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I dati

Post Covid, la famiglia all’esame dell’Isee: “Serve sforzo comune per trovare risposte”

Analisi del Dipartimento Welfare sui dati del Caf Cisl di Bergamo. Cresciute di oltre il 20% le certificazioni sulla situazione economica

IL Caf della Cisl di Bergamo raccoglie oltre il 40% del totale delle dichiarazioni Isee della provincia: è quindi un osservatorio privilegiato per l’analisi di bisogni e richieste delle famiglie bergamasche.

Nella rendicontazione del 2020 si concretizzano gli elementi che l’esplodere della pandemia aveva già fatto intravedere all’avvio della stagione fiscale. Innanzitutto, il numero delle domande è aumentato di oltre il 20% sul 2019, dal momento che l’emergenza Covid ha messo sul piatto numerosi bonus per i quali era richiesta la certificazione della situazione economica della famiglia. Con il peggiorare della situazione economica, per tante famiglie l’Isee potrebbe diventare decisivo. Quasi la metà delle pratiche, infatti, riguarda cittadini con fascia di reddito inferiore ai 9360 euro, quindi in piena “zona povertà”.

Nel conto finale, comunque, la crescita è più accentuata si registra nelle fasce da 10.000 a 20.000 euro (+40%) ; le dichiarazioni Isee da 0 a 20.000 € superano nei due anni il 70% del numero complessivo delle dichiarazioni, con Bergamo sempre con percentuali superiori alla Provincia.

In totale, le dichiarazioni presentate da donne sono superiori alle certificazioni “maschili”, e la crescita delle dichiarazioni “rosa” si accompagna ad un analogo incremento della richiesta di prestazioni per servizi socio-sanitari e per servizi per minori. Le richieste di prestazioni per minori incidono fortemente nelle dichiarazioni (44% in Prov e 30% a Bg), stabili le richieste di prestazioni socio-sanitarie; la presenza di disabili nel nucleo familiare si registra con il 16% in Prov e con il 18% nel capoluogo.

Le dichiarazioni presentate da famiglie con 1 o 2 componenti crescono in maniera esponenziale: in Provincia nel 2019 il 41%, nel 2020 il 59%; analogamente a Bergamo dal 52% nel ’19 al 62% nel ’20. Per le famiglie monogenitoriali il peso ponderale del carico famigliare prevale ampiamente sul genitore femminile con un rapporto fra madri e padri soli di 18 a 1.

Riducendosi il reddito, l’analisi del dipartimento Welfare della CISL registra di contrasto l’aumento delle dichiarazioni dei nuclei familiari di ridotte dimensioni: in Provincia la famiglia monocomposta (1 solo componente) compare con una presenza del 28% con Isee 20.000, mentre diventa del 37% con Isee 9.360; in città, dal 41% con Isee 20.000 al 44% con Isee 9.360.
Le certificazioni che non superano il livello di reddito di 9.360 euro pesano nel 2020 a Bergamo per il 46% di tutte le dichiarazioni; in Provincia il 36%; si concentra soprattutto nei nuclei familiari con un solo componente; in questa fascia crescono le richieste per prestazioni socio-sanitarie per disabili, mentre diminuiscono le richieste per minori.
Le certificazioni con redditi ISEE inferiori a 9.360 euro per nuclei di 1 e di 2 componenti pesano nel 2020 complessivamente a Bergamo nella misura del 63% di tutte le dichiarazioni di fascia (52% nel 2019), in Provincia il 58% (41% nel 2019).

A Bergamo il 27% delle dichiarazioni Isee sono effettuate da over 65 (15% over soli). Prevalgono nelle richieste le prestazioni per disabili (1/3) e le prestazioni socio-sanitarie (22%); il 56% degli over 65 dichiara un reddito Isee inferiore a 9.360 euro; numeri più bassi in Provincia con una presenza di certificazioni over 65 per un 16% (9% soli) di cui un 41% con reddito Isee sotto i 9.360 euro.

Generico marzo 2021

“Una nuova povertà – sottolinea Mario Gatti, segretario Cisl Bergamo -: famiglie che negli ultimi sei mesi sono precipitate in una condizione di difficoltà quotidiana a far quadrare conti e bollette. Il mercato del lavoro per queste persone è diventato quasi inesistente. Con l’aggravante che, magari, il loro ultimo Isee non è così basso, perché l’anno scorso hanno lavorato in modo precario ma continuativo. Altri hanno diritto alla cassa integrazione ma in attesa di riceverla si sono ritrovati senza un euro. E poi ci sono le partite Iva, i giovani, i precari…”.

“Nei prossimi mesi sarà necessario rafforzare le misure di sostegno al reddito per affrontare le drammatiche conseguenze sociali provocate dalla crisi sanitaria. Ma soprattutto, occorrerà una nuova predisposizione da parte delle comunità locali a farsi carico di interventi solidali, non puramente assistenziali. È opportuno trovare il luogo e gli obiettivi che ci permettano di lavorare insieme, ente pubblico e società civile, per trovare e fornire le risposte che le famiglie chiedono e faticano a recuperare. Da parte nostra, riteniamo che l’obiettivo indispensabile e indifferibile sia che si arrivi alla totale copertura dei costi per servizi sociali e sanitari per le famiglie sotto la soglia dei 9000 €. In provincia si parla di almeno 50mila nuclei che non possono usufruire di nido, assistenza familiare o domiciliare….”.

“Ci si salva solo insieme – conclude Gatti -. Istituzioni e rappresentanze sociali devono lavorare per un progetto comune per il territorio”.

Alla presentazione dei dati Cisl, erano presenti anche Marcella Messina, assessore servizi sociali, e Loredana Poli, assessora ai servizi educativi del comune di Bergamo

“Servono misure straordinarie che tengano conto delle nuove vulnerabilità – ha dichiarato Marcella Messina –. Condividiamo molto del percorso previsto da CISL, oggi ci vengono imposti bisogni e richieste diverse dal passato. Una città che ci dice che sta invecchiando, con reti familiari cambiate rispetto a qualche anno fa. Il tema è da inserire in cornici più ampie, come le alleanze che dobbiamo mettere in campo”.

“Cambiano le modalità di approccio alle risposte – ha osservato Loredana Poli: azioni di prossimità coordinate e messe a sistema per rendere più stabili alcune sperimentazioni che spesso vengono fatte e poi abbandonate. Così non ci guadagna nessuno. Serve uno sforzo comune e più performante”.

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