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Bergamo segreta

Il castello Suardi, un salto nel Medioevo fra misteri e Templari

Nuova puntata della rubrica domenicale di BGY che fa tappa in Val Cavallina

Un’aura di mistero racchiude le origini del castello Suardi di Bianzano.

Nel corso degli ultimi decenni diverse ipotesi si sono succedute sulla possibile data di costruzione dell’edificio, senza però trovare un parere unanime fra gli esperti.

Se in passato si è più volte affermato che il maniero risalisse al XIII secolo, la scoperta dei resti di alcune fortificazioni poste nei pressi del borgo hanno cambiato nuovamente le carte in tavola, posticipando il periodo di costruzione e fissandolo sotto la dominazione dei Suardi.

Diversi dubbi persistono ancora oggi anche sulla funzionalità del castello, utilizzato secondo alcuni storici con funzioni difensive, secondo altri come deposito alimentari oppure come residenza della casata orobica.

La mancanza di documentazione a riguardo ha lasciato spazio però a una particolare interpretazione inerente alla presenza dei Templari in Val Cavallina.

Secondo alcuni studiosi l’ordine cavalleresco avrebbe utilizzato lo stabile come loro “maison” e come luogo di riferimento per il controllo della parte alta della vallata, offrendo inoltre un sostegno ai pellegrini di passaggio.

A suffragare questa tesi vi sarebbero alcuni indizi fra i quali spiccano la posizione della roccaforte, l’esistenza di alcuni simboli legati i cavalieri rosso-crociati e l’utilizzo di archi ogivali per i portali, precedente rispetto ad altre strutture della zona.

La storia della fortificazione si lega però a doppio filo sia a quella dei Suardi come a quella dei Visconti.

Uno dei primi documenti riguardanti l’edificio è databile 1367 quando Giovanni, appartenente alla famiglia bergamasca, sposò Bernarda Visconti, figlia di Bernabò, reggente del Ducato di Milano, ricevendo così in dono lo stabile stesso.

A cambiare l’aspetto del fabbricato fu però la decisione della Repubblica di Venezia che, al fine di porre fine alle lotte tra guelfi e ghibellini, ordinò nel 1460 la distruzione di tutte le strutture fortificate presenti sul suo territorio.

Per evitare di dover demolire la propria dimora, i Suardi decisero quindi di demolire le merlature e di dotarla completamente di una copertura a tetto.

A caratterizzare attualmente il castello vi sono però la pianta quadrata, le cui diagonali sono rivolte verso i punti cardinali, e l’elevata torre visibile da diversi punti della Val Cavallina.

Quest’ultima, posta all’ingresso, è decorata alla base da un ciclo di affreschi databili attorno alla metà del XIV secolo, che proseguono anche nell’atrio interno.

All’interno di questa piccola corte, dotata di un ballatoio su tre dei quattro lati, si trovano altri dipinti rappresentanti le quattro virtù, alcuni putti intenti al gioco e alla danza, nonché alcuni motivi ornamentali costituiti da rombi bianchi e neri, simbolo dei Visconti.

A proteggere esternamente il castello vi sono infine due cinte murarie che formano altrettanti spalti posti su due livelli differenti: la prima ha i lati paralleli a quelli dello stesso, con piccole torri (solo parzialmente conservate) poste al centro di ognuno di essi, mentre la seconda, di forma irregolare, presenta una torretta ad ognuno dei quattro angoli.

Il passaggio del tempo non ha mai scalfito il fascino del castello Suardi che, complice i misteri che lo contraddistinguono, continua ad attrarre turisti e appassionati.

Fonti

AA.VV.;Castra bergomensia : castelli e architetture fortificate di Bergamo e provincia; Bergamo;  Provincia di Bergamo; 2004

Flavio Conti, Vincenzo Hybsch, Antonello Vincenti; I castelli della Lombardia; Novara; Istituto geografico De Agostini; 1990

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