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Cauto ottimismo

Tavernola, la frana rallenta: “Forse si potrà riaprire la rivierasca”

Il vicesindaco Roberto Zanella: “Se dovesse continuare a muoversi come sta facendo o a rallentare ancora si potrà pensare di riaprire almeno la Sebina 469 di giorno”

La frana di Tavernola continua ad avanzare, ma negli ultimi giorni con una velocità media molto inferiore rispetto a quella di una settimana fa, quando il panico sembrava essersi diffuso senza freno. Il clima ora è più sereno e la situazione più controllata, al punto che a Tavernola inizia a circolare qualche idea confortante, come un possibile ripristino della viabilità.

Il vicesindaco Roberto Zanella ci spiega meglio quella che potrebbe essere una novità per le prossime settimane: “Se la frana dovesse continuare a muoversi come sta facendo o a rallentare ancora si potrà pensare di riaprire almeno una strada, la Sebina 469, solo per la circolazione durante il giorno”. Per ora si tratta di un’ipotesi, e che dovrà trovare fondamento nei monitoraggi della frana da qui in avanti: “Aspettiamo di discuterne insieme al Prefetto sulla base dei dati dei prossimi giorni. In ogni caso non si inizierà a parlare di riapertura prima della fine della prossima settimana”. Ci vorrà ancora tempo quindi, ma per i tavernolesi è un segnale che fa ben sperare.

Intanto Zanella comunica anche l’arrivo, da Regione Lombardia, di fondi destinati alla messa in sicurezza del comune bergamasco per un totale di 100.000 euro. “Siamo un piccolo comune e questa situazione ci sta mangiando economicamente. Useremo i soldi per pagare le consulenze geologiche e i materiali”.

GLI ULTIMI SCENARI

Nell’analisi più recente, consegnata martedì 9 marzo, la frana è stata ricalcolata in 2 milioni e 150 mila metri cubi di materiale roccioso. Contestualmente sono stati individuati tre scenari evolutivi. Nell’ipotesi peggiore, cioè quella in cui l’intero volume della frana si stacchi, si stima che circa 600 mila metri cubi sul totale potrebbero finire nelle acque del lago. In una seconda previsione intermedia potrebbero staccarsi dal Monte Saresano 1,5 milioni di metri cubi, di cui 360 mila finirebbero nel lago. Infine la terza possibilità, quella più favorevole, è che del complessivo della frana scenda verso il basso una quantità di circa 440 mila metri cubi, con 30 mila di questi destinati a finire in acqua.

Sempre dagli ultimi dati è possibile osservare che i movimenti maggiori sono stati rilevati nell’area della frana che sta al di sopra della piazzola ecologica: 7 millimetri al giorno rispetto ai 4 millimetri di media del resto (si pensi che una settimana fa la frana raggiungeva una velocità di 20 millimetri al giorno, più del doppio rispetto ai numeri di questi giorni).

Entro la fine della settimana poi è previsto l’arrivo di un altro report: l’Autorità di Bacino, con un contributo economico della Regione, ha commissionato ad un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università di Bologna che già collabora con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile un’analisi più accurata dell’onda che potrebbe generarsi nel lago. L’ultimo studio, confermato dal sindaco di Tavernola Ioris Pezzotti il giorno sabato 6 marzo, approssimava un’onda intorno ai 5/6 metri d’altezza al massimo.

La frana di Tavernola negli ultimi giorni sta diventando un caso nazionale. La questione infatti è stata portata in Parlamento dal Movimento 5 stelle, che tramite la voce del deputato bergamasco Devis Dori ha chiesto un aiuto al Governo.

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Dori
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Nel suo intervento in aula, durato poco più di due minuti e avvenuto nella serata di martedì 9 marzo, Dori si è rivolto al Presidente della Camera e al Ministro della transizione ecologica: “Ci troviamo di fronte ad una situazione eccezionalmente grave che rende necessari strumenti e misure eccezionali con il coinvolgimento delle autorità nazionali e anche di una task force nazionale specifica. Nessuno deve sottovalutare la situazione”.

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