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Dal Neolitico ai giorni nostri: la lunga e affascinante storia della vite

L'Enoteca Gaudes ci accompagna in un viaggio nel tempo alla scoperta delle origini della coltivazione della vite

Conoscete la storia della vite? Le prime testimonianze della sua coltivazione risalgono a circa 5.000 anni fa, nell’era conosciuta come Neolitico in cui i nostri antenati cominciarono a lavorare il terreno e a selezionare le varie specie di piante adatte alla coltivazione, tra cui la Vitis Vinifera Silvestris dalla quale, con il tempo, verrà selezionata la Vitis Vinifera Sativa, la sottospecie di vite che comprende quasi tutti i vitigni coltivati al giorno d’oggi.

Tracce di coltivazione della vite e di anfore contenenti bevande che si suppone derivino da succhi d’uva e risalenti a varie epoche comprese tra il 5000 ed il 1000 a.C. sono state recentemente scoperte in vari siti, soprattutto in regioni dell’Asia minore (Caucaso, Mesopotamia), dove sembra che sia nata anche la vinificazione, databile al 4100 a.C. Furono i Fenici con i loro commerci i primi a portare la vite e il vino in Grecia. Successivamente gli antichi Greci colonizzarono l’Italia meridionale, facendo arrivare questa coltivazione nella Penisola. La vitivinicoltura venne poi ripresa prima dagli Etruschi e in seguito dai Romani.

Il vino come bevanda nasce dalla fermentazione spontanea dei succhi d’uva, processo che si è andato affinando col contributo di molti popoli tra cui Greci, Etruschi e Romani.

La decadenza della civiltà romana ci porta nel Medioevo durante il quale, nonostante guerre e carestie la coltivazione della vite e la produzione del vino si è tramandata soprattutto grazie al fatto che quest’ultimo, assieme al pane, rappresentava (e non solo simbolicamente) uno dei principali alimenti per le popolazioni dell’epoca. Il suo impiego nei riti Cristiani e l’opera di riscrittura degli antichi trattati da parte dei monaci ha fatto sì che i principi dell’enologia e della coltivazione della vite venissero tramandati fino al Rinascimento.

Dal 1800 in poi si è iniziato a parlare di agricoltura su larga scala con importanti progressi anche in campo enologico. A fine secolo, tuttavia, l’arrivo di un parassita importato dalle Americhe, chiamato fillossera, assieme a barbatelle locali, ben presto divenne un flagello quasi incontenibile che portò alla distruzione di più di un quarto del patrimonio viticolo europeo.

All’inizio del ‘900 il panorama vitivinicolo europeo, e quindi anche Italiano, subì un’ulteriore evoluzione brutale. In pochi anni vennero selezionati i vitigni che più si prestavano alla coltivazione nelle varie zone, lasciando scomparire specie autoctone minori, alcune per sempre. Specie d’Oltralpe con caratteristiche di idoneità a determinati ambienti vennero importate e divennero parte integrante del territorio e delle tradizioni. Si entrò così nell’epoca della viticoltura moderna, che negli ultimi decenni sta però riscoprendo sempre di più le varietà autoctone, con l’obiettivo sia di preservale come patrimonio del territorio sia di farle conoscere in tutto il mondo.

Se volete conoscere altre curiosità sul mondo della vite e del vino inviare un’e-mail a info@enotecagaudes.it oppure è possibile recarsi all’Enoteca Gaudes, a Torre de’ Roveri in via Marconi, 1. Per avere ulteriori informazioni consultare il sito www.enotecagaudes.it o accedere alla pagina Facebook e Instagram di Enoteca Gaudes.

 

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