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Appunti & virgole

Atalanta a testa alta. È stato bello, ma la Champions è dei più forti fotogallery

I nerazzurri pagano alcuni errori, però vince la qualità e l'esperienza di un Real Madrid che ha saputo anche difendersi (senza pullman...)

È stato un bel sogno, ma non ci eravamo illusi e quindi non siamo nemmeno delusi. Magari dispiaciuti, per come è andata la prima partita, che la Dea avrebbe meritato di non perdere.

Però, ragazzi, grazie lo stesso. Hanno vinto i più forti e la Champions non ammette deroghe: va avanti chi ha più qualità, esperienza, capacità di stare in partita a questi livelli.

Quando il presidente Percassi ripete che “siamo all’Università del calcio”, non fa altro che ricordare il valore delle squadre con cui si è dovuta confrontare l’Atalanta. Che, finché ha potuto, si è tenuta in gioco e ha dato la sensazione di poter tenere in bilico il risultato: poi l’errore del portiere e il rigore del 2-0…

Episodi? D’accordo, ma anche questi sono il segnale di una differenza.

Gasperini ha le sue ragioni quando dice che “si può fare di più”, perché non puoi essere tu ad aprire la strada ai tuoi avversari. A questi livelli il minimo errore si paga duramente, non ti perdonano.

Chi costruisce l’azione del primo gol? Il signor Modric e un certo Benzema che con questo sale a 70 gol in Champions (Ilicic è a 6, Zapata a 5, Muriel a 4: conterà qualcosa?).

Tutto questo al 34′ del primo tempo, ma a pochi minuti dalla fine chi è quel giocatore che rincorre per tutta la metà campo e raggiunge Maehle sulla fascia sinistra, impedendogli il cross? Sempre lui, Modric. Non uno qualsiasi, ma il Pallone d’oro del 2018 che anche a partita finita corre come e più degli altri. Come insegna il suo allenatore Zidane, che con molta umiltà ha stretto dall’inizio le maglie della difesa per prevenire il possibile assalto atalantino.

Poi il Real ha anche talenti come Vinicius, 20 anni e Valverde, 22, mentre noi siamo giustamente orgogliosi di Pessina, che ne ha 23. Ma loro hanno Ramos, Kroos, Modric e Benzema, che hanno vinto 4 (sì, proprio quattro!) Champions a testa e tecnicamente i valori si vedono, i nostri stanno studiando e impareranno, cresceranno.

Anche se l’Atalanta resta una bellissima squadra, anche se le scelte di Gasp avranno scatenato le discussioni sui social: perché non subito Muriel e Zapata, come tutti i giornali assicuravano, per attaccare il Real?

Gasperini ha poi spiegato le mosse, dalle condizioni non perfette di Duvàn dopo gli ultimi acciacchi, all’intenzione di contrastare meglio a centrocampo il gioco del Real e cercare comunque di colpire.

Ma poi il primo e il secondo gol hanno complicato tutto… Tra l’altro, il due a zero è arrivato poco dopo l’uscita di Gosens, giocatore sempre fondamentale sia quando la squadra attacca che quando difende (ricordate su Hakimi contro l’Inter?) e qualcosa è cambiato, in quel momento. Così come il terzo gol del Real è arrivato appena dopo i due cambi di Muriel e Pessina.

Ma, sinceramente, non possiamo sostenere che l’Atalanta ha perso perché ha sbagliato formazione. Zapata due volte davanti a Courtois gli ha tirato addosso (o è stato bravo il portiere), altre volte almeno un gol l’avrebbe fatto, mentre Muriel la sua perla su punizione l’ha inventata.

Però, contro certi avversari che sanno difendersi bene senza mettere il pullman, non è nemmeno facile passare.

Il calcio italiano esce male dalla Champions, ma per colpa di Inter e Juventus, non certo dell’Atalanta. Che ora a testa alta si rituffa sul campionato: dietro l’angolo, tra le prime quattro, c’è un altro sogno Champions. E una finale di Coppa Italia, altro bel traguardo conquistato, un po’ meno impossibile della doppia sfida col Real Madrid.

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