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L'intervista

“Vi racconto come rivivrà Daste e Spalenga: con ristorante e 20 posti di lavoro”

Tommaso Fumagalli, Nutopia Srl: da Redona alla Celadina, orgogliosamente profit

Tra poche settimane a Bergamo tornerà ad animarsi la ex centrale di Daste e Spalenga, simbolo del passato industriale della nostra città, che dopo quarant’anni torna a diffondere nuova energia, ora culturale, a partire dal quartiere che la ospita, Celadina. Il merito di questo sogno diventato realtà, come tutti i progetti più ambiziosi, è collettivo e coinvolge, oltre all’amministrazione comunale, diverse realtà associative e professionali del territorio.

Tra i sognatori, quelli veri e quindi con i piedi ben piantati per terra, c’è Nutopia, la società che gestisce Edoné, il locale per eccellenza dei teenagers bergamaschi. Molto più che un bar, Edonè si propone come uno spazio giovanile di sperimentazione culturale e sociale. Uno spazio pubblico – dato in gestione dal comune di Bergamo – dove ci si diverte, si ascolta e produce musica (da qui sono partiti i Pinguini Tattici Nucleari), si sperimenta l’inclusione sociale, si promuove il consumo responsabile, biologico e a km zero. Si investe sui giovani che si cimentano in diversi mestieri: chef, animatore, comunicatore, project manager. Una vera scuola, sul campo, di formazione imprenditoriale.

L’Edoné di Redona, la Bombonera del Villaggio Sposi, “Daste” – già ribattezzata così – nascono da Nutopia, la società nata per dare forma alla sostanza. Nata per fare impresa. Perché è (anche) di questo che si parla: produrre valore per sé e per la comunità. “Orgogliosamente profit”, come ci dice Tommaso Fumagalli, uno dei fondatori insieme a Franz Barcella, Marco Bonomi, Simone Calabrese, Alberto Cattaneo, Vincenzo Feoli, Tommaso Fumagalli, Lorenzo Ingignoli, Francesco Tassielli.

Tommaso – Tommi per tutti – Fumagalli ha 33 anni, nato e cresciuto a Redona, la prima periferia della città da cui tutto è partito. È uno dei ragazzi cresciuti al Mellow Mood, l’associazione giovanile del quartiere, il primo nucleo di quello che oggi è Nutopia, società che prende a prestito il nome dalla patria immaginaria di John Lennon e Yoko Ono, un luogo senza frontiere, senza passaporti e appartenenze, che appartiene a tutti. Dopo la laurea in Bocconi ed alcune esperienze internazionali, Tommi si occupa di marketing in una multinazionale ma la sua vera, grande passione è l’impegno sociale (è nel board del Cesvi), in particolare verso adolescenti e giovani, a cui si dedica anche con la moglie Arianna, animatrice dei giovani della Parrocchia di S. Lorenzo.

daste e spalenga ok

Impegnato praticamente 24 ore su 7 giorni – dedicato anche ai due figli piccoli, Emma e Federico –, Tommi l’argento vivo ce l’ha addosso e si coglie al primo sguardo. Con lui abbiamo scambiato quattro chiacchiere per entrare nelle pieghe di Nutopia, che per prima ha iniziato ad immaginare per Daste e Spalenga il futuro che ora sta prendendo forma anche dalle loro mani.

Cos’è Nutopia?

Tutto nasce da un gruppo di ragazze e ragazzi che sognava di proporre ai coetanei un’aggregazione diversa da quella che esisteva e che concepiva gli spazi sociali per i giovani aperti al pomeriggio e gestiti da educatori. La nostra sfida è stata quella di immaginare uno spazio di divertimento, inclusione, sperimentazione culturale, musicale, dove bere e mangiare insieme pensato dai giovani per i giovani. Quei giovani eravamo noi di Mellow Mood.

Tra il dire e il fare, come ci siete riusciti?

L’occasione l’abbiamo avuta quando nel 2010 il Comune di Bergamo ha messo a bando lo spazio dell’ex cimitero di Redona. Un’area di periferia, dismessa e con un bellissimo spazio all’aperto. Per partecipare al bando abbiamo costituito Nutopia, al tempo Snc: così è nato Edonè. Un vero orgoglio farne parte da subito. I valori a cui ci siamo ispirati e che tutt’ora intersecano profondamente tutti i nostri progetti sono: creare insieme (tra noi soci, e tra noi e il territorio con le sue realtà associative), valorizzazione delle differenze e accoglienza. Infine, vogliamo essere orgogliosamente profit.

“Orgogliosamente profit” cosa vuol dire?

Tutte le nostre proposte devono essere economicamente sostenibili, generare valore per chi lavora e per la comunità. Inoltre, devono essere capaci di innescare processi virtuosi di sviluppo “dal basso”. Sono tre i pilastri della nostra attività: sviluppo sostenibile, e per noi la sostenibilità è necessariamente declinata in sociale, economica e ambientale; quello che definiamo del “crescere insieme” e cioè diventare grandi e acquisire competenze giorno dopo giorno: nessuno di noi è nato imprenditore, barista, educatore, project manager; e, infine, creare un impatto sociale positivo. Quest’ultimo è ciò che caratterizza di più il nostro modo di operare.

Ci spieghi meglio.

