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A calcinate

“L’omosessualità è un disturbo”: depositato con 25mila firme l’esposto contro la scuola

L'iniziativa contro l'insegnamento della scuola di Calcinate è sostenuta anche da 65 associazioni ed enti e 30 esponenti politici: è arrivato martedì 30 marzo sul tavolo del provveditorato di Bergamo.

È stato depositato martedì 30 marzo al Provveditorato territoriale di Bergamo l’esposto contro la scuola paritaria di Calcinate La Traccia, per chiedere che si attivino “i controlli necessari sull’offerta educativa”. 

Un documento che è stato accompagnato da oltre 25mila firme di comuni cittadini, alle quali si sono aggiunte il sostegno di 65 associazioni ed enti e 30 esponenti del mondo politico a ogni livello.

Nel mirino, in particolare, è finito il corso di Educazione sessuale e all’affettività che, come si legge sul sito della scuola, “è affidato all’insegnante di scienze e si svolge per oltre due mesi durante la primavera delle classi terze” e si basa principalmente sui contenuti del libro “Educare all’affettività” scritto dallo stesso professore e patrocinato dalla scuola.

Sono proprio i contenuti di quel testo, denunciati da diversi studenti, a destare le preoccupazioni maggiori: “Nella parte del  corso dedicata a quelle forme di sessualità che il professore definisce ‘Sessualità Immatura’ e ‘Sessualità Incompiuta’ – si legge nell’esposto – Nella scheda sulla sessualità immatura, vengono demonizzati e fatti oggetto di giudizio morale alcuni temi legati all’esperienza sessuale adolescenziale, quali la pornografia, l’autoerotismo e la fantasia sessuale; vengono invece indiscriminatamente ricomprese nella c.d. sessualità incompiuta (definita come ‘una pulsione attrattiva per chi è simile a sé o è comunque assoggettabile’) l’omosessualità, la bisessualità, la pedofilia, la pederastia, l’efebofilia (con un’odiosa equiparazione tra le stesse, risalente a tempi che credevamo ormai superati), forme di sessualità che sarebbero unificate dal rifiuto della fatica di rapportarsi in modo responsabile con il diverso da sé, essendo invece ‘tranquillizzante rapportarsi con persone che pensano o sentono come sé, perché le si capisce più facilmente, come nell’omosessualità; o più facilmente seducibili, come le persone adolescenti; fino ad arrivare ai bambini come nel caso della pedofilia’; nel libro e nelle schede didattiche viene dedicato ampio spazio al tema dell’omosessualità, variamente definita come un ‘autentico dis-orientamento della personalità nelle sue pulsioni elementari’, un ‘vizio’, una ‘moda’, un ‘disturbo’, una ‘malformazione psicologica’, connotata dalla ‘anormalità di una pulsione erotica’ e da una ‘contraddizione tra ciò che uno prova e il corpo che si ritrova, in cui gli organi genitali indicano uno scopo oggettivamente opposto all’istintualità'”.

In allegato all’esposto anche tutta una serie di prove, tra cui le schede didattiche distribuite a lezione, altri passaggi del testo e le testimonianze di studenti, attuali o passati.

Il caso, ormai, si trascina da anni e a febbraio i primi firmatari dell’esposto avevano provato a risollevarlo, mettendosi in contatto (senza fortuna) con la scuola.

Così a inizio marzo è stata scelta la strada della petizione, trasformata poi in esposto finito ora sui tavoli della dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale di Bergamo Patrizia Graziani e del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Augusta Celada, oltre che, per conoscenza, anche sulle scrivanie del ministro dell’Istruzione, dell’assessore regionale all’istruzione, del sindaco di Calcinate nonchè presidente della Provincia di Bergamo e alle consigliere provinciali alla parità e pari opportunità.

Sull’intera vicenda la scuola si era espressa con una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, dando la sua versione dei fatti: “La Traccia da sempre si propone come scuola della persona, tesa a promuovere il valore di ogni singolo individuo nella sua originalità secondo i principi costituzionali. Il percorso di educazione all’affettività non adopera le pagine e i materiali menzionati; pertanto l’oggetto dell’esposto non sussiste, e la scuola è disponibile a darne documentazione alle autorità preposte qualora lo richiedessero. Si precisa inoltre che il volume ‘Educare all’affettività’, editato nel 2011, è da anni fuori commercio e non è utilizzato come sussidio fornito né agli alunni né ai docenti. Il nostro istituto, estraneo da sempre a scontri ideologici, in questi tempi di emergenza educativa aggravata dalla pandemia, intende proseguire il suo percorso formativo quotidiano, che si svolge nel rispetto del valore di ogni persona, delle normative vigenti, dell’autonomia scolastica e si fonda sul patto stipulato con le famiglie che da 36 anni condividono e sostengono il nostro impegno educativo”.

 

 

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