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Confai Bergamo

L’intervento

Confai Bergamo: “Ci troviamo in un contesto agroalimentare dinamico e complesso”

Il presidente provinciale e regionale di Confai, Leonardo Bolis traccia il punto della situazione all’86ema assemblea annuale di Confai Bergamo

“Solo con una politica di investimenti improntata a criteri di sostenibilità ambientale ed economica e con un’adeguata adesione all’economia della conoscenza da parte delle nostre imprese si potranno affrontare adeguatamente le sfide di un contesto agroalimentare molto più dinamico che in passato, esposto a molteplici fattori di rischio e aperto al confronto con consumatori sempre più informati ed evoluti”: così si è espresso Leonardo Bolis, presidente provinciale e regionale di Confai, sintetizzando le linee di fondo emerse dai lavori dell’assemblea provinciale dell’associazione, che riunisce imprenditori agromeccanici e agricoli.

Nel corso della relazione di apertura, il numero uno di Confai Bergamo ha tracciato il consueto quadro generale dell’agricoltura a livello provinciale, evidenziando i lineamenti principali di una crisi sempre più acuta, come dimostra una riduzione di oltre 80 milioni di euro nel fatturato agricolo globale del 2020. “Sul fronte dei seminativi – ha fatto notare Bolis – uno dei dati più allarmanti è stata la prosecuzione delle alterazioni climatiche che avevano già segnato pesantemente l’annata 2019 e che si sono riproposte con forte intensità anche nel 2020, con danni che hanno provocato sconcerto tra numerosi produttori, sia in aree di pianura che nelle zone montuose”.

Tra le manifestazioni più evidenti dello stato di crisi vi è quello del calo di circa quattro punti percentuali del fatturato complessivo dei servizi di coltivazione in conto terzi. Lo ha ribadito Enzo Cattaneo, direttore di Confai Bergamo, ricordando che le imprese agromeccaniche hanno addirittura intensificato la prestazione di servizi alle aziende agricole, dato dal quale si deduce “un evidente stato di sofferenza nei pagamenti delle prestazioni effettuate, che a lungo andare potrebbe ripercuotersi significativamente sugli investimenti in nuove tecnologie da parte delle ditte contoterziste”.

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Un apprezzato intervento è stato rivolto ai partecipanti da Gianni Dalla Bernardina, presidente nazionale della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (CAI), che ha dato merito agli imprenditori di Confai e alle loro famiglie per i grandi sacrifici svolti durante tutte le fasi dell’emergenza sanitaria al fine di garantire la tenuta del settore agroalimentare.

“L’unione del mondo agricolo e agromeccanico ha retto alla prova dei fatti – ha commentato Dalla Bernardina – e questo ci rafforza nelle convinzioni e nei valori che ci hanno spinti a costituire una confederazione unitaria, basata su uno spirito di integrazione e senso di responsabilità”.

“Di fronte ai numerosi avvicendamenti che si verificano nelle compagini politiche – ha aggiunto il presidente di CAI – la nostra posizione è sempre stata e sarà di collaborazione negli interessi del settore primario, nell’ambito del quale auspichiamo che venga riconosciuto al più presto dalle istituzioni l’apporto che offre il mondo agromeccanico. Se è vero che vi è una sempre maggiore consapevolezza generale sulla necessità di promuovere un’agricoltura innovativa ed eco-sostenibile, è altrettanto vero che tutto questo potrà realizzarsi solo riconoscendo il ruolo indispensabile del contoterzismo agrario”.

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Sulla stessa linea si è espresso, in conclusione, il vicepresidente di CAI, Sandro Cappellini. “La nuova politica agricola comunitaria ha posto al centro dell’attenzione gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio e di incremento della sostanza organica nei terreni – ha ricordato il dirigente dell’associazione nazionale -, ma tutto ciò richiede concretamente grandi investimenti in tecnologia e meccanizzazione, che solo le imprese agromeccaniche e poche altre imprese di grandi dimensioni potranno affrontare. A tutti questi operatori che si confrontano coraggiosamente con le sfide dei mercati è necessario garantire la possibilità di concorrere, in condizioni di parità con tutti gli altri, ai bandi europei per il finanziamento degli investimenti agricoli”. A questo proposito – conclude Cappellini – si potrebbero aprire prossimamente alcune opportunità grazie al fatto che la nuova politica agricola dell’UE lascerà margini decisionali più ampi a livello nazione e regionale per garantire politiche di sviluppo più vicine alle esigenze dei territori locali.

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