizione che sta vivendo il Parco Ovest di Bergamo e quella in cui si trovava l’Isolotto di Ponte San Pietro una quindicina di anni.
Spingendo, quindi, i cittadini bergamaschi a continuare nella propria lotta in difesa della grande area verde in centro città perché “solo l’attivismo della popolazione medesima può portare ad ottenere la salvaguardia di patrimoni unici, ma non contabilizzabili direttamente in bilancio”, termina il documento.
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