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La mappa

Bergamo, nell’anno del Covid 16.368 morti; 8.505 residenti in meno: i dati di ogni Comune

Il bilancio demografico 2020 è drammatico: la differenza tra nascite e decessi è di -8.698 (in pratica come perdere un paese grande come Clusone). Impressionante il dato di marzo: 6.091 morti.

Un nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia e un massimo storico di decessi dal secondo dopoguerra: è questa la fotografia scattata dall’Istat sul 2020, con gli effetti negativi prodotti dall’epidemia Covid-19 che hanno amplificato la tendenza al declino di popolazione in atto dal 2015.

Al 31 dicembre, in Italia, la popolazione residente è inferiore di quasi 384mila unità rispetto all’inizio dell’anno, fermandosi a 59.257.566 persone (-0,6%): “Come se fosse sparita una città grande come Firenze”, rilevano dall’Istituto Nazionale di Statistica.

Un risultato frutto delle quasi 16mila nascite in meno rispetto al 2019 (nel 2020 sono stati iscritti in anagrafe per nascita 404.104 bambini, -3,8%) e dei circa 112mila decessi in più rispetto allo scorso anno (+17,6%, sono state cancellate dall’anagrafe per decesso 746.146 persone).

Il saldo naturale nel 2020 ha raggiunto quota -342mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648mila), quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno.

Il dato dei 746.146 decessi, come detto, è il più alto mai registrato dal secondo dopoguerra, con un aumento rispetto alla media 2015-2019 di oltre 100mila unità (+15,6%).

All’inizio dell’anno, tra gennaio e febbraio, i decessi nel complesso erano stati inferiori di circa 7.600 unità rispetto alla media dei cinque anni precedenti: ma da marzo, l’inizio della crisi sanitaria, a fine anno si è osservato un eccesso di morti del 21% rispetto alla media dello stesso periodo nell’ultimo quinquennio.

I decessi Covid-19 sono stati quasi 76 mila, il 10,2% dei decessi totali a livello medio nazionale (il 70% dell’eccesso complessivo). Il Nord, con il 14,5% sul totale dei morti, registra il maggior peso percentuale, il doppio rispetto al Centro (6,8%) e al Mezzogiorno (5,2%).

Nel corso della prima ondata dell’epidemia (marzo-maggio 2020) i decessi a livello nazionale sono stati 211.750, quasi 51 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo dei 5 anni precedenti (+31,7%). Di questi, i decessi di persone positive al Covid-19 registrati dalla Sorveglianza integrata ammontano a 34.079 (il 67% dell’eccesso totale).

L’aumento di decessi si è concentrato nelle regioni del Nord (+61,1% nel complesso del periodo), dove si sono sfiorate punte del 95% a marzo e del 75% ad aprile. È soprattutto la Lombardia a sperimentare il bilancio più pesante (+111,8%).

L’Istat ha illustrato così il pesante impatto della pandemia nel nostro Paese, tra i primi in Europa in cui la presenza del Covid-19 si è manifestata. Una diffusione caratterizzata da tre fasi: la prima, da fine febbraio a fine maggio, contraddistinta da una rapidissima ascesa dei contagi e dei decessi, soprattutto al Nord; una seconda, di transizione, da giugno a settembre, con un rallentamento dei contagi per effetto del lockdown primaverile; e una terza a partire dalla fine di settembre, con una drammatica riacutizzazione dei casi e dei decessi su scala nazionale.

Le maggiori conseguenze, in termini di decremento di popolazione, si sono registrate a Nord-Ovest: se nel 2019, qui, il deficit di popolazione era contenuto a un -0,06%, nel corso del 2020 si è registrata una perdita dello 0,7%.

La Lombardia, in particolare, chiude l’anno con una forte inversione di tendenza, passando da un incremento dello 0,2% nel 2019 a un deficit nel 2020 dello 0,6%: il saldo naturale della regione segna un -6,7 per mille rispetto al 2019.

LA PROVINCIA DI BERGAMO

La popolazione residente in provincia di Bergamo al 31 dicembre 2020 è di 1.099.621, in calo di 8.505 unità rispetto al dato di inizio anno (1.108.126) e con un saldo naturale (differenza tra nati vivi e morti) di -8.698.

Il calo della provincia, -0,8%, è più alto della media regionale (-0,6%).

Nel complesso si sono registrati 16.368 decessi e 7.670 nati vivi.

Il dato più impressionante è quello del mese di marzo, con 6.091 morti e un saldo naturale di -5.470: segue aprile, con 1.828 morti e saldo naturale di -1.261. Nessun mese dell’anno si è chiuso con un saldo naturale positivo.

Nel 2020 risulta esserci stato un eccesso di mortalità di 6.316 persone rispetto alla media dei cinque anni precedenti, il 62,8% in più: 16.368 contro i 10.052 nel periodo 2015-2019, dove il picco è stato di 10.255 (2017).

 

Il riassunto demografico del 2020 nei Comuni bergamaschi

La mappa è colorata in base al valore del saldo naturale (differenza nati vivi/morti). Scorrendo sopra ogni Comune è possibile scoprire i dati relativi a: popolazione all'1 gennaio, popolazione al 31 dicembre, differenza dall'inizio alla fine dell'anno, saldo naturale, morti e nati vivi.

Al dato finale concorrono saldo naturale e saldo migratorio/per altri motivi (iscrizioni e cancellazioni dal registro anagrafico).

 

*Fonti dei dati

L’oggetto della rilevazione è costituito da tutti gli eventi di iscrizione e cancellazione anagrafica relativi ad individui iscritti nei registri anagrafici comunali. In base alla legge anagrafica (Legge 1228/1954) tutta la popolazione avente dimora abituale in Italia deve essere iscritta in anagrafe (diritto/dovere). Solo gli stranieri che sono in possesso di un regolare titolo di soggiorno possono essere iscritti. Pertanto, i flussi conteggiati dalla presente rilevazione fanno riferimento a tutti i residenti, sulla base del comune di residenza.

La rilevazione degli eventi di stato civile si occupa dei dati relativi agli eventi di Stato civile (nascite - distinte per vitalità, filiazione e genere del parto – morti, matrimoni, accordi extra-giudiziali di negoziazione assistita dagli avvocati ex art.6, accordi extra-giudiziali conclusi e confermati direttamente di fronte all’Ufficiale di Stato civile ex art.12 e costituzione delle unioni civili) verificatisi nel Comune nel periodo di rilevazione. La rilevazione ha cadenza mensile. La rilevazione, che si basa su modelli amministrativi (D.7.A mensile) permette di conoscere l’intensità e la cadenza degli eventi di stato civile nonché le principali caratteristiche demografiche di coloro che sperimentano l’evento. Infatti oltre al genere dei soggetti interessati dall’evento, viene rilevato il numero di eventi che si riferiscono a cittadini stranieri. Inoltre, per quanto riguarda le nascite, va sottolineato che questa è l’unica fonte statistica esaustiva sulla consistenza delle diverse tipologie di eventi di nascita (nati vivi legittimi, nati vivi naturali, nati morti e nati da parti plurimi). Il tasso di risposta è totale.

 

 

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