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Il luogo del ricordo

Fiori e giocattoli sulle settemila piccole lapidi del cimitero dei bambini di Bergamo fotogallery

Negli ultimi tre anni sono 214 i bimbi deceduti. L'assessore Angeloni: "Non vengono mai esumati per evitare ulteriore dolore ai genitori"

Le eliche colorate girano veloci con la prima brezza primaverile. In quel prato, però, non ci sono bimbi che giocano felici, ma solo tante piccole lapidi. Sopra sono impressi dei nomi: Giulia di 5 anni, Filippo di 7, Andrea di 2. Sono alcuni dei giovanissimi sepolti nel “reparto bambini”, come riporta il cartello all’inizio della corsia per raggiungerlo, del cimitero Monumentale di Bergamo.

Una superficie grande quanto un campo da calcio, nei pressi dell’ingresso di viale Pirovano, sulla sinistra, dove trovano spazio circa settemila “baby” lapidi.

Dietro a ogni piccolo monumento c’è una storia di grande dolore vissuto da una famiglia bergamasca. I genitori dei piccoli ogni settimana portano fiori freschi e ripuliscono i giocattoli lasciati in loro ricordo. Bambole, macchinine, e poi quelle eliche colorate che girano senza fine a dispetto di una vita interrotta in modo troppo precoce.

Dall’inizio del 2020 il Comune di Bergamo ha deciso di abrogare le tariffe per queste sepolture, come spiega l’assessore ai Servizi cimiteriali Giacomo Angeloni: “Ci è sembrato un gesto doveroso nei confronti di queste famiglie che già sono alle prese con un dolore immenso. Con il mio incarico ne vedo ogni giorno di storie drammatiche, in particolare in questo periodo di pandemia, ma credo che nessuna possa avvicinarsi alla perdita di un figlio”.

“Inoltre – prosegue l’assessore – , sempre per evitare ulteriore sofferenza a questi genitori, le piccole salme non vengono mai esumate e rimangono nel terreno per sempre”.

I freddi numeri degli ultimi tre anni parlano di 214 bambini deceduti a Bergamo. Di questi 43 sono morti subito dopo il parto, mentre gli altri 171 hanno vissuto qualche giorno, qualche mese o qualche anno (fino a 18, il massimo per la sepoltura nel “reparto bambini”).

“La realizzazione di quest’area risale al 1912- racconta Angeloni – , anno in cui fu costruito il camposanto che raggruppava i tre di allora in città: il San Giorgio alla Malpensata, quello nella zona di Valverde e il terzo nella piana di San Maurizio. Il progetto fu affidato all’architetto milanese Ernesto Pirovano, da cui prende il nome il viale che porta al grandioso ingresso, sovrastato dal famedio che ospita le spoglie di coloro che si sono distinti e hanno dato lustro alla nostra città”.

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