• Abbonati
Osio sotto

Sematic, è stato raggiunto l’accordo per la cessazione

Dopo la delocalizzazione dall’Italia all’Ungheria.

È stato raggiunto, nella sera di mercoledì 17 marzo, da azienda e sindacati e già approvato giovedì 18 marzo in assemblea dai lavoratori a larghissima maggioranza: alla Sematic di Osio Sotto è stato trovato un accordo per gestire la difficile fase che segue alla cessazione dell’attività, dopo la delocalizzazione della produzione in Ungheria. Il testo sarà siglato ufficialmente lunedì.

“È la migliore intesa possibile per ridurre l’impatto sociale di una decisione che non abbiamo condiviso e continuiamo a non condividere” ha commentato Claudio Ravasio della segreteria provinciale della Fiom-Cgil di Bergamo.
All’assemblea di giovedì mattina hanno partecipato circa 120 lavoratori (sui 180 in organico). A larghissima maggioranza hanno approvato l’ipotesi di accordo.

“Il percorso si articola in una prima fase che durerà fino al 30 giugno con una proroga della cassa integrazione Covid (attesa col decreto “Sostegno”), che sarà anticipata dall’azienda e che prevede la maturazione di tutti i ratei, tredicesima e quattordicesima comprese” prosegue Ravasio. “ Contestualmente si provvederà alle risoluzioni consensuali con un incentivo all’esodo significativo: verrà calcolato prevedendo un’integrazione che raggiunga il 100% della retribuzione nei due anni di Naspi, comprensiva di quattordicesima. Il principio è quello di garantire somme pari a due anni di retribuzione piena. A questo si aggiungono il recupero della retribuzione persa a causa della cassa Covid da settembre 2020 in poi, una terza componente economica legata all’anzianità aziendale, oltre a 1000 euro per la cosiddetta transazione novativa. Per tutti verrà pagato il fondo pensione Metasalute per ulteriori 12 mesi. Dal 1° luglio c’è poi l’impegno dell’azienda di chiedere 12 mesi cassa per cessazione parziale di attività. Anche in quel caso l’ammortizzatore sarà anticipato e prevedrà la maturazione di tutti gli istituti contrattuali diretti e indiretti (ferie, PAR, tredicesima e quattordicesima comprese) per tutti i 12 mesi. Durante quel periodo sarà prevista comunque la possibilità di lasciare l’azienda su base volontaria con lo stesso criterio di incentivo all’esodo previsto nel periodo precedente, ma con un decalage mensile compensato però dalla maturazione dei ratei di retribuzione diretta, indiretta e differita. Infine, c’è l’importante impegno condiviso sia di avviare politiche attive (formazione, ricollocazione…) sia di agevolare potenziali reindustrializzazioni del sito con il chiaro obiettivo (messo nero su bianco nell’intesa) di ricollocare il personale in forza”.

La vertenza, dall’inizio

Il 3 settembre scorso l’azienda aveva annunciato il trasferimento di circa il 70% della produzione in Ungheria, mettendo a rischio circa 200 lavoratori. Lo spostamento delle lavorazioni è poi stato eseguito nelle settimane successive. L’ipotesi della delocalizzazione era stata già ventilata nella primavera del 2019. Per i lavoratori di Osio Sotto si è aperto, quindi, un periodo di Cassa integrazione Covid.

Dopo la proclamazione di diversi scioperi (in totale 80 ore svolte), nella vertenza Sematic era stato aperto un “tavolo di crisi” al ministero dello Sviluppo economico (MiSE).

Successivamente è arrivata però la notizia della cessazione della produzione entro marzo. In assemblea i sindacati avevano avuto mandato a larga maggioranza di avviare la trattativa per contrattare le condizioni post cessazione.

“Purtroppo – dice Mirco Locati, di Fim Cisl Bergamo – a fronte della decisione di Sematic di chiudere il sito produttivo di Osio Sotto, non abbiamo potuto far altro che trovare le modalità
migliori per attutire il danno sociale di tale decisione. Nella assemblea di questa mattina, l’accordo raggiunto ieri con l’azienda è stato votato a grandissima maggioranza dai lavoratori presenti, circa 120”.

L’accordo prevede inizialmente il proseguo della cassa integrazione Covid 19, con la piena maturazione dei ratei e l’anticipazione del trattamento di cassa, e un incentivo con accordo ex
art. 14 del DL 104 agosto 2020.
L’incentivo si compone in tre parti: la prima è l’ integrazione al 100% della Naspi comprensiva di 13° e 14° mensilità; la seconda componente è derivante dal recupero del salario perso causa Cigo
da settembre 2020 a marzo 2021. L’ultima componente è legata all’anzianità aziendale comprensiva anche degli anni svolti in somministrazione.

Terminata la cassa Covid sarà richiesta la Cigs per cessazione parziale dell’attività , prevedendo anche in questo caso l’anticipo della cassa e la maturazione di tutti i ratei (ferie, PAR, 13°,14°). Inoltre durante l’utilizzo della Cigs sarà data la possibilità ai lavoratori di lasciare l’azienda su base volontaria con lo stesso criterio di incentivo previsto con accordo ex art.14 decurtato del
5,5% per ogni mese trascorso in Cigs. Tale perdita economica è compensata dal trattamento di cassa e dalla maturazione dei ratei e del TFR, inoltre in tal modo si avrà un periodo di copertura
contributiva piu lunga, utile a coloro i quali mancano pochi mesi alla pensione.

“Abbiamo inoltre concordato di intraprendere tutte le politiche attive previste dalla regione e dal ministero e di cercare la riqualificazione del sito produttivo con l’intento di salvaguardare
l’occupazione. Lo riteniamo un ottimo risultato, che risponde alle esigenze di tutti i lavoratori, da chi ha già trovato un nuovo impiego a chi necessita di 2/3 anni di contributi per raggiungere i
requisiti pensionistici. Ora aspettiamo il tavolo con il Mise per attivare il percorso concordato con l’azienda e le varie politiche attive. Rimane una triste vicenda – conclude Locati in quanto il
territorio si impoverisce vedendo andar via un’azienda produttiva e storica, mettendo in difficoltà molte famiglie”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI