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L'anniversario

Albatro, l’associazione di Seriate compie 10 anni: impegno civico e passione civile fotogallery

Un'intervista con i tre presidente dell'associazione per ricostruire e ripercorrere queste dieci anni di impegno a Seriate.

Dieci anni dall’inaugurazione della sede da festeggiare con un ricco calendario di eventi e invece, da metà giugno 2020, il logo di Associazione Albatro, in piazza Bolognini a Seriate, non è più esposto. Effetti collaterali da Covid-19…Parlarne coi protagonisti, ad un anno ormai dallo scoppio della pandemia, offre spunti interessanti di riflessione.

La nostra associazione nacque dopo l’esperienza elettorale della Lista Civica Albatro – esordisce l’attuale presidente Beppe Pasquinelli – il risultato sorprendente del maggio 2009 (clicca qui) meritava un consolidamento, una strutturazione, un allargamento di prospettiva. Il gruppo aggregatosi attorno ad un obiettivo contingente, momentaneo, era stato costruito su fondamenta solide: alla base c’era una passione civile che poteva essere alimentata attraverso relazioni, amicizie, sensibilità, perché non farlo?
A quel punto serviva una sede e recuperammo uno spazio di proprietà Pesenti che inaugurammo nel maggio 2010. (clicca qui)

È stata una bella intuizione, coraggiosa ma anche faticosa.
Il XXI secolo non è certamente iniziato all’insegna della partecipazione politica e dell’impegno civile, ma è proprio per questo che esperienze come la nostra diventano vitali per le comunità locali; oggi serve una riflessione seria ed urgente avendo davanti qualcosa di molto simile ad una ricostruzione post-bellica, e mi risulta difficile immaginarla senza punti di riferimento solidi.

Cosa c’entra il Coronavirus in tutto questo?
La pandemia ha lasciato tanti segni negativi, non tutti ugualmente e immediatamente visibili, ed il tema della sopravvivenza delle realtà associative è uno dei principali sul tavolo degli amministratori. La nostra è stata una scelta sofferta, ma non c’erano più le condizioni economiche per rimanere in Piazza Bolognini. Il covid-19 ha stravolto le vite di tutti, ha reso impossibile ciò che prima era banale e riscritto le priorità: ritengo che Albatro abbia fatto la propria parte nell’emergenza primaverile con una raccolta fondi per Ospedale Bolognini, Alpini di Bergamo e Caritas di Seriate, mettendo sul piatto tutto ciò che aveva in cassa e chiedendo ai soci uno sforzo speciale e straordinario. Siamo stati ingenui e imprudenti? Direi responsabili: ci è sembrato più giusto verso la comunità agire così, concentrare le risorse evitando di buttarle in costi non urgenti come l’affitto di spazi inutilizzabili (per lockdown e restrizioni). Contestualmente l’associazione ha formalizzato alla proprietà una richiesta di sospensione del canone di locazione, proponendo uno slittamento della scadenza contrattuale; davanti ad un secco diniego abbiamo onorato ogni impegno pregresso e levato le ancore.

Quali sono state le reazioni?
Di oggettiva delusione, ma a maggio il momento era ancora drammatico ed il pensiero di tutti rivolto altrove. Ci siamo confrontati in Consiglio e convenuto di non sprecare un solo minuto a discutere o trattare. La conclusione è stata: chiudiamo una sede, non lo spirito che l’animava…

“Il rifiuto della proprietà ci ha lasciato senza parole: che dire, abbiamo toccato con mano quanto sia faticoso trasformare in azioni vere la narrazione retorica del “ne usciremo migliori” – confida con amarezza Damiano Amaglio, primo presidente dal 2009 al 2014. “Se siamo stati una presenza scomoda per qualche amministratore poco avvezzo alla dialettica ed al confronto, credo che poco ci si possa imputare come inquilini. Ma ancora una volta, prima che la gratitudine personale ci fa difetto la memoria civile.

Perché parla di memoria civile?
Perché noi abbiamo portato sul tavolo del confronto politico il tema del centro storico, e coi fatti prima che con le chiacchiere, investendo nella sola sede 50mila euro in 10 anni. Tanti ci avevano preso per pazzi, ma non c’era altro modo per squarciare il velo di indifferenza che copriva degrado e illegalità. Da allora, senza un euro di contributo pubblico, sono state molte le proposte ed i progetti realizzati, espressione di intuizioni poi riprese da tanti altri. Era quel che volevamo, essere granello di senape, e ne siamo orgogliosi.

Certo saranno molti i ricordi legati alla vostra presenza nel centro storico…
E rimarranno indelebili…Quelli gratificanti, e sono tanti, e quelli più amari, come la tentata aggressione del 2012. Qualche mese fa, mentre uscivo per l’ultima volta dalla sede con i faldoni sottobraccio, mi è stato naturale pensare a quella domenica mattina, in piazza, ed a quel giovane con problemi psichiatrici e sotto effetto di stupefacenti che aveva inizialmente preso di mira proprio il nostro padrone di casa. Distraendo il primo riuscii a far allontanare il secondo, ma poi dovetti vedermela io fino all’arrivo dei Carabinieri, e non fu divertente. (Leggi qui)

Pensa che Seriate sia una città egoista?
Tutt’altro, sa essere molto generosa! Direi semmai che è un poco smemorata, politicamente distratta.

