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La polemica

“Fragili lombardi lasciati in coda”: sulla campagna vaccinale scontro Gori-Moratti

Il sindaco di Bergamo: "I ventenni vaccinati sono il doppio dei 70enni, molto più vulnerabili". La replica: "Non abbiamo lasciato indietro nessuno, entro l’11 aprile prima dose a tutti gli over 80"

Scintille tra il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e la vicepresidente ed assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti.

Parlando della campagna vaccinale della Lombardia, “non è perfetta, per usare un eufemismo – ha detto Gori martedì mattina a Radio 24 -. Il pezzo che ha fatto più difetto sono le prenotazioni che la regione ha appaltato ad Aria, una sua società che ha fatto clamorosamente cilecca. Poi, onestamente, la Lombardia, come altre regioni, hanno lasciato in coda le persone fragili mettendo avanti altre categorie. Mi fa riflettere il numero dei ventenni, 20-29 anni, vaccinati in Lombardia: sono il doppio dei 70enni che è una categoria molto più vulnerabile, con il 24% dei morti”, ha osservato Gori.

“Regione Lombardia non ha lasciato indietro nessuno – gli ha risposto Letizia Moratti – anzi ha privilegiato gli anziani prodigandosi per vaccinarli con sollecitudine ed efficacia. Ad oggi abbiamo somministrato la prima dose di vaccino a più del 60% degli oltre 600mila ultraottantenni che hanno aderito alla campagna vaccinale a loro dedicata, e da tempo abbiamo messo in completa sicurezza le residenze per anziani vaccinando più di 62mila soggetti, il 100% con la prima dose e ben l’80 con la seconda. Senza contare tutte le strutture ospedaliere che, come le Rsa e i loro ospiti, sono state messe in totale sicurezza vaccinando medici, infermieri, operatori soci sanitari ed altro personale anche giovane. E con il personale della scuola abbiamo superato il 65%”.

“Lo sciacallaggio politico di Gori non ha limiti – ha rincarato il deputato leghista Daniele Belotti -. Dati alla mano la Lombardia, pur con alcuni disguidi nelle prenotazioni, è tra le regioni che in percentuale ha vaccinato più over 80. La peggiore? La Toscana dove le fasce d’età 40-49 e 50-59 sono le più vaccinate, addirittura più degli over 80, la categoria più fragile. Quasi tutte le regioni vedono i 70-79enni con meno vaccini rispetto ai 20-29enni. Il motivo? Molti rientrano nelle categorie essenziali come personale sanitario, forze dell’ordine, insegnanti. Peccato che Gori sia rimasto zitto di fronte alla casta dei furbetti come magistrati, avvocati, giornalisti che in Toscana e Campania sono stati fatti passare avanti”.

“Questa mattina a Radio24 ho detto, numeri alla mano, che i 20enni fin qui vaccinati contro il Covid in Lombardia sono più del doppio dei 70enni a cui è stato somministrato il vaccino: 117 mila nella classe di età 20-29, per la precisione, contro 58mila appartenenti alla fascia 70-79 anni, e questo nonostante sia evidente a tutti che i settantenni sono tra i soggetti più vulnerabili, tanto che tra questi si conta ben il 24% dei decessi causati dal virus – ha precisato in un secondo tempo Gori -. A queste osservazioni, l’assessore Moratti ha replicato presentando i numeri riguardanti la vaccinazione della popolazione over80: altrettanto importanti, ma non toccano il punto che ho sollevato”.

Quella di Gori “non voleva essere una polemica contro Regione Lombardia: ho ben presente che la sequenza delle vaccinazioni è stata determinata a partire da scelte nazionali, peraltro condizionate – come ho spiegato nel mio intervento a Radio24 – dall’iniziale indicazione di non utilizzo del vaccino di AstraZeneca per la popolazione over55: è anche per questo che si sono anteposte varie categorie professionali alla popolazione anziana più fragile. Ma certo siamo di fronte a un paradosso se i ventenni vaccinati sono molti più dei settantenni. Confido che da qui in avanti si faccia il massimo sforzo per proteggere attraverso il vaccino le fasce di popolazione più vulnerabili”.

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