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Lavoro 2020, il Covid ferma la disoccupazione: ma Bergamo perde 1.465 posti

Gli occupati - a quota 482.196 - risultano sì in diminuzione, ma il calo è molto contenuto, pari ad uno 0,3%, che si traduce in una perdita di 1.465 posti di lavoro. Basti pensare che a livello nazionale sono 456 mila gli occupati persi l’anno scorso, di cui 249 mila sono donne.

Le forze lavoro, persone occupate o attivamente in cerca di lavoro in provincia di Bergamo, scendono nella media del 2020 sotto il mezzo milione (497,2 mila), in calo per il terzo anno consecutivo. Scendono infatti sia il numero degli occupati sia, soprattutto, il numero di chi è in cerca di occupazione. Il calo delle forze lavoro e l’aumento della popolazione attiva spiegano il calo del tasso di attività (67,7%) nella fascia di età 15-64 anni.

Gli occupati – a quota 482.196 – risultano sì in diminuzione, ma il calo è molto contenuto, pari ad uno 0,3%, che si traduce in una perdita di 1.465 posti di lavoro. Basti pensare che a livello nazionale sono 456 mila gli occupati persi l’anno scorso, di cui 249 mila sono donne. Il numero degli occupati scende a 482,2 mila unità dopo il picco raggiunto nel 2018. Anche il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni di età scende al 65,6% dopo il massimo del 2019.
(Grafico 3).

L’area degli inattivi in età lavorativa sale ulteriormente a 231,7 mila unità.
Per effetto del calo delle persone in cerca di occupazione, il tasso di disoccupazione, cioè la loro l’incidenza sul totale delle forze lavoro, si abbassa al 3,0%, lo stesso valore registrato
nel 2008. Nel 2020 è scesa al 12,7% la disoccupazione giovanile dei giovani attivi tra 15 e 24 anni ma è risalita al 7,8% nella fascia di età tra 18 a 29 anni. La disoccupazione cala sia
tra i maschi (2,4%) che tra le femmine (3,8%), confermandosi su livelli nettamente inferiori ai tassi di Italia e Lombardia (Grafico 4).

La discesa del tasso di attività complessivo è dovuta dalla diminuzione della componente maschile (78,0%), controbilanciato dall’aumento della componente femminile – particolarità,
questa, della provincia bergamasca rispetto alla situazione regionale e nazionale. Questi movimenti del tasso di attività abbassano da una parte il tasso di occupazione maschile,
che scende al 76,1%, e innalzano quello femminile, riportandolo al suo livello del 2018.
Dato che il tasso di occupazione femminile in Lombardia si è abbassato, si riduce il divario tra il valore provinciale e quello regionale (Grafico 2).

Riguardo l’occupazione per posizione lavorativa (Grafico 1), cala il lavoro dipendente mentre rimane stabile il lavoro indipendente.

Commenta il presidente della Camera di commercio di Bergamo, Carlo Mazzoleni: “L’anno 2020 è stato dominato dall’emergere della pandemia da Covid-19 e le misure di contenimento hanno impattato sull’economia e sul mercato del lavoro. I provvedimenti che hanno congelato in buona sostanza il mercato del lavoro rendono non agevole l’interpretazione dei dati. Si nota comunque che l’occupazione nella bergamasca è calata meno rispetto alla Lombardia e all’intero paese e che la componente femminile ha segnato una ripresa. L’ingrossarsi dei ranghi di chi non cerca più lavoro spiega perché sia sceso il tasso di disoccupazione”.
Camera di commercio di Bergamo Servizio studi su dati Istat.

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