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Lettere

La denuncia

Sfratto a una famiglia con due gemelli autistici: appello al Comune di Bergamo

L'Associazione inquilini e abitanti AsIa-USB di Bergamo denuncia una situazione paradossale per una famiglia con due gemelli autistici di 4 anni. L'appello è rivolto al Palazzo Frizzoni, ma vista la situazione critica nella quale vivono la richiesta di questa famiglia si estende a tutte le istituzioni bergamasche.

Pubblichiamo la lettera di denuncia dell’Associazione Inquilini e abitanti AsIa Usb che descrive il dramma che sta vivendo questa famiglia con due gemelli autistici di 4 anni.

Oggi vogliamo raccontarvi la storia della famiglia P., una storia vera, una storia di una famiglia sotto sfratto, di due gemelli “rinati” e dell’indifferenza più totale delle istituzioni.

La storia di questa famiglia comincia con la nascita di due bellissimi gemelli; mamma e papà erano contentissimi. Era da tanto che aspettavano di diventare genitori e pensavano che niente avrebbe potuto interrompere la loro gioia.

Non passò molto tempo che la famiglia venne colpita da una bomba.

Non una bomba di quelle lanciate in tempi di guerra, ma una di quelle che piomba nella vita di due neogenitori scatenando panico, incertezze, dubbi e preoccupazioni:
ai due gemelli venne diagnosticato l’autismo.

Mamma e papà erano spaesati, i bimbi erano ancora molto piccoli ma i segni dell’autismo diventavano sempre più evidenti. I due genitori si fecero una promessa: la priorità sarebbe dovuta essere rivolta a quelle due piccole creature. Dopo infiniti tentativi di cure e terapie scoprirono il centro ABA di Bergamo, che piano piano inizio a cambiare la loro vita e la loro quotidianità.

Oggi, all’età di quattro anni e dopo un lungo percorso al centro, i due gemelli sono “rinati”: hanno iniziato a parlare, a relazionarsi con i coetanei e con i propri genitori.

Mamma e papà non avrebbero nemmeno potuto immaginare un miglioramento così importante nei propri figli. Miglioramento dovuto alle terapie private che hanno costi importanti.

Soprattutto se moltiplicati per due.

Soprattutto considerato che papà fa l’operaio e mamma deve concentrare tutte le sue attenzioni ai suoi piccoli.

La maggior parte dei guadagni di questa famiglia va a finire in cure.

I soldi non bastano a pagare tutto ma il benessere e la salute dei propri figli è la priorità per la famiglia P. che inizia a non riuscire più a sostenere il costo dell’affitto.

Le rate si accumulano ma il proprietario aspetta la scadenza del contratto per richiedere lo sfratto.

Per questo cavillo burocratico la famiglia P viene sfrattata per fine locazione e non per morosità. Così non rientra nel blocco delle esecuzioni di rilascio alloggio e nemmeno nel contributo regionale di cui tanto avrebbe bisogno.

Alla data di rilascio spontaneo dell’alloggio manca poco più di una settimana, ed ad aggravare la situazione, è arrivata anche la chiamata in udienza per il pignoramento sullo stipendio a causa dei debiti sulla casa.

Davanti a questa storia viene automatico chiedersi: in che modo stanno intervenendo le istituzioni? I servizi sociali, cosa stanno facendo?

Le proposte dei servizi sociali del Comune di Bergamo alla famiglia P. sono state:

1) sospendere momentaneamente le terapie dei bambini, terapie che secondo la letteratura scientifica sono di fondamentale importanza nei primi anni di vita e che basano la loro efficacia sulla continuità di trattamento, in modo da risparmiare sufficientemente per potersi permettere un appartamento sul libero mercato.

2) separare i la madre ed i figli, che ricordiamo hanno quattro anni e sono affetti da autismo, per metterli in una struttura protetta nel quale il padre non potrebbe alloggiare. Soluzione che, senza solide motivazioni, è impraticabile per qualsiasi famiglia; a maggior ragione in un nucleo che presenta due minori affetti da autismo che potrebbero avere anche un forte peggioramento dei sintomi a fronte di un così drastico cambiamento.

3) Aspettare che esca il bando per l’assegnazione degli alloggi popolari e pregare che raggiungano un punteggio sufficientemente alto da riuscire ad ottenere l’assegnazione.

“Come Sindacato AsIA siamo fermamente convinti che in un Paese democratico non si possa chiedere a dei genitori di scegliere se curare i propri figli o avere una casa in cui abitare. Riteniamo vergognosa l’indifferenza e la leggerezza con la quale i servizi sociali del Comune di Bergamo stanno affrontando questa delicata situazione.

Riteniamo doveroso che l’Amministrazione Comunale si prenda carico di questa famiglia trovando una soluzione congrua alle esigenze della stessa.

Associazione Inquilini e abitanti AsIa-USB

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