• Abbonati
18 marzo

Mario Draghi alla Trucca: “Grazie, Bergamo, rappresenti la voglia di riscatto del Paese” fotogallery

Le parole del premier nella Giornata della memoria per le vittime del Covid. E l'emozione del sindaco Gori

Il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi è arrivato a Bergamo in questo 18 Marzo, a un anno esatto da quell’immagine che ha scioccato il mondo intero: i camion dell’esercito che atraversavano la città pieni di bare, le vittime della pandemia che proprio qui ha colpito pesantemente nella sua fase più acuta, quella iniziale.

Con questa sua prima uscita pubblica, nella Giornata della memoria per le vittime del Covid, Draghi vuole esprimere forte e chiara la propria vicinanza ai parenti, alla comunità, all’Italia intera, ferita e in ginocchio da più di un anno ormai.

Ore 11.42

Nel Bosco della memoria il sindaco Gori e il presidente Draghi piantano un tiglio, simbolo di rinascita, accompagnati dalle note struggenti della tromba di Paolo Fresu. La conclusione di una cerimonia intensa, semplice e toccante.

Ore 11.35

Prende la parola Mario Draghi. “Sentitemi vicino: lo Stato c’è e ci sarà. Questo luogo è un simbolo, come dimostrò il presidente della Repubblica partecipando al concerto del 28 giugno. Vorrei ricordare i sanitari dell’ospedale di Bergamo, il miracolo dell’ospedale da campo alla Fiera di Bergamo, col lavoro degli alpini. E come ha scritto il sindaco nel suo libro, i tanti ragazzi e ragazze, protagonisti della rete di solidarietà silenziosa. Ma poi le vittime: don Fausto Resmini e i sacerdoti uccisi dal virus; alcuni sindaci storici, come Piero Busi e Giorgio Valoti, gli operatori sanitari: Carlo e Maddalena Passera, Diego Bianco del 118. E Claudio Polzoni tra le forze dell’ordine. Con loro tutte le vittime della pandemia. Il governo ha una priorità: le vaccinazioni il più presto possibile. Oggi l’Ema darà il suo parere su Astrazeneca, qualunque sia la decisione la campagna vaccinale procederà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi. La voglia di riscatto della comunità bergamasca è un esempio per il Paese e io sono qui per dirvi GRAZIE”.

Ore 11.30

È la volta di Ave Vezzoli, coordinatrice infermieristica di pneumologia all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, anche lei con la voce rotta dall’emozione ricordando il suo lavoro nel marzo del 2020 nell’ospedale cittadino, senza sosta.

Ore 11.26

Elena Carletti, presidente dell’associazione Comuni virtuosi, spiega il significato del Bosco della memoria.

Ore 11.25

Uno stralcio del discorso del sindaco Giorgio Gori.

Signor Presidente del Consiglio, grazie per aver scelto di essere a Bergamo nel giorno che il Parlamento ha intitolato alla memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19. Grazie per aver voluto partecipare alla commemorazione dei nostri morti. 670, circa, nella sola città di Bergamo; 6mila, circa, in tutta la provincia.

Numeri, ma ognuno di loro è una storia spezzata, affetti spazzati via, lo strazio di chi ha voluto loro bene. Non c’è bergamasco che non abbia dovuto dire addio a qualcuno cui voleva bene. Dobbiamo dire “circa” perché non sappiamo, con maggiore precisione, quante siano state le vittime bergamasche del Coronavirus.

Questi dati li abbiamo ricavati dalle anagrafi dei comuni, e li ha poi certificati l’Istat. Rappresentano la differenza tra i decessi avvenuti tra marzo e maggio nel 2020, rispettivamente in città e in tutta la provincia, e quanti mediamente se ne contavano nello stesso periodo negli anni precedenti. E’ una statistica, non è un elenco completo.

