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La lanterna magica di guido

“Elegia Americana”: riscoprire le proprie radici con Glenn Close e Amy Adams

Una telefonata costringe uno studente di Yale a tornare nella sua cittadina in Ohio dove riflette sulla storia familiare di tre generazioni e sul suo stesso futuro

Titolo: Elegia americana

Regia: Ron Howard

Genere: Drammatico, biografico

Durata: 117’

Interpreti: Amy Adams, Glenn Close, Gabriel Basso, Haley Bennet, Freda Pinto

Programmazione: Netflix

Valutazione IMDB: 6.8/10

J.D. Vance (Gabriel Basso) è uno studente di giurisprudenza ed ex marine dal carattere forte e della storia personale travagliata. Il ragazzo infatti non ha avuto una vita facile e da tempo si è allontanato dalla sua famiglia cercando in ogni modo di dimenticarla ma si sa: certi fantasmi tornano sempre a presentare il conto e purtroppo lo fanno spesso nei momenti meno opportuni. J.D. è infatti sul punto di ricevere l’offerta per il lavoro dei suoi sogni, quando una telefonata lo costringe a fare ritorno nella cittadina a sud dell’Ohio in cui è cresciuto per risolvere un problema riguardo a sua madre Beverly (Amy Adams). Questa è infatti da anni in lotta con una terribile dipendenza dalle droghe e J.D. , come ha fatto più volte negli anni coadiuvato dalla saggia nonna Mamaw (Glenn Close), sarà chiamato per l’ennesima volta ad aiutare una persona che, a discapito di tutto, ama più di ogni altra cosa.

Adattamento cinematografico dell’omonimo libro di memorie di J.D. Vance distribuito su Netflix alla fine del 2020, “Elegia Americana” è un dramma biografico diretto dal premio Oscar Ron Howard e candidato agli Academy Awards del 2021 nelle categorie “Migliore attrice non protagonista” e “Miglior trucco e acconciatura”. Il film, a suon di dolorosi flashback, intraprende un viaggio personale e profondo nella vita di un ragazzo vittima di gravi carenze affettiva, la cui unica colpa è quella di essere nato da una madre molto problematica. J.D. durante la storia sarà costretto a più riprese a confrontarsi con forza con vari scheletri nell’armadio che, probabilmente troppo in fretta, ha tentato di seppellire, pagando così lo scotto di non avere più un passato, negandosi così la possibilità di un futuro sereno in pace con sé stesso.

Attraverso il confronto di tre generazioni tanto diverse di Vance, quella della nonna Mamaw, della mamma Beverly e del giovane J.D, lo spettatore sarà condotto in un grande romanzo di formazione, peraltro ispirato ad una storia vera, fatta di contrasti, passi falsi e rinascite personali da ceneri raffreddate dal tempo e dalla fretta di dimenticare il passato.

Fotografia tristemente realistica di quella parte di società dei monti Appalachi, nel Midwest statunitense, fatta di poveri lavoratori troppo spesso costretti a trovare una via d’uscita in droghe a basso costo come l’eroina, “Elegia Americana” racconta un terribile dramma umano in cui tutti possono rivedersi per la normalità dei suoi personaggi.

A fronte però di un incipit e di uno svolgimento avvincenti, il film, avviandosi verso l’epilogo, assume dei tratti sbiaditamente banali dando l’idea che l’ispirazione della sceneggiatura sia andata calando durante l’elaborazione delle scene. A salvare la situazione e a rendere più dolce la delusione della banalità finale viene chiamato in causa il binomio candidato all’Oscar Close – Adams che con un’interpretazione commovente dipinge perfettamente la tragica situazione di coloro che, perdendo tutto, sono stati dimenticati dalla società.

Emozionante dramma degno di nota per una recitazione sopra le righe, “Elegia Americana” è un sentito viaggio che ricorda ad ogni spettatore come avere delle forti radici familiari permetta di vivere un futuro più sereno.

Battuta migliore: “Ognuno in questo mondo può essere tre cose: un buon Terminator, un cattivo Terminator o un Terminator neutrale”. “Tu nonna sei un buon Terminator”

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