L’Atalanta si prende tanti complimenti, l’Inter porta a casa tre punti molto pesanti.
L’Atalanta gioca, l’Inter fa catenaccio come ai tempi del buon Trapattoni. Che non è un’offesa, se poi fai gol e se è vero che chi vince ha sempre ragione. Però giù il cappello davanti a questa Atalanta: si arrende (si fa per dire, con tanta rabbia per la sconfitta) a testa altissima, dopo aver passato gran parte della serata nella metà campo della capolista.
Un’Inter costretta a fare muro, con Lautaro che si sacrifica a marcare Malinovskyi e poi Ilicic, mentre Lukaku resta il pericolo numero uno, ma trova anche due grandi difensori, Djimsiti nel primo tempo e Romero nel secondo che lo bloccano ancora prima di tirare.
Diciamo la verità: il risultato più giusto sarebbe stato quello uguale all’andata, quando al gol di Lautaro replicò una genialata di Miranchuk. Ecco, purtroppo è mancato il colpo di genio in una partita comunque interpretata molto bene. Ma non è per forza colpa di qualcuno: intanto avrebbe fatto comodo anche Zapata quando è entrato Muriel, ma Duvàn è uscito per una botta (si spera non grave) e nell’assedio finale i due colombiani avrebbero fatto veramente comodo.
La soluzione iniziale, se può essere una sorpresa per l’Atalanta che avevamo visto nelle ultime partite quando erano stati schierati i due bomber colombiani, non è in realtà una novità.
Perché all’andata davanti avevano giocato Malinovskyi, Gomez e Zapata. Cambi il Papu con Pessina ed ecco l’Atalanta che ha provato a vincere a San Siro, senza riuscirci, pur tenendo alta l’attenzione ai contropiede del tandem Lukaku-Lautaro.
È già successo, insomma: contro la fisicità della capolista Gasperini preferisce giocarsi la carta Muriel nel secondo tempo e così era stato all’andata, quando Lucho era entrato al posto di Toloi negli ultimi venti minuti. E la mossa era servita anche per propiziare il gol di Miranchuk.
Nella supersfida tra i due attacchi stellari della Serie A, gli attaccanti restano a guardare, annullati dalle due difese. Se la porta inviolata porta i critici a esaltare ancora le qualità di Handanovic, di Skrinjar e Bastoni, l’Atalanta risponde con uno Sportiello confermato e bravo a usare perfino la testa, quando serve, con Romero che se fosse italiano sarebbe titolare fisso anche in Nazionale (lo sarà nell’Argentina…) dove presto dovrebbe arrivare Toloi, il difensore capitano che si diverte a fare l’attaccante.
E naturalmente un Djimsiti spettacolare per i suoi recuperi su Lukaku e anche vicino al gol di testa, quando Brozovic salva sulla linea.
È un’Atalanta che tiene il pallino del gioco e recupera tanti palloni grazie alle sue fantastiche colonne del centrocampo, Freuler e De Roon. Esemplari e presenti in ogni parte del campo.
Avete visto per caso grandi giocate di Barella o di Brozovic? Piuttosto, tanta sofferenza per difendere il risultato favorevole.
Speriamo che la fortuna passi sulla sponda bergamasca nelle prossime occasioni (leggi anche Madrid), mentre si conferma un tabù il fattore Inter per Gasperini, che a San Siro con l’Atalanta non riesce a batterla. Provaci ancora, Gasp.
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