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Bergamo

Malpensata, scaffali vuoti nell’unico supermercato: “Quartiere molto preoccupato” fotogallery

"A rischio i dipendenti e un servizio essenziale". La denuncia della cittadina e consigliera comunale Oriana Ruzzini

“La comunità della Malpensata osserva con molta preoccupazione la situazione in cui versa l’unico supermercato del quartiere”. Inizia così le lettera della cittadina del quartiere e consigliera comunale del Partito Democratico, Oriana Ruzzini, denunciando una problematica molto sentita dai cittadini della zona: l’unico supermercato di quartiere, il Despar in via Furietti, infatti, è desolatamente vuoto di merci con, anche, i frigoriferi spenti.

“I dipendenti inoltre non hanno alcuna notizia certa sul proprio futuro. Qualche giorno fa hanno scelto di non alzare le serrande e scioperare perché non percepiscono lo stipendio da mesi. Abbiamo letto sui quotidiani locali di trattative in corso tra il gruppo Alco e potenziali acquirenti, dell’interessamento delle istituzioni, del coinvolgimento di tutte le parti sociali affinché vengano salvaguardati i posti di lavoro di coloro che in questi anni si sono messi al servizio del quartiere con gentilezza e professionalità.

Durante la pandemia abbiamo imparato a definire i lavoratori e i servizi “essenziali”, ma questo concetto in quartieri come il nostro è noto da tempo”, scrive Ruzzini nella lettera.

Un servizio essenziale che rischia, quindi, di sparire. 

“Per un bacino di più di cinquemila persone i negozi di vicinato che vendono alimenti si riducono a due panifici e due negozi etnici. Dopo la chiusura dello storico Frutteto di Pino e Nico, che resta nel cuore del quartiere, l’unico fruttivendolo, Bioorto, è aperto tre giorni alla settimana per poche ore. È stato istituito recentemente un grazioso mercatino Slow Food, presente il mercoledì mattina in via San Giovanni Bosco, di fronte all’ingresso del parco Olmi, ma ovviamente il supermercato Despar è stato e resta un servizio realmente essenziale, soprattutto per la popolazione più anziana e per i nuclei familiari senza auto, più in difficoltà. Negli anni ha cambiato gestione e denominazione, da C&G, a Gea, a Lodemarket, ma gli abitanti del quartiere pur vivendo le trasformazioni del luogo hanno sempre trovato l’efficacia di un presidio sicuro.

Questo ultimo anno invece è stato segnato dalla difficoltà di reperire generi alimentari, anche quelli di prima necessità.

Proprio perché è l’unico supermercato del quartiere è auspicabile che si trovi presto una soluzione: per i dipendenti, che fanno ormai parte della comunità e che ringrazio per il lavoro quotidiano, ma anche per i residenti, soprattutto i più fragili, che oggi più che mai, con una pandemia in corso, hanno necessità di un punto vendita vicino, accessibile e adeguatamente fornito per fare la spesa”.

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