Ogni progetto deve essere su misura del territorio che lo accoglie. Ecco perché curiamo molto la fase di startup delle nostre iniziative, mai calate dall’alto ne dall’oggi al domani. A noi interessa intercettare e rispondere ai bisogni delle persone: quello della socialità e dell’aggregazione di qualità lo sono senz’altro ma non seguono schemi replicabili. Pensiamo a Edonè, la prima esperienza, indissolubilmente legata alla comunità di Redona che ci ha permesso di farci le ossa, che si è ben posizionata nel segmento musica; a Bombonera, il locale che abbiamo avviato rilevando il bar del centro sportivo del Villaggio degli Sposi che punta sull’aggregazione sportiva. Daste è la sfida più ambiziosa, quella della cultura. Nutopia vorrebbe diventare la capofila dell’aggregazione culturale e musicale a Bergamo.

Quando avete iniziato a pensare a questo progetto?

Daste nasce da lontano, dalla riflessione sul cosa fare da grandi. Volevamo crescere, aprirci alle migliori esperienze europee dell’aggregazione e della progettazione culturale. Abbiamo iniziato a cercare una location che avesse spazi adeguati per farlo. Abbiamo visto la ex centrale di Daste e Spalenga e ce ne siamo innamorati. Personalmente, mi sono messo in gioco per sei mesi, totalmente. Mi sono preso una pausa dal lavoro e ho iniziato a viaggiare per toccare con mano esperienze simili in giro per l’Europa. Sono stato a Londra, Ginevra, Barcellona…Poi, abbiamo scritto un primo progetto e lo abbiamo presentato all’amministrazione comunale. L’interesse c’era. La doccia gelata l’abbiamo presa quando abbiamo capito che servivano molti, troppi, milioni di euro, almeno 2-3 solo per la ristrutturazione dello stabile. Ci siamo confrontati con BergamoScienza che allora cercava “una casa” per le sue attività, sembrava perfetto. Ma il budget restava proibitivo. BergamoScienza ha poi optato per l’Urban Center, e ci siamo raffreddati ulteriormente anche noi.

La svolta, il bando nazionale periferie che ha portato a Bergamo anche i 4,2 milioni utili al recupero della ex centrale di Daste e Spalenga.

Finalmente può partire il recupero architettonico e funzionale della struttura proprio per realizzare un nuovo centro civico capace di ospitare attività culturali, ricreative, istituzionali, didattiche e di co-working. Si ricomincia con un gruppo di lavoro composto oltre che da Nutopia Srl, da Lab80 Film, Generazioni Fa, Cooperativa Ruah, OpenArch e Unione Professionisti ed Associazioni Culturali. Il Comune di Bergamo mette a bando la gestione della location e vince l’ATI che abbiamo costituito per partecipare.

Una straordinaria opportunità

Nutopia si sperimenta in una situazione nuova, diversa dalle esperienze fatte sin qui. In Daste ci occuperemo della ristorazione, proponendo un bistrot di qualità, su due piani, da 120 coperti. Lo faremo con Tassino, con cui già gestiamo “Il Goisis”, l’estivo dell’omonimo parco. Il nostro è un sodalizio che dura ormai da diversi anni. Il respiro che mettiamo in questa avventura è glocal: partiamo dal territorio ma la prospettiva è internazionale. Per costruire la proposta di aggregazione sociale e culturale abbiamo chiesto anche la consulenza di una società specializzata in strategie culturali (BAM! Strategie Culturali di Bologna, ndr).

edonè gruppo

Come per tutte le imprese non mancano i rischi.

Chiunque si occupi di aggregazione e socialità non sa come lo potrà fare nei prossimi mesi. Stiamo cercando di immaginare la nuova normalità dell’aggregazione giovanile. Così come l’abbiamo fatto con Edonè in piena pandemia.

Un salto di qualità insomma. Nutopia cresce?

Porteremo in Daste posposte di livello internazionale in collaborazione con Fondazioni nazionali e internazionali. Da settembre di quest’anno siamo entrati in contatto con TEH, un network di 100 centri culturali indipendenti. La Direzione artistica è di Martina Cesani, professionista del settore, è lei che ha curato la direzione culturale di Edonè e Goisis negli ultimi 2 anni. Prevediamo di mettere al lavoro oltre 20 persone. Alberto Cattaneo si occuperà di valorizzare al massimo il nostro contributo al progetto complessivo.

L’appetito vien mangiando. Nutopia oltre Daste dove andrà?

Ci stiamo orientando sull’obiettivo di formare i giovani al lavoro. Tra Edonè e Bombonera diamo lavoro ad oltre 70 giovani all’anno; in dieci anni abbiamo attivato più di 170 tirocini. L’ambizione è strutturare un’Academy “made in Nutopia” per sviluppare competenze professionali legate alle nostre attività (baristi, cuochi, operatori di sala, project manager…) e generare motivazione nei ragazzi, facendoli vivere in un ambiente stimolante in cui si impara un mestiere e anche a diventare imprenditori di sé stessi. Ci rivolgiamo in particolare ai NEET ovvero ai giovani (15-29) che hanno smesso di studiare e cercare lavoro. Ci piacerebbe generare un forte impatto sulla motivazione e la socialità dei giovani.

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