Nonostante le tante difficoltà, comunque, siete sempre riusciti ad operare. Come è stato possibile per una realtà come la vostra del tutto priva di storia?
Perché di storia sono cariche le persone che compongono Albatro. La credibilità delle persone è il terreno più fertile per far germogliare la Provvidenza: tutte le risorse che abbiamo raccolto sono il prodotto di carisma, entusiasmo, trasparenza, sincerità.

È risaputo quanto la politica divida. Il vostro impegno sul fronte amministrativo non vi ha creato difficoltà?
Molte. Un’associazione che porta il nome di un soggetto politico di minoranza non può avere vita facile, ma volutamente non ci siamo nascosti dietro un simbolo diverso per onestà verso i cittadini, affinché si vedesse ogni giorno cosa pensiamo e cosa sappiamo fare. Del resto considerare la politica come qualcosa di estraneo a tutto, da sfuggire o relegare in un angolo, è proprio ciò che ha portato alla crisi qualitativa della rappresentanza politica; spessore, affidabilità, competenze, non sono misurabili in pochi giorni di campagna elettorale. La nostra linea è sempre stata la stessa: stare in mezzo alla gente perché ci misurasse e valutasse, e se siamo ancora in pista, dopo 12 anni, è perché da qualcuno è stato compreso ed apprezzato.

C’è qualcosa che considera un vostro successo specifico?
Parecchie cose direi, ma due su tutte: residenza anziani e centralina idroelettrica. Senza i nostri interventi a vari livelli la Giovanni Paolo I sarebbe stata svenduta – e per un milione in meno del suo valore – mentre sotto di essa – dove oggi c’è la “cascata” – avremmo una colata di cemento rumorosa e inutile (clicca qui). Per come si erano messe le cose abbiamo fatto due miracoli…

Nei toni non pare che stiate tirando i remi in barca…
Non è nel nostro dna – incalza Andrea Morbi, alla guida di Albatro dal 2014 al 2018 – certo questa pandemia ci interrogherà a lungo su come servire la nostra comunità in modo nuovo.

In quali ambiti vi siete mossi in questi anni?
Dopo oltre 11 anni abbiamo un ricco “catalogo” in ogni settore, non solo quello strettamente legato all’amministrazione comunale, anche se alla fine tutto è politica se la politica è il contesto in cui si definiscono i confini possibili del nostro agire. Con le norme, con gli investimenti, con le progettualità si inducono e si sostengono al tempo stesso i comportamenti e le relazioni, disegnando la comunità. Ecco perché bisogna animare senza paura la Politica: quella con la “P” maiuscola consente di aprire scenari impensabili.

Qualche esempio?
Prima del 2010 la città non aveva mai avuto una strategia sul commercio e sul turismo: zero idee e zero investimenti; che la scoperta del territorio potesse diventare volano economico anche per Seriate e dintorni pareva una bizzarria, eppure con passeggiate nella storia, i corsi di degustazione e le gite enogastronomiche abbiamo tracciato un percorso… Allo stesso modo abbiamo investito molto sul tema dello sport come fondamento di benessere ed educazione: con Bergamo senza frontiere e Giocatest siamo stati ad Expo, a Lilliput, alle notti bianche, nei centri commerciali, nelle scuole.
Si è cercato di proporre modelli attuabili indicando una via: quanto convivialità e festa possano essere cardine di sicurezza urbana, ad esempio, non è uno slogan ma uno stile amministrativo, e lo abbiamo dimostrato con i pranzi e le cene in piazza. Certo, è un percorso tortuoso, fatto di inciampi intermedi, ma governare i processi sociali oggi è molto più complesso di un tempo. L’identità non è una sciabola da vibrare ma una consapevolezza da alimentare con la conoscenza, attraverso proposte impregnate di cultura; noi abbiamo usato il teatro, la musica, la fotografia per raccontare la storia, l’economia, il tessuto sociale della nostra terra. Si pensi a 87839 Il Diario, uno spettacolo teatrale dal tema impegnativo (è ispirato ad un diario di prigionia) che diventa veicolo efficace e fruibile di valori importanti, grazie all’unione di linguaggi diversi. Oggi tutti la riconoscono come un’intuizione che ha fatto scuola, ma nel 2012 il più ottimista lo considerava un azzardo.

Ma alla fine cosa volete dimostrare?
Non dimostrare, semplicemente mostrare – chiosa l’attuale presidente Pasquinelli – che è cosa ben diversa dall’esibire. Se è vero che si cura ciò che si ama, il nostro agire mostra se e quanto amiamo ciò che ci circonda. E l’amore per il proprio territorio non è forse la prima caratteristica da cercare in un amministratore?
Vede, incanalare una passione civile in un percorso di impegno civico strutturato è una grande sfida, che diventa responsabilità laddove raccolga consenso e sostegno da parte dei cittadini. Ne siamo consapevoli: cosa rappresenta Associazione Albatro nel panorama socio-politico seriatese lo dirà la storia, ciò che oggi ci assegna l’onere di darle un futuro è l’onore di avervi fatto parte in questi anni. Qui non si molla un metro: c’è tanto lavoro da fare, e non siamo persone abituate a lasciarlo a metà.

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