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L'anniversario

Un anno senza don Fausto: un dolore immenso, ma la sua eredità è più viva che mai

Un dolore immenso per tutta la Bergamasca, che negli anni ha imparato a conoscerlo per le sue innumerevoli battaglie al fianco degli ultimi e dei più deboli.

“Questa notte don Fausto è tornato alla casa del Padre. Ha combattuto fino alla fine contro questo virus così tremendo. Se ne è andato nel silenzio e nella solitudine della notte, proprio come molti uomini vissuti in strada di cui lui si è preso cura nel suo ministero. Ora preghiamo Dio perché lo accolga nel suo Regno. Sarà accolto dai santi, da don Bepo e dagli ultimi della terra che lui ha amato e servito, li potrà trovare pace e gioia eterna”.

Con queste parole, un anno fa, la Comunità don Lorenzo Milani di Sorisole annunciava la morte di don Fausto Resmini, portato via dal Covid a 67 anni.

Un dolore immenso per tutta la Bergamasca, che negli anni ha imparato a conoscere don Fausto per le sue innumerevoli battaglie al fianco degli ultimi e dei più deboli, dai senzatetto ai detenuti, per i quali era punto di riferimento giornaliero nelle vesti di cappellano del carcere di via Gleno.

Originario di Lurano, ordinato sacerdote era entrato da subito nella grande famiglia del Patronato San Vincenzo di don Bepo Vavassori, altra figura splendida della Chiesa di Bergamo. In molti anni aveva creato la Comunità don Milani di Sorisole, dedicata ai minori. Molti i suoi appelli per raccogliere viveri, medicinali, indumenti e coperte in vista dell’inverno, materiale che poi distribuiva ai clochard durante i mesi più freddi.

Negli anni aveva fortemente voluto una mensa per i poveri alla stazione di Bergamo, quel pasto caldo che era – e rimane – la carezza per ogni uomo o donna che solo e abbandonato trovava a Bergamo da parte della Chiesa e dalla comunità civile.

Aveva anche accolto le diverse ondate di immigrati, dall’Albania all’Africa fino alla Bolivia, tanto cara ed amata da don Bepo Vavassori.

Chi bussava alla sua porta non restava mai senza un aiuto, una parola di conforto, una indicazione. La Chiesa di Bergamo perde una delle sue figure più carismatiche e care, Bergamo perde lo sguardo attento verso chi rimane indietro: la sua eredità umana e sacerdotale sta proprio nel rileggere la sua vita.

A distanza di un anno dalla sua scomparsa, il suo testimone è stato raccolto da chi lo aveva affiancato nelle sue iniziative, e la sua memoria rimarrà per sempre: la casa circondariale di Bergamo prenderà il suo nome, così come la Fondazione Don Lorenzo Milani.

don fausto - Oldani
Il ritratto di don Fausto realizzato da Luigi Oldani
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