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La fusione

Confindustria Lombardia Nord, Scaglia: “Un grande atto di coraggio”

Il presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia: "“Sarebbe molto bello portare a casa l'affermazione del ruolo generale che ha l'industria e il manifatturiero nei nostri territori"

Che agli industriali bergamaschi piaccia la fusione con Confindustria Lecco-Sondrio lo si capisce dai saluti finali e dai messaggi nella chat dell’assemblea.

“Complimenti”, “Bravi, bella operazione” scandiscono in molti prima di scollegarsi dopo che Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, saluta dal palco accanto a Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, che ha illustrato gli ultimi risultati delle indagini condotte sul clima sociale, economico e politico in Italia, con un focus sull’associazionismo.

Lontano dal palco della sede di Confindustria Bergamo al Kilometro Rosso, il presidente Scaglia ammette di essere “carico ed emozionato”.

Come definirebbe questa fusione?

Come ha detto Pagnoncelli, in un momento in cui tutti si arroccano questo è un atto di coraggio. Ecco, credo sia proprio così.

Se potesse esprimere un sogno ora, che cosa chiederebbe a questa Confindustria Lombardia Nord? Qual è il primo obiettivo che vorrebbe raggiungesse?

Sarebbe molto bello portare a casa l’affermazione del ruolo generale che ha l’industria e il manifatturiero nei nostri territori. Un’industria sempre più connessa al tessuto territoriale.

La nuova organizzazione potrebbe avere un peso diverso anche per opere come la Pedemontana o l’autostrada Bergamo-Treviglio?

Sicuramente c’è il tema infrastrutture che vede la connessione Bergamo-Lecco che è sempre stata importante – e lo abbiamo sempre dichiarato – anche in vista delle Olimpiadi e del collegamento tra l’aeroporto di Orio al Serio e la Valtellina. Quindi è un asse strategico per lo sviluppo di quei territori. Poi naturalmente c’è la Pedemontana e la Bergamo-Treviglio con l’interconnessione verso la Bassa, verso gli scali logistici che stanno sorgendo. Infine il collegamento con la Brebemi per potenziare il collegamenti verso Est e tutto il Nord Italia.

Conterete di più anche a livello regionale e nazionale? In alcuni settori avrete un peso diverso?

All’interno della sistema confederale sì. In alcune federazioni importanti di settore come Federchimica, Federmeccanica e Federacciai, questa nuova associazione avrà un ruolo tra le prime due o tre posizioni. A livello nazionale sarà la quinta associazione. Nel sistema di rappresentanza verso le istituzioni rappresentando la voce di tre province molto importanti, contiamo sul fatto di fare sintesi e di avere un contributo più solido e autorevole.

Manterrete le tre sedi. È una scelta precisa? 

L’associazione deve utilizzare al meglio la sua economia di scala e di dimensione per sviluppare iniziative e progetti autorevoli. Allo stesso tempo deve essere più prossima agli associati e alle imprese. Il mantenimento di presidi locali è necessario per dialogare e raggiungere obiettivi comuni con gli stake holder territoriali.

Confindustria Lombardia Nord: come avete scelto il nome?

Il nome è venuto guardando la cartina.

Ci aspettavamo una Confindustria delle Alpi.

Bel nome per le politiche di sviluppo della montagna, ma questa associazione ha anche importanti insediamenti nella pianura.

La nuova associazione guarda più a Est o a Ovest? Possibili accordi con Brescia o con Como?

Per ora siamo concentrati sul portare a termine bene questa fusione, perché sia un caso di successo. Poi valuteremo e staremo attenti ad ogni possibile situazione.

Quando sarà portata a termine questa fusione?

Abbiamo una serie di step da compiere, ma l’obiettivo è per giugno 2022.

C’è già il nome del prossimo presidente?

No. Onestamente è ancora estremamente prematuro, abbiamo ancora tanto altro da fare.

In un tempo in cui la pandemia non demorde e l’economia soffre, fondete due territoriali di Confindustria. Non è solamente un progetto, c’è anche un messaggio che mandate alla politica e al territorio?

Questa fusione credo sia l’espressione della volontà di aprirsi e guardare con coraggio al futuro. Unire le forze è indispensabile per mettere in rete le proprie capacità e specificità.

Chiudendo l’assemblea ha chiesto a Pagnoncelli un focus sui giovani. Come crede che lo sviluppo dell’industria possa conciliarsi con le richieste dei giovani di  Fridays For Future?

Io credo che i giovani sappiano che l’industria di oggi è molto attenta e responsabile nei confronti dell’ambiente. Una ricerca pubblicata recentemente dimostra che l’industria ricicla oltre il 70% dei propri rifiuti. Io credo che un’associazione come questa, che nasce oggi, saprà dimostrare ancora meglio queste potenzialità, saprà dialogare e coinvolgere ancora di più i giovani su temi che stanno a cuore a tutti.

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