Ciò che colpisce è che questi numeri raddoppiano quelli delle vittime ufficialmente accertate. La metà dei nostri morti non figura nelle statistiche ufficiali riguardanti la pandemia. Migliaia di nostri concittadini, centinaia in città, sono deceduti con i sintomi del Covid, ma senza una diagnosi. Sono morti nelle loro abitazioni, o nelle case di riposo, senza che fosse possibile fare loro un tampone, perché a marzo del 2020 i tamponi erano pochi e bastavano appena per i casi più gravi, per chi veniva ricoverato in ospedale.

Il Bosco della Memoria nasce a pochi passi dall’Ospedale Papa Giovanni, il principale presidio sanitario di questa provincia, trasformato dalla scorsa primavera in una trincea della lotta contro il virus, dove ancora oggi decine di persone contagiate sono ricoverate in gravi condizioni, dove tanti hanno purtroppo perso la loro battaglia ma molti di più sono stati tratti in salvo grazie alle capacità e alla straordinaria abnegazione di medici, infermieri e personale sanitario. E’ impossibile onorare chi non c’è più senza dire “grazie” a chi ha consentito che tanti avessero salva la vita.

>Un Bosco, signor Presidente del Consiglio, è anche un simbolo di speranza. Bergamo si è trovata suo malgrado ad essere l’epicentro della prima ondata della pandemia in Europa, tanto da diventare la città simbolo della tragedia che ha segnato la primavera del 2020. Il 18 marzo è il giorno dei camion di Bergamo, di quello straziante corteo di mezzi militari che trasportavano in altre città le salme dei nostri concittadini, troppe perché fossimo in grado di accompagnarle tutte alla cremazione.

Ma Bergamo vuole essere anche la città simbolo della rinascita.La sua presenza qui, signor Presidente del Consiglio, ci fa sentire che lo Stato c’è e che vuole manifestarci la sua vicinanza. Il 28 giugno scorso la partecipazione del Presidente Mattarella al Requiem che dedicammo a queste stesse vittime del Covid, fu per noi come una carezza dopo quattro mesi di dolore. Oggi la sua presenza ci comunica fiducia. Confidiamo in una gestione efficiente della campagna vaccinale, nel sostegno tempestivo e adeguato alle famiglie, alle categorie e alle imprese penalizzate dalle misure di contenimento dell’epidemia; e nel miglior uso delle risorse dedicate dall’Europa al rilancio del nostro Paese.

Ore 11.20

Il sindaco Giorgio Gori, emozionato, ringrazia il presidente del Consiglio per la sua presenza. Un discorso con la voce tremante, mentre ricorda il numero delle vittime , il dolore di quei giorni, di quei mesi, di questo lungo anno. E una conclusione che è speranza, ma anche promessa: “Bergamo mola mia”

Ore 11.16

Paolo Fresu accompagna il momento solenne con la sua tromba

leggi anche
Boni, Micheli, Fresu
Al "bosco della memoria"
Bergamo, le note silenziose di Paolo Fresu per le vittime del Covid

Ore 11.15

Mario Draghi è arrivato al Bosco della memoria, dove verrà piantato un tiglio

Ore 11.14

Pochissime le persone ammesse alla cerimonia

Ore 11.10

Al parco della Trucca, proprio a due passi dall’ospedale Papa Giovanni, è arrivato il sindaco di Bregamo Giorgio Gori. Con lui, in attesa di Mario Draghi, il vescovo Francesco Beschi, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il prefetto Enrico Ricci, il presidente della Regione Attilio Fontana. Si portano verso la strada per accogliere il premier.

Ore 10.55

Il premier è arrivato al cimitero monumentale. Qui posa una corona di fiori, in silenzio.

Ore 10.30

Cresce l’attesa per questa visita blindata.

Ore 10

Strade chiuse e blindate per l’arrivo del presidente del Consiglio nei dintorni del Cimitero Monumentale e del parco della Trucca, dove Draghi è atteso.

 

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI