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Consigli di Chirurgia e Medicina Estetica

L'intervista

Palpebre cadenti, borse e occhiaie, Toffanetti: “Ecco come ridare luce allo sguardo”

Abbiamo chiesto un parere al dottor Fabio Toffanetti, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica

Palpebre cadenti, borse e occhiaie rendono lo sguardo affaticato invecchiando la fisionomia del volto. Oltre a essere degli inestetismi a volte hanno effetti negativi anche sulla salute interferendo con la vista.

È possibile risolvere queste problematiche ricorrendo alla blefaroplastica, un intervento che consiste nella rimozione chirurgica di cute e grasso in eccesso localizzati nelle palpebre superiori e inferiori. Per saperne di più abbiamo chiesto un parere al dottor Fabio Toffanetti, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.

Chi può effettuare questo tipo di intervento?

Uomini o donne in buona salute e psicologicamente stabili. A questo primo e fondamentale punto si aggiungono poi alcune caratteristiche specifiche come la presenza di cute in eccesso che copre e nasconde il solco naturale delle palpebre superiori e può anche interferire con il campo visivo; “borse” e “gonfiore” delle palpebre superiori e inferiori; lassità eccessiva e rugosità fini delle palpebre inferiori; e depressione, a volte un vero e proprio solco, in corrispondenza del bordo osseo dell’orbita sotto le palpebre inferiori. Questo inestetismo, se presente in forma isolata, può essere corretto attraverso la sola infiltrazione di acido ialuronico (Filler) specifico per la regione palpebrale. L’intervento di blefaroplastica, invece, non è in grado di rimuovere le rughe ai lati degli occhi, le cosiddette “zampe di gallina”, e nemmeno di sollevare le sopracciglia. Per questa ragione può essere effettuata come unico intervento o, laddove indicato, in combinazione con un contemporaneo lifting facciale o lifting temporale e/o del sopracciglio.

Ci spieghi

Con la blefaroplastica è possibile rimodellare l’eccesso di cute e di grasso (borse), nonché la lassità muscolo orbicolare. L’intervento viene eseguito in anestesia locale o sedazione in regime di day surgery e dura al massimo due ore. Tra le opzioni a disposizione dei pazienti ci possono essere alcune varianti tecniche come la cantopessi, attraverso la quale è possibile sospendere la palpebra inferiore nella sua porzione laterale per contrastarne l’eccessiva lassità. Un’altra possibilità è la blefaroplastica transcongiuntivale ovvero la rimozione del grasso presente nelle borse delle palpebre inferiori attraverso un’incisione nella congiuntiva (all’interno della palpebra), quindi senza comportare incisioni esterne sulla cute.

Ci sono dei rischi?

Le complicanze sono rare. Si tratta in particolare di infezioni e per questo è fondamentale che l’operazione venga effettuata in una sala chirurgica con procedure che rispettino gli standard di sterilità adeguati. Naturalmente bisogna rivolgersi sempre a un medico chirurgo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica.

E com’è il decorso post-operatorio?

Si ha una lieve lacrimazione e un’irritazione congiuntivale causati dal gonfiore e dai lividi presenti nei tessuti palpebrali che si risolvono in breve tempo. Dopo circa sei giorni dall’intervento si rimuovono i punti di sutura. Si può riprendere l’attività lavorativa dopo 5-6 giorni; le attività sportive leggere dopo due settimane mentre quelle più intense dopo quattro.

Quanto durano gli effetti della blefaroplastica?

La durata varia in base al singolo caso e dipende da molti fattori come le condizioni fisiche del viso, la presenza di grasso e l’età biologica della cute, ma incidono anche la quantità e la qualità delle rughe, la struttura ossea sottostante e lo stile di vita della persona. Sicuramente il beneficio perdura per diversi anni, a volte senza mai avere una totale regressione alla situazione di partenza.

Per concludere, cosa consiglia a chi è interessato a sottoporsi a questo intervento?

Il risultato deve essere armonico e naturale, non va alterata l’espressione dello sguardo: l’obiettivo è valorizzarlo e alleggerirlo